Il tuo browser non supporta i fogli di stile!!!

Per una visione perfetta del sito ti consigliamo di aggiornarlo

MOZIONE del Consiglio di Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' degli
studi di Palermo
Approvata dal Consiglio di Facolta' il 12-10-04

Il Consiglio di Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Palermo condivide il disagio e la preoccupazione manifestati dal comitato di presidenza della CRUI, nel documento del 15-9-04, e da tanti Senati accademici e Facoltà di buona parte dell'Università italiana nei confronti del DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari, recentemente approvato dalla Commissione cultura della Camera, provvedimento per il quale si prospetta adesso un "iter" accelerato.
Il Consiglio esprime un parere fortemente negativo sul DDL in questione, per due ragioni diverse, ma fra loro concorrenti. La prima attiene al metodo con cui tale disegno è stato discusso e approvato; la seconda attiene invece al contenuto delle disposizioni in esso previste.
La prima ragione dipende dal fatto che l'elaborazione di tale disegno di legge è avvenuta sin dall'inizio non solo prescindendo da un serio confronto con le varie componenti del mondo accademico, ma anche non tenendo in alcun conto le proteste sempre più accese che tale disegno ha provocato in tutta l'Università italiana, nelle sue più svariate aree geografiche e disciplinari.
La seconda ragione dipende dai contenuti del provvedimento. Va detto, in primo luogo, che esso si inserisce in una strategia politica complessiva che tende di fatto a comprimere le possibilità di sviluppo delle Università statali, per il fatto di non corrispondere gli aumenti dei finanziamenti che ad esse spetterebbero. Si guardi, ad esempio, al mancato incremento della percentuale dei finanziamenti alla ricerca e alla formazione (siamo agli ultimi posti in Europa), al mancato accreditamento del finanziamento corrispondente agli adeguamenti stipendiali per il personale docente e non docente, adeguamenti che così vengono a gravare sui capitoli riguardanti la ricerca e ladidattica. A ciò si aggiunga la misura del blocco delle assunzioni che ha ulteriormente peggiorato la situazione, mettendo a repentaglio il regolare funzionamento di molti corsi di laurea. Infine, a complicare ulteriormente le cose si inserisce la prospettiva dell'approvazione del D.M. 509/99, che prevede una ulteriore riorganizzazione (a "Y") dei corsi di laurea in un contesto in cui si stanno ancora sperimentando gli effetti di quelli da poco introdotti.
Entrando nel merito del provvedimento, i suoi principali aspetti negativi possono essere così sintetizzati.

1)La messa ad esaurimento della fascia dei ricercatori penalizzerà fortemente una componente il cui attuale apporto didattico è fondamentale nell'attuale articolazione dei corsi di laurea.
2)Le nuove forme di reclutamento, prefigurando un precariato troppo lungo, mal retribuito, e dalle prospettive di carriera molto nebulose, costituiranno di fatto una disincentivazione per i soggetti più dotati e preparati, soprattutto se essi non sono economicamente in condizione di
sopportare una lunga attesa.
3) L'abolizione della distinzione fra tempo pieno e tempo definito produrrà un indebolimento del prioritario impegno scientifico e didattico dei docenti.

Il Consiglio di Facoltà, in sintonia con le prese di posizionedella CRUI e di tanti altri organismi accademici, chiede al Ministro di voler finalmente intraprendere la via del confronto con le varie componenti del mondo accademico al fine di modificare radicalmente tutte quelle parti del provvedimento che risultano inaccettabili e di garantire alle Università statali risorse finanziarie adeguate per realizzare i loro obiettivi didattici e di ricerca.

TOPTOPTOP