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DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA DEI RICERCATORI DELL'UNIVERSITA' DI PAVIA

L'assemblea dei Ricercatori, riunitasi il 6 ottobre 2004 indetta dai
rappresentanti della categoria in Senato Accademico e in Consiglio
d'Amministrazione, ha discusso in merito al disegno di legge delega sul
"riordino dello stato giuridico e del reclutamento dei professori
universitari", nella versione risultante dalle modifiche apportate dalla
VII Commissione della Camera.

L'assemblea constata che le suddette modifiche non hanno fornito risposta
a nessuna delle pesanti critiche mosse al testo originale dalla maggior
parte dei docenti, da Consigli di Facoltà, Senati accademici, Consigli
d'amministrazione, dal CUN (19.09.2004) e dalla stessa CRUI (6.10.2004).

Esprime il proprio giudizio negativo sui contenuti del disegno di legge,
in particolare sui seguenti punti:

1- la mancata previsione di adeguate risorse finanziarie che consentano
sia l'inserimento dei giovani capaci e motivati, per assicurare continuità
e sviluppo alla ricerca e alla docenza universitaria, sia la possibilità
di carriera per coloro che già operano all'interno dell'istituzione
universitaria.Continua a permanere il sottodimensionamento delle risorse
attribuite ai settori della ricerca e della formazione universitaria; i
trasferimenti agli Atenei restano largamente inferiori alle reali esigenze
e molto al di sotto degli standar europei;

2- l'assemblea è contraria alla messa ad esaurimento del ruolo dei
ricercatori e all'introduzione del titolo di "professore aggiunto" per il
quale si prevede un'attività ancor più subordinata nei confronti delle
altre due fasce e che non attribuisce ai ricercatori il ruolo di
professore già riconosciuto in larga misura da leggi emanate
successivamente al DPR 382/80 e di fatto svolto dai ricercatori, senza i
quali l'attuazione del nuovo ordinamento didattico sarebbe stata
impossibile;

3- l'assemblea respinge con forza il progetto di una drastica riduzione
del numero dei docenti in ruolo e la previsione di un lungo precariato che
nei fatti allontanerà sempre più i giovani dall'intraprendere una carriera
universitaria che si prospetta ancor più vessatoria in un sistema che
raramente premia l'efficienza e il merito;

4 - l'assemblea esprime un giudizio fortemente negativo sull'abolizione
della distinzione tra tempo pieno e tempo definito, che penalizza
inutilmente i bilanci degli atenei e mortifica l'impegno di quanti hanno
dedicato e dedicano la massima parte del loro tempo al servizio
dell'istituzione universitaria;

5- nota che nel nuovo stato giuridico non viene inoltre mai sottolineata
l'importanza della ricerca come compito istituzionale del docente, insieme
alla didattica.

Ritiene che l'Università, in particolare quella pubblica, sia la sede
primaria della ricerca e della trasmissione del sapere in funzione di una
formazione superiore critica; la funzione del docente dovrebbe perciò
risultare caratterizzata dallo svolgimento di una attività di ricerca
innovativa, garanzia della trasmissione della conoscenza attraverso una
didattica che, dalla ricerca, è illuminata, guidata e stimolata.

Ritiene che, se non interverranno modifiche sostanziali del disegno di
legge, sul Governo e sulle forze parlamentari ricadrà la responsabilità
del regolare prosieguo dell'attività didattica dell'anno accademico in
corso.

L'assemblea chiede che il presente documento venga discusso e approvato
nei Consigli Didattici e nei Consigli di Facoltà da tutte le categorie
della docenza e dai rappresentanti degli studenti.

L'assemblea decide infine una giornata di mobilitazione, da individuarsi
nella prima decade di novembre, in cui i docenti sostituiranno l'attività
didattica con l'illustrazione agli studenti dei contenuti del disegno di
legge.

Nel chiedere l'adesione a questa giornata di mobilitazione a tutte le
componenti della docenza, i ricercatori auspicano che le stesse
condividano le loro preoccupazioni per il futuro dell'Università, che si
prospetta "poco roseo" qualora il decreto venisse approvato.

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