Dell’ennesimo rinvio si è fatto protagonista il Governo.
Nel "protocollo" del 27 maggio 2005 si affermava che i suoi contenuti dovevano essere attuati con “tempestività”, che il protocollo si applicava a tutti i contratti pubblici, e che il Governo si impegnava a stanziare le risorse necessarie.
Tre affermazioni chiare e condivise.
Ma poi più nulla!
Sono passati 2 mesi e nessuna direttiva è stata varata ed è arrivata all’ARAN.
La Conferenza Stato-Regioni non ha tuttora dato certezze per l’applicazione dell’accordo a tutte le Amministrazioni a finanza propria (Regioni, Sanità, autonomie locali, Università, enti pubblici non economici, agenzie fiscali, ricerca).
Nel DPEF si afferma che “occorre concludere i contratti di lavoro”, ma senza dare precise indicazioni e soprattutto ignorando completamente il capitolo risorse economiche.
E nel frattempo in Parlamento il Governo va avanti con le sue risposte alle lobbies, stravolgendo il sistema contrattuale e la contrattualizzazione del rapporto di lavoro del pubblico impiego.
La spesa corrente aumenta, e quei rigoristi che non volevano il rinnovo dei contratti pubblici stanno a tacere.
CGIL CISL UIL e le categorie del Pubblico Impiego, della Scuola, dell’Università e la ricerca, non sono disponibili ad ulteriore attesa.
Dichiarano sin d’ora che se entro il mese di luglio il Governo non assumerà tutte le iniziative necessarie per il rispetto dell’accordo del 27 maggio ad iniziare dall’avvio di tutti i tavoli contrattuali, a settembre decideranno la ripresa della mobilitazione anche finalizzata ad ottenere le risorse necessarie per la prossima stagione contrattuale 2006/2009.
Roma, 19 luglio 2005