I Docenti e gli Studenti tutti della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Palermo esprimono disagio e preoccupazione per la grave situazione che investe l'Università italiana e, con essa, l'Ateneo di Palermo, in relazione ai numerosi e preoccupanti segnali provenienti da iniziative legislative e provvedimenti ministeriali recentemente intrapresi, che considerano fortemente negativi per l'Università statale e la ricerca del Paese.
In particolare:
· fanno proprie le lettere aperte precedentemente presentate dai Docenti
afferenti a diversi Dipartimenti della Facoltà;
· fanno proprie le preoccupazioni espresse dalla CRUI e dai Senati
Accademici di numerose Università statali italiane;
· confermano il proprio dissenso nei confronti del disegno di legge sullo
stato giuridico della docenza universitaria con il quale si pone ad
esaurimento il ruolo dei ricercatori, si introduce una forma di insidioso e
condizionante precariato accademico che di fatto scoraggerebbe
l'inserimento di giovani capaci e motivati che assicurino continuità e
sviluppo alla ricerca e alla docenza universitaria, e si elimina inoltre la
distinzione tra tempo pieno e definito, scoraggiando l'impegno all'interno
delle Università statali;
· reputano invece indispensabile che vi sia un adeguato riconoscimento
tanto delle importanti attività didattiche che i ricercatori universitari
hanno sinora svolto e continuano a svolgere negli Atenei, quanto del lavoro
scientifico da essi effettuato, riconosciuto dai principali indicatori
internazionali;
· lamentano la mancata immissione in servizio dei vincitori di pubblici
concorsi per i quali, sin dall'avvio delle procedure di reclutamento, era
disponibile la relativa copertura finanziaria presso gli Atenei statali;
· denunciano la grave crisi finanziaria degli Atenei statali che, a fronte di una consistente crescita dell'offerta formativa, frutto del Nuovo Ordinamento degli studi, determina una pericolosa contrazione delle risorse disponibili;
· stigmatizzano l'esiguità dei fondi destinati alla ricerca, di base ed
applicata, che deve trovare primariamente nell'Università statale la sua
naturale collocazione. E' concreto ed attuale infatti il rischio di
disgiungere avanzamento delle conoscenze e alta formazione, attraverso il
loro trasferimento, assecondato dal Governo, ad istituti extra-universitari
e a soggetti privati;
· esprimono convinta contrarietà ad iniziative, quali quelle annunciate dal
Governo, che rischiano di limitare la funzione pubblica e sociale
dell'Università, minacciando il principio inalienabile e costituzionale del
diritto allo studio e della parità tra meritevoli, indipendentemente dalle
condizioni economiche di ciascuno;
· denunciano il progetto di dequalificazione dell'Università statale conseguente all'applicazione della legge 509/99 ed alla successiva canalizzazione introdotta dalla cosiddetta "riforma a Y".
Sulla base delle esposte considerazioni, ritengono pertanto necessario proseguire l'azione di protesta come segue:
· sospensione di tutte le attività didattiche (lezioni, esami di profitto e/o di laurea) ed avvio di assemblee permanenti di docenti e studenti, dal momento in cui il DDL Moratti dovesse riprendere l'iter parlamentare nella sua forma attuale o in un'altra forma comunque ritenuta lesiva dell'Università statale, o dal momento in cui il Governo dovesse attivarsi con altre azioni miranti a compromettere il futuro dell'Università statale;
· avvio immediato di tavoli tecnici e di confronti collettivi, al fine di sensibilizzare tutte le componenti del mondo accademico, in particolare modo gli studenti, e la società, e di elaborare proposte atte a contrastare i fenomeni di precarizzazione e dequalificazione sopra segnalati.
Si auspica che tale azione di protesta possa contribuire ad indurre il
Governo, anche in relazione alla posizione assunta dalla CRUI, ad adottare
provvedimenti realmente adeguati alle effettive ed indifferibili esigenze
dell'Università statale italiana.
La Facoltà è certa di poter contare sul sostegno e la comprensione degli
studenti e delle loro famiglie - aggregando altresì ogni altra componente
accademica - per tale ben motivata agitazione, che ha come finalità il
futuro dei giovani e del nostro Paese, nel quale l'alta formazione e la
ricerca scientifica sono i cardini per ogni ulteriore avanzamento
culturale, civile ed economico.