L'assemblea dei docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia ha approvato
in data 19 ottobre la mozione contro il DDL Moratti di cui in allegato, dichiarando come forma di mobilitazione la sospensione delle tesi nella settimana di mobilitazione nazionale indetta dai sindacati (8-13 novembre).
Tale mozione è stata presentata dal Preside della Facoltà al Senato
Accademico, in cui si è deciso di indire un giorno (8 novembre) di
sospensione della didattica in protesta durante il quale sarà organizzata
un'assemblea di Ateneo.
Nei giorni 4-5 novembre saranno organizzati incontri con gli studenti.
MOZIONE
PER IL FUTURO DELL'UNIVERSITA' PUBBLICA ITALIANA
Al Presidente del Senato della Repubblica,
Al Presidente della Camera dei Deputati,
Al Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati,
Al Presidente della Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del
Senato della Repubblica,
Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca,
Al Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Perugia
A seguito della recente approvazione in Commissione Cultura della Camera
del testo del DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari e
dell'improvvisa accelerazione dell'iter parlamentare, nonostante gran parte
del mondo accademico abbia già preso una ferma posizione in favore della
sospensione e di una radicale modifica del DDL stesso, come già proposto
nei documenti ufficiali del Comitato di Presidenza della conferenza dei
Rettori (5/09/04), del CUN (16/09/04) e dei Senati Accademici di diverse
università italiane, l'Assemblea del personale docente di ruolo
(professori ordinari, professori associati e ricercatori) della Facoltà di
Lettere e filosofia dell'Università degli studi di Perugia auspica
l'immediato ritiro del decreto e l'avvio di un corretto iter parlamentare
per una legge di riforma.
In particolare:
- ribadisce il ruolo dell'Università pubblica come sede primaria della
ricerca e della trasmissione del sapere;
- respinge l'istituzione della figura del professore aggiunto che si
prefigura, di fatto, come un non riconoscimento del ruolo svolto dai
ricercatori;
- è contraria all'abolizione del ruolo dei ricercatori universitari e
respinge il progetto di una drastica riduzione del numero dei docenti in
ruolo e la parallela instaurazione di un lungo e mal retribuito precariato,
che allontanerà i giovani dall'intraprendere una carriera universitaria,
accrescendo in misura sempre maggiore quella "fuga dei cervelli" che sta
penalizzando pesantemente tutta la ricerca in Italia;
- ribadisce con forza il proprio giudizio negativo sull'abolizione della
distinzione tra tempo pieno e tempo definito, che mortifica l'impegno di
quanti hanno dedicato e dedicano la massima parte della loro attività al
servizio dell'istituzione universitaria e che, inevitabilmente, produrrà
scelte sempre più orientate verso le attività esterne a scapito,
ovviamente, dell'impegno nell'Università;
- è contraria ad ogni forma di limitazione della libertà scientifica e di
soggezione a condizionamenti esterni, un rischio evidente negli articoli
che definiscono in maniera poco chiara il conferimento di incarichi di
insegnamento temporanei di prima fascia ai professori pagati da imprese e
soggetti "pubblici e privati";
- ritiene invece urgente e non più procrastinabile lo sblocco delle
assunzioni e l'avvio di un significativo processo di reclutamento in ruolo
nei vari livelli della docenza per far fronte con tempestività al grande
numero di pensionamenti previsto per i prossimi anni. In relazione al
reclutamento, esprime un profondo dissenso rispetto al punto in cui il
decreto mette in discussione il criterio elettivo nella formazione delle
commissioni concorsuali, che per decreto sarebbero "prevalentemente" e non
esclusivamente elettive;
- reputa estremamente esigui i fondi destinati alla ricerca, di base ed
applicata, che deve trovare primariamente nell'Università pubblica la sua
naturale collocazione. Si profila concretamente il pericolo di disgiungere
tra loro avanzamento delle conoscenze e istruzione superiore, attraverso il
trasferimento della titolarità della ricerca, assecondato dal Governo, ad
istituti extra-universitari e a soggetti privati.
- chiede, anche in accordo con la posizione della CRUI, un deciso cambio di
rotta nel testo del DDL, in particolare con la previsione di adeguate
risorse finanziarie che consentano di assicurare continuità e sviluppo alla
ricerca e alla docenza universitaria;
- invita il Magnifico Rettore ed il Senato Accademico dell'Ateneo Perugino
a manifestare la propria posizione nei confronti del DDL e ad adoperarsi
presso il Ministro per la sospensione del Decreto.
- chiede al Magnifico Rettore e al Senato di organizzare una giornata di
protesta estesa a tutto l'Ateneo con sospensione dell'attività didattica;
- si ripropone di attuare come forma di mobilitazione la sospensione delle
sedute di tesi di laurea nei giorni 8-13 novembre come atto di
partecipazione allo stato di agitazione indetto dalle organizzazioni
sindacali della docenza universitaria.
L'Assemblea dei docenti di ruolo della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università degli Studi di Perugia dichiara che la Facoltà di Lettere e
Filosofia entra in stato di agitazione contro il decreto "Delega al governo
per il riordino dello stato giuridico dei professori universitari" (DDL
Moratti).
Perugia, 19 ottobre 2004.