Il Senato accademico dell'Università degli Studi di Milano si fa
interprete delle preoccupazioni e dell'allarme largamente diffusi
nell'ateneo alla vigilia dell'inizio del nuovo anno accademico.
Il Senato accademico sottolinea in particolare, e condivide, le reazioni
fortemente negative di fronte alla prospettiva che la discussione
parlamentare sul disegno di legge-delega di modifica dello stato giuridico
dei professori universitari e del relativo reclutamento possa essere
conclusa, mantenendo come base il testo elaborato dalla competente
Commissione parlamentare.
Il Senato rileva d'altra parte come una simile eventualità si colleghi ad
una condizione più generale, caratterizzata da situazioni o previsioni di
forte negatività quali: l'assoluta inadeguatezza delle risorse destinate
alle deroghe per le assunzioni previste dalla legge finanziaria 2004 e la
persistente incertezza circa i criteri che verranno adottati per le
relative assegnazioni; le previsioni negative circa la possibilità di por
fine, con la finanziaria 2005, al blocco delle assunzioni del personale
universitario, con l'ulteriore ipotesi, che sta prendendo corpo, di
bloccare anche le prove concorsuali; la possibile inadempienza degli
impegni presi dal governo nei mesi scorsi di incrementare
significativamente in una prospettiva quinquennale il fondo di
finanziamento ordinario delle università; la mancata assegnazione, fino a
questo momento, dei fondi per l'edilizia universitaria 2004 e la
persistente mancanza di impegni circa nuovi e più consistenti stanziamenti
con i quali cofinanziare progetti e relativi mutui di più lungo periodo;
la mancata emanazione del decreto correttivo del DM n. 509/1999, e le
persistenti incertezze sulla revisione delle classi di laurea e di laurea
specialistica e sui tempi relativi.
Il Senato accademico ritiene che l'insieme di tali condizioni acceleri e
rischi di rendere irreversibile il processo di degrado e di
dequalificazione dell'università pubblica, con effetti irrimediabili sulla
ricerca e sull'alta formazione, fattori decisivi per mantenere il nostro
paese ancora agganciato ai paesi avanzati.
In particolare per quel che riguarda il ddl all'esame del Parlamento, il
Senato accademico dell'Università degli Studi di Milano condivide la
convinzione che una riforma significativa dello stato giuridico dei
docenti non possa intervenire se non contestualmente ad congruo incremento
delle risorse finanziarie e ad una revisione dei relativi meccanismi di
attribuzione agli atenei, in un contesto di generale riconsiderazione del
reclutamento, delle carriere e dei relativi passaggi, da fascia a fascia e
all'interno di ciascuna fascia, basati su una rigorosa valutazione del
lavoro scientifico svolto, ovviamente tutelando nel medesimo tempo le
aspettative dei giovani più capaci (per i quali il progetto della
Commissione parlamentare non fa altro che riproporre la condizione degli
attuali assegnisti, senza prospettare alcuna seria e realistica
prospettiva di futuro accesso ai ruoli) e i diritti legati all'impegno e
al lavoro effettivamente svolto dagli attuali ricercatori.
Il Senato accademico fa presente, a questo riguardo, che circa i due terzi
dei ricercatori in servizio presso l'ateneo hanno la responsabilità di
insegnamenti curricolari, indispensabili per il regolare svolgimento dei
corsi di laurea.
Tanto più considerato il quadro finanziario entro il quale è giocoforza
muoversi, il Senato accademico ritiene che l'unica soluzione realmente
praticabile, funzionale alle esigenze complessive, didattiche e
scientifiche degli atenei, sia quella dell'istituzione a regime di una
terza fascia docente, opportunamente configurata sotto il profilo delle
funzioni e delle responsabilità.
Il Senato accademico impegna il rettore a sostenere all'interno della CRUI
e in ogni sede le linee espresse e si riserva di valutare la situazione
alla luce degli eventuali nuovi elementi che potranno maturare nei
prossimi giorni.
Milano, 27 settembre 2004