Assemblea Verona
L'assemblea dell'Ateneo Veronese, esaminato il testo del d.d.l. sullo stato giuridico dei docenti universitari attualmente in discussione in Parlamento; constatate le molteplici espressioni di preoccupazione e di dissenso provenienti da ogni parte del mondo universitario italiano, accompagnate da concrete proposte da tempo portate a conoscenza del Ministro; preso atto delle chiare espressioni di dissenso contenute anche nella Relazione sullo stato delle Università italiane 2004, presentata lo scorso 21 settembre dal Presidente della CRUI, prof. Piero Tosi; preso atto del documento della CRUI, diramato il 13 ottobre scorso, con il quale si ribadisce l'intenzione di collaborare con il Ministro, ma a condizione che si dia priorità di soluzione alla questione finanziaria e che il Governo si impegni ad abbandonare o quantomeno ad apportare sostanziali modifiche al DdL attualmente in discussione in Parlamento; intende fornire il proprio contributo indicando i seguenti punti:
- ritiene che, prima di intervenire sullo stato giuridico del personale docente, debba essere data priorità al finanziamento della ricerca pubblica italiana, che ha nelle Università la sua sede elettiva, garantendo una effettiva autonomia, mediante l'incremento delle risorse costante nel tempo e denuncia la scelta di favorire la ricerca collocata presso enti privati e istituti non universitari, dirottando verso di essi ingenti risorse sottratte all'Università;
- evidenzia la inscindibilità della ricerca di base dalle sue applicazioni, secondo un modello storicamente radicato e che pone il nostro Paese a livelli di assoluta eccellenza riconosciuta a livello internazionale;
- rileva come nel d.d.l. sullo stato giuridico dei docenti universitari sia del tutto assente un progetto culturale di ampio respiro, teso a consolidare, promuovere e sviluppare la ricerca universitaria in Italia, con ricadute negative sull'intera società;
- rifiuta il modello di Università come impresa, estraneo a un sistema di formazione pubblica;
- rivendica l'importanza del ruolo svolto dai ricercatori universitari, che deve essere riqualificato e potenziato, anche mediante il riconoscimento della terza fascia docente;
- rileva la necessità di una politica di sviluppo coerente, tesa a favorire il reclutamento di consistenti e qualificate risorse umane nella ricerca e nella docenza universitaria attraverso incentivi economici e prospettive di lavoro dignitose, in linea con i parametri europei;
- ritiene che le procedure concorsuali ipotizzate nel d.d.l. siano lesive di quell'autonomia universitaria che rappresenta uno degli strumenti più efficaci per garantire la competizione nazionale e internazionale degli Atenei;
- chiede che sia evitata una lunga fase di precariato nell'accesso al ruolo docente che di fatto scoraggia i giovani dall'intraprendere la difficile, ma appassionante, carriera della ricerca e della docenza universitaria, con conseguenze destinate a pesare a lungo su tutto il sistema della ricerca e dell'alta formazione in Italia; così come che sia evitata un'ampia fascia di docenza precaria e a contratto, non selezionata da appositi concorsi nazionali e affidata o a semplici laureati, o a persone esterne all'Università, la cui effettiva qualificazione non sia sottoposta verifiche oggettive;
- propone che l'intervento sul tempo pieno e sul tempo definito dei docenti, anziché comportare inaccettabili oneri finanziari a carico degli Atenei e ancor più una grave dequalificazione dell'insegnamento e della ricerca, tenda invece a sviluppare l'impegno a tempo pieno nelle attività di ricerca, didattiche e organizzative, fatta salva l'autonomia di scelta delle strutture competenti;
- auspica che siano finalmente avviate a risoluzione le gravi difficoltà finanziarie delle Università italiane, già lese nella loro autonomia in seguito al reiterato blocco delle assunzioni nel 2003 e nel 2004;
- invita gli Organi Accademici di Ateneo a far pressione sul Governo e sul Parlamento affinché sia sospeso l'esame del d.d.l. in oggetto, fintanto che non siano recepite in tutte le loro articolazioni le proposte elaborate dai soggetti interessati, espressione del mondo universitario e della comunità scientifica nazionale;
- invita tutti i docenti ad un'assunzione di responsabilità che non escluda forme di protesta chiare e forti sia a carattere locale che a carattere nazionale, coinvolgendo anche gli studenti, destinatari diretti di questi provvedimenti e future leve per la didattica e la ricerca universitaria.