L’art. 25 del decreto attuativo per il secondo ciclo, come già illustrato nel commento del 2 novembre introduce alcune variazioni all’organizzazione oraria dell’insegnamento delle lingue straniere nella scuola primaria di primo grado.
E’ sicuramente un risultato importante avere riportato a tre ore settimanali la lingua inglese anche se le nostre richieste si riferivano ad entrambe le lingue straniere in linea con la sperimentazione linguistica nella scuola media e con le indicazioni europee.
Ma nell’art. 25 gli ultimi due commi prevedono la possibilità di utilizzare le ore di seconda lingua per approfondire l’inglese recuperando, eventualmente, la seconda lingua in area opzionale.
Questa norma, che all’apparenza rende più flessibile l’insegnamento delle lingue straniere, nella sostanza ripristina l’insegnamento di una sola lingua straniera vincolando gli alunni anche per il percorso scolastico successivo.
Si tratta di un provvedimento di facciata per non dire “modaiolo”.
I riflessi sull’organizzazione delle scuole e sugli organici potrebbero essere devastanti, creando situazioni di disparità tra alunni della stessa classe e gettando alle ortiche l’esperienza delle due lingue comunitarie prescritte anche dalla convenzione di Lisbona.
Ancora una volta si scarica sulle scuole autonome la responsabilità di rispondere a sollecitazioni estemporanee anziché portare a regime un modello di scuola media che preveda, con pari dignità, due lingue comunitarie.
Roma, 3 novembre 2005