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Ricercatori universita' della calabria

Ieri, 25 ottobre 2004 (Sala stampa Unical), il Coordinamento dei
Ricercatori Unical, insieme con una delegazione di studenti e alcuni
professori, ha incontrato le forze politiche calabresi.
Erano presenti quasi tutti i partiti della GAD (Rifondazione comunista,
DS, Margherita, PSE, Italia dei Valori) nelle persone dei segretari
regionali e provinciali o loro delegati. All'incontro ha partecipato, con
i suoi esponenti regionali, il Sindacato CGIL in rappresentanza anche
della Confederazione.
La discussione ha toccato due temi fondamentali:
1) La situazione attuale dell'Unical e la sua condizione di difficoltà sia
nella didattica sia nell'erogazione dei servizi propri del Campus. La
causa delle difficoltà è stata individuata nella carenza dei finanziamenti
statali e regionali, che impedisce uno sviluppo organicamente determinato
e commisurato alle esigenze della domanda, attraverso il raddoppio di
Corsi di Laurea, per esempio, o l'ampliamento del personale docente, e
ancora la risoluzione dell'annoso problema dei trasporti e degli alloggi
per gli studenti, e nella generale tendenza alla "aziendalizzazione" delle
Università, che, collegata alla formula del cosiddetto 3 + 2 (ora formula
Ypsilon: 1 + 2 / 1 + 2 + 2), determina in questo Ateneo uno scarto sempre
maggiore tra i programmi, giustamente ambiziosi, e la loro realizzazione
che induce, a tutti i livelli, precari, professori, ricercatori,
dottorandi, personale tecnico e amministrativo e, soprattutto, studenti,
una sensazione e una condizione di incertezza non sopportabile.
2) il DDL Moratti sul riordino dello stato giuridico del personale docente
dell'Università. Dopo una puntuale illustrazione, anche attraverso
confronti con altri paesi europei e con gli USA, della cosiddetta
"Prospettiva Moratti" sulle condizioni in cui verranno a trovarsi in
Italia la ricerca la formazione e l'istruzione pubblica nel caso in cui
questo DDL entri in vigore, i Ricercatori Unical hanno ricordato la
situazione particolarmente difficile che si creerebbe in Calabria. Qui gli
effetti del DDL sarebbero devastanti per il territorio, andando a incidere
non solo sulle direttici più opportune di sviluppo della regione,
distorcendole, ma anche direttamente sull'occupazione, già più che scarsa
, con una perdita irreversibile di posti di lavoro in ruolo.
Per tali ragioni, e per il comune convincimento che, per uno sviluppo
vantaggioso per tutti e non solo per alcuni, sia opportuno e necessario
fermare la precarizzazione dei rapporti di lavoro, oltre che dei saperi, i
Ricercatori hanno proposto alle forze politiche calabresi di esprimere un
deciso NO al DDL Moratti, chiedendone il ritiro immediato e impegnandosi a
portare tale posizione in tutti i momenti di confronto attraverso i quali
si va delineando il programma comune della GAD in Calabria, in vista delle
prossime elezioni regionali. Hanno inoltre chiesto di proporre il NO al
DDL Moratti come un punto programmatico dirimente rispetto ai programmi
delle Destre. I Ricercatori hanno chiesto inoltre alle forze politiche
presenti di impegnare i loro parlamentari nella battaglia per il ritiro
del DDL.
Le forze politiche presenti hanno espresso forte preoccupazione per la
prospettiva Moratti e hanno accolto, nelle linee generali, le richieste
dei Ricercatori e degli studenti, programmando una serie di incontri
tecnici, coordinati dal Sindacato CGIL, per discutere contenuti e
strategie comuni di lotta: il primo si terrà in questa settimana. Hanno
dato inoltre la loro adesione alla manifestazione del 27 Ottobre (Corteo
di protesta e discussioni a partire dalle ore 10:00, Ponte Pietro Bucci)

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