MOZIONE DEI RICERCATORI DELLA
FACOLTA' DI SCIENZE POLITICHE
DELL'UNIVERSITA' DEGLI STUDI "L'ORIENTALE" DI NAPOLI
A seguito della recente approvazione in VII Commissione Cultura della
Camera del testo del DDL sullo stato giuridico e sul reclutamento dei
docenti universitari, che lascia sostanzialmente inalterati tutti i punti
che hanno determinato la presa di posizione da parte del mondo accademico
contro il DDL stesso,
Associandosi ai documenti ufficiali del Comitato di Presidenza della
Conferenza dei Rettori (15/09/2004), del CUN (16/09/2004), dei Senati
Accademici di molte Università, al Comunicato stampa del Coordinamento
Nazionale Ricercatori Universitari (20/09/2004), alle mozioni approvate e
fatte proprie da C.d.F., Presidi, comunità accademiche italiane e alla
mobilitazione diffusa in numerosi Atenei del Paese, che vede coinvolte
tutte le fasce della docenza,
i Ricercatori della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli
Studi di Napoli "l'Orientale", condividendo la generale preoccupazione per
il futuro dell'Università e della ricerca in Italia:
- giudicano che, nella versione recentemente emendata in Commissione
Cultura, il disegno di legge risulti ulteriormente offensivo per la
dignità del sistema universitario e lesivo della sua funzionalità;
- esprimono il più profondo dissenso sulla soppressione del ruolo dei
ricercatori universitari, giudicandola una misura che disconosce il ruolo
docente da essi svolto negli ultimi venti anni e che ha consentito il
funzionamento dell'Università e la sua riforma;
- giudicano indegna l'introduzione della figura del "professore
aggiunto" che, configurando non un ruolo giuridico o una terza fascia
della docenza ma solo una semplice 'etichetta', mortifica i ricercatori
attualmente in servizio, introducendo anche nuovi carichi didattici
obbligatori, senza alcun riconoscimento economico né giuridico dal momento
che, a fronte di un'attività sostanzialmente comparabile a quella delle
altre due fasce, istituisce un ruolo ancor più subalterno, privato anche
di ogni possibilità di partecipazione agli organi collegiali e di governo degli Atenei;
- denunciano l'istituzionalizzazione di un precariato lunghissimo e dalle
incerte prospettive, senza eguali in nessuna università straniera e in
nessuna professione in Italia, che scoraggerà sempre più i giovani
dall'intraprendere una carriera universitaria già fortemente vessatoria;
- esprimono il proprio parere negativo sull'articolazione della docenza, a regime, su due sole fasce e sottolineano la perdurante confusione tra reclutamento e progressione di carriera;
- rilevano e denunciano nel nuovo stato giuridico prefigurato dal DDL
l'assenza di ogni riferimento all'attività di ricerca come compito istituzionale del docente;
- non condividono la possibilità di assegnazione di posti di prima fascia
a candidati di imprese e fondazioni sulla base di convenzioni e non di
giudizi di idoneità che sino ad oggi hanno legato la didattica
all'attività di ricerca;
- respingono con forza l'abolizione della distinzione tra tempo pieno e
tempo definito che incoraggerà ancor di più lo svolgimento della libera
attività professionale dei docenti, sottraendo tempo, impegno e risorse
alla didattica e alla ricerca universitaria, svalutando il lavoro di quanti si sono dedicati e si dedicano a tempo pieno a servizio dell'istituzione universitaria;
- considerano scandaloso che, nell'assenza pressoché totale di adeguata copertura finanziaria, siano state stanziate risorse soltanto per l'abolizione del tempo pieno e del tempo definito;
- esprimono la più viva preoccupazione per la sempre più ampia
possibilità di affidare insegnamenti a personale reclutato senza concorso, lasciandone nel vago il trattamento economico e normativo;
- ritengono non più procrastinabile il blocco delle assunzioni e del
tutto illegittima l'invalidazione di concorsi già banditi, o addirittura
già espletati, a seguito del DDL;
- manifestano il proprio convinto appoggio nei confronti della protesta
che sta emergendo da parte di tutto il corpo docente di altri Atenei e che
finora si è espressa nel rifiuto a ricoprire incarichi didattici e nel rinvio della regolare apertura dell'anno accademico.
In un quadro normativo ritenuto estremamente peggiorativo di tutto il
sistema universitario, al quale sottrae risorse professionali e
finanziarie, che penalizza e demotiva tutte le fasce della docenza, e che,
se applicato, rischia di snaturare le funzioni istituzionali
dell'Università, i Ricercatori della Facoltà di Scienze Politiche
dell'Orientale:
- concordano con i documenti e le forme di mobilitazione approvati dagli
organi di governo della gran parte delle università italiane e chiedono
formalmente che anche gli organismi decisionali del nostro Ateneo
(Consigli di Dipartimento, di Facoltà e Senato Accademico) prendano nel
più breve tempo possibile posizione sul DDL Moratti;
- chiedono al Preside della Facoltà di Scienze Politiche di inserire al 1°
punto dell'o.d.g. del Consiglio di Facoltà del 27 ottobre 2004 la discussione del presente documento;
· propongono un'assemblea dei ricercatori del nostro Ateneo, aperta a tutto il corpo docente, da tenersi entro il corrente mese di ottobre.
Napoli, 13 ottobre 2004