Riorganizzazione rete scolastica
I Sindacati
Scuola di Potenza intervengono sulle proposte di revisioni della
rete scolastica avanzate dai Comuni e acquisite dalla provincia.
La questione è stata aperta da
una improvvida delibera della Giunta regionale (la competenza in
merito alla organizzazione della rete scolastica è del Consiglio
regionale!!) che se recepita rischia di portare ad una
frantumazione dell'offerta formativa e all'abbassamento della
qualità dell'istruzione pubblica (già soggetta ai duri attacchi
del governo nazionale).
CGIL CISL UIL SNALS
Sindacati Provinciali Scuola
Al Presidente
della Provincia di Potenza
Dr. Vito
Santarsiero
All’Assessore
all’Istruzione della Provincia di Potenza
dr. Rocco
Orlando
Al Presidente
della Giunta Regionale di Basilicata
Dr. Filippo
Bubbico
All’Assessore
all’Istruzione e la Formazione della Regione Basilicata
Dr. Collazzo
Al Direttore
Generale
dell’Ufficio
Scolastico Regionale per la Basilicata
dr. Franco
Inglese
I Sindacati
provinciali scuola di CGIL CISL UIL e SNALS esprimono un giudizio
fortemente negativo sul tentativo di riorganizzazione delle
istituzioni scolastiche autonome e di indirizzo di istruzione
secondaria superiore, avviata dalla Giunta Regionale con la
delibera n. 1830 del 11 ottobre scorso.
Prima ancora di aver effettuato una
attenta analisi dell’offerta formativa e una puntuale ricognizione
dei bisogni del territorio, e per giunta con una delibera che
bypassa il Consiglio Regionale, la Giunta Regionale ha avviato un
percorso a tappe forzate che rischia di creare scompensi e
squilibri nell’assetto del sistema di istruzione locale.
L’annunciata
Conferenza Regionale, che avrebbe dovuto precedere qualsiasi avvio
di procedura di revisione, sia pure transitoria, del piano
regionale di dimensionamento, attraverso una pianificazione
coerente e razionale degli interventi, non è ufficialmente noto
quando e come si svolgerà e con quali finalità.
La delibera, che
apparentemente sembra favorire la piena autonomia progettuale
delle scuole, in realtà dà il via libera a proposte di indirizzi e
sperimentazioni senza un principio regolatore e al di fuori di
ogni logica di programmazione, esponendo le stesse istituzioni
scolastiche a situazioni di conflittualità, specie in ambiti
territoriali più periferici, dove è più forte il
rischio di una frantumazione del sistema
formativo.
Nella delibera,
inoltre, vi sono criteri assolutamente non condivisibili, come ad
esempio la possibilità di istituire “sezioni di scuole di ordine
diverso presso scuole secondarie superiori” che, oltre a produrre
istituti didatticamente e organizzativamente ingestibili,
contrastano con le norme vigenti e testimoniano l’approccio
improvvisato e approssimativo con cui è partita tutta
l’operazione.
Il risultato è
un coacervo inestricabile di proposte che è impossibile portare a
sintesi e che le scriventi OO.SS. ritengono di dover respingere in
blocco.
In assenza di un sistema di coordinate capace di
dare coerenza e continuità tra i vari ordini di scuola secondaria
e senza una necessaria riflessione sui poli e sugli ambiti
territoriali, qualsiasi intervento rischia di produrre disfunzioni
e di far precipitare il già precario equilibrio scaturito
dall’ultimo dimensionamento scolastico.
Andremmo
incontro ad una polverizzazione delle iscrizioni e ad una
frammentazione dell’offerta formativa che pregiudicherebbero la
qualità del diritto allo studio.
L’incertezza del
quadro generale di riferimento, dove all’ipotesi di controriforma
Moratti si è aggiunta recentemente il progetto di devolution,
in un meccanismo di spinte e controspinte che rischia di lacerare
e sconquassare il sistema di istruzione e formazione, ci impone
invece di agire con prudenza e misura.
Le scriventi
OO.SS., pur giudicando negativamente la proposta complessiva,
ritengono oggi possibili solo alcuni interventi che, in assenza di
una riflessione più generale, non stravolgano gli attuali assetti
e non abbiano ripercussioni negative sugli organici.
In particolare:
-
definire e consolidare le
sperimentazioni già avviate, stabilizzando gli indirizzi e i
corsi di studio introdotti nel corso degli ultimi anni;
-
proseguire, ed eventualmente
estendere, l’esperienza dei
corsi serali, garantendo il diritto all’istruzione e
all’educazione permanente;
-
attivare nuovi indirizzi solo
se strettamente coerenti con l’indirizzo principale e con i
corsi ordinamentali, secondo un criterio di razionalità ed
omogeneità, evitando duplicazioni e “corsi fotocopia” a breve
distanza.
CGIL CISL UIL e
SNALS, inoltre, nel ribadire la necessità di una conferenza
regionale sull’istruzione, dove avviare una discussione ampia e
partecipata sulla scuola lucana, considerano oggi una priorità
assoluta lo sdoppiamento del Liceo Scientifico di Potenza, le cui
dimensioni abnormi (quasi 2.000 alunni!) rendono caotico e
ingovernabile.
E’ necessario
trovare in tempi rapidissimi un contenitore per il secondo Liceo
Scientifico, da individuare in una zona diversa della città,
evitando soluzioni, come quella della sopraelevazione, che, non
risolvendo né il problema della scuola né quello del traffico,
ignorano i reali bisogni dei cittadini di Potenza e delle aree
limitrofe.
Potenza, 16 dicembre
CGIL
Scuola CISL Scuola
UIL SCUOLA SNALS
Paolo Laguardia
Luigi Errico
Maria Spadola Saverio Lolaico
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