L'Assemblea dei ricercatori dell'Università di Trieste, convocata nell'Aula magna dell'Ateneo il 29 settembre, cui ha partecipato una rappresentanza di professori, assegnisti e precari della ricerca, preso atto dell'approvazione del disegno di legge delega sullo stato giuridico della docenza universitaria da parte della VII Commissione Cultura della Camera lo scorso 31 luglio, esprime ancora una volta la propria contrarietà ad una linea di intervento che, all'interno di una generale destrutturazione del sistema pubblico dell'istruzione e della ricerca, peggiora le condizioni
della didattica e della ricerca universitaria italiana senza portare alcun contributo al miglioramento delle stesse e senza tener in alcun conto le richieste e le sollecitazioni giunte da parte di tutto il mondo accademico, fino alle recenti prese di posizione della Conferenza dei Rettori delle
Università Italiane (CRUI) e di molti Senati Accademici italiani.
In particolare i ricercatori dell'Università di Trieste
Per questi motivi l'Assemblea dei ricercatori dell'Università di Trieste richiede il ritiro del DDL e la sua ridiscussione alla luce delle proposte emerse dal mondo accademico.
A sostegno di tale richiesta l'Assemblea si associa alle proteste in atto negli altri atenei italiani, aderendo alle forme di agitazione, suggerite dal Coordinamento Nazionale dei Ricercatori Universitari e dalle Organizzazioni Sindacali, con le quali viene messa in discussione la disponibilità dei ricercatori delle Università italiane a ricoprire incarichi di supplenza e affidamento.
Inoltre l'Assemblea chiede al Senato Accademico dell'Università di Trieste, ai Consigli di Facoltà, ai Consigli di Corso di Laurea, ai Consigli di Dipartimento di riunirsi con procedura d'urgenza per discutere della nuova situazione e per deliberare il rinvio dell'inizio dell'anno accademico 2004
-2005 come primo segnale di protesta davanti al percorso intrapreso dal Parlamento, e di sostenere le istanze dei ricercatori che aderiranno alle iniziative proposte sollevando il problema davanti al ministero ed evitando di bandire le supplenze dei corsi rimasti scoperti.
Infine l'assemblea auspica la convocazione di assemblee di Ateneo aperte alla partecipazione di tutti gli afferenti alle attività universitarie, studenti compresi, per spiegare i motivi della agitazione e i rischi contemplati dal nuovo progetto di legge.