Con una sconcertante dimostrazione di approssimazione il governo ha costretto il Parlamento a votare l’intero articolato del ddl Moratti per la riforma dello stato giuridico dei docenti universitari. Il dibattito di ieri alla Camera, la pochezza delle motivazioni fornite, la fretta di chiudere le votazioni hanno rivelato fino in fondo l’incapacità della maggioranza a comprendere i problemi reali dell’università italiana – la carenza di risorse e le possibilità di accesso per i giovani scienziati – preferendo andare ad una prova di forza con il ricorso al voto conclusivo.
Solo a prezzo di gravi forzature, anche procedurali, il provvedimento è stato infine approvato, nonostante che per due volte il Governo sia stato battuto in Aula (la prima volata sull’art. 1 relativo alle finalità del provvedimento e la seconda volta su un emendamento cheesclude dalla commissione di concorso, molto opportunamente, i professori universitari dell’ateneo che ha bandito la prova) mentre, in un altro caso, il Ministro ha dovuto improvvisamente cambiare parere su un emendamento dell’opposizione per evitare di essere di nuovo battuto.
La Cgil esprime un giudizio decisamente negativo su questo ddl perché:
Chiediamo al Ministro Moratti, prima del passaggio del provvedimento al Senato, di aprire un confronto vero con tutte le forze interessate.
Per quanto ci riguarda, se questo confronto non verrà aperto, continueremo con forme di mobilitazione e di lotta per impedire che questo disegno vada in porto anche al Senato.