Sotto i colpi del disegno di legge Moratti ha concluso la sua missione
terrena l'Università degli Studi di Milano.
Ricercatori, docenti, studenti e precari ne piangono la triste fine con
immenso dolore.
Riforma Moratti = Morte dell'Università e della Ricerca
La riforma prevede che:
Fino al 50% dell'organico di un ateneo potrà essere costituito da
docenti a tempo determinato che non hanno sostenuto un concorso nazionale
e per insegnare basterà la laurea quinquennale. Questo comporterà un
abbassamento della qualità della didattica.
Verrà abolita la distinzione tra tempo pieno e tempo definito per i
contratti di docenza. Ciò determinerà scelte sempre più orientate verso le
attività professionali esterne all'università, a scapito dell'impegno
accademico.
Sparirà la figura del ricercatore. La previsione di un precariato lungo
e dalle prospettive incerte allontanerà i giovani dall'intraprendere una
carriera universitaria, accrescendo in misura sempre maggiore quella "fuga
dei cervelli" dal sistema universitario che sta penalizzando gravemente
tutta la ricerca in Italia.
Ben 44 atenei di tutta Italia si sono pronunciati fermamente contro il
decreto, dando vita alla più grande protesta del mondo universitario mai
registrata negli ultimi decenni: in più di 30 atenei italiani l'inizio
dell'anno accademico ha subito forti ritardi e l'offerta didattica è stata
pesantemente ridotta.
In coordinamento con gli altri atenei italiani, CHIEDIAMO al ministro Moratti di ritirare il disegno di legge delega e di riprendere il tavolo tecnico per discutere i contenuti della riforma, prestando ascolto alla voce che si sta levando con sempre maggior forza dal mondo accademico.