I Docenti e i Ricercatori della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università di Milano-Bicocca, associandosi ai documenti ufficiali del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Rettori (15/9/2004), del CUN (16/9/2004), del Senato Accademico delle Università di Padova, Roma e Napoli e al Comunicato Stampa del Direttivo del Coordinamento nazionale Ricercatori Universitari (20/9/2004), esprimono il loro giudizio negativo sul disegno di legge delega sullo stato giuridico e sul reclutamento dei professori universitari. Tale giudizio si articola nei seguenti punti:
1- Siamo contrari alla messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori e all'introduzione del titolo di "professore aggiunto" per il quale si prevede un'attività ancor più subalterna nei confronti delle altre due fasce e che non attribuisce ai ricercatori il ruolo di professore già riconosciuto in larga misura da leggi emanate successivamente al DPR 382/80 e di fatto svolto dai ricercatori, senza i quali l'attuazione del nuovo ordinamento didattico sarebbe stata impossibile;
2- Respingiamo con forza il progetto di una drastica riduzione del numero dei docenti in ruolo e la previsione di un lungo precariato che nei fatti allontanerà sempre più i giovani dall'intraprendere una carriera universitaria che si prospetta ancor più vessatoria in un sistema che raramente premia l'efficienza e il merito
3 - Ribadiamo il giudizio negativo sull'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito, che penalizza inutilmente i bilanci degli atenei e mortifica l'impegno di quanti hanno dedicato e dedicano la massima parte del loro tempo al servizio dell'istituzione universitaria;
4- Notiamo che nel nuovo stato giuridico non viene inoltre mai sottolineata l'importanza della ricerca come compito istituzionale del docente, insieme alla didattica.
Riteniamo che l'Università sia la sede primaria della ricerca e della trasmissione del sapere in funzione di una formazione superiore critica; la funzione del docente dovrebbe perciò risultare caratterizzata dallo svolgimento di una attività di ricerca innovativa, garanzia della trasmissione della conoscenza attraverso una didattica che, dalla ricerca, è illuminata, orientata e fondata.
5- Chiediamo dunque consistenti mutamenti nel testo del DDL, in particolare con la previsione di adeguate risorse finanziarie che consentano sia l' inserimento di giovani capaci e motivati per assicurare continuità e
sviluppo alla ricerca e alla docenza universitaria, sia rendano concretamente realizzabili quelle possibilità di carriera sopra ribadite.
Riteniamo che se le modifiche proposte non interverranno, sul Governo e sulle forze parlamentari ricadrà per intero la responsabilità per l' impossibilità di garantire un regolare avvio dell'anno accademico.
Annunciamo pertanto l'indisponibilità dei ricercatori di Scienze a ricoprire i loro incarichi didattici fino a quando il DDL non sarà ritirato o il suo iter parlamentare non sarà formalmente interrotto per dar luogo alla serie di modifiche da noi tutti fortemente volute.
Perciò tutte le domande di affidamento e supplenza verranno ritirate dai ricercatori.
I professori, solidali con i ricercatori, si impegnano a non ricoprire i corsi che rimarranno scoperti in modo da rendere veramente incisiva l'azione di protesta.
Milano, 22-9-2004