Le Organizzazioni sindacali e le Associazioni della docenza universitaria giudicano grave la scelta di iniziare il 21 febbraio 2005 alla Camera la discussione del Disegno di legge-delega governativo sullo stato giuridico dei docenti universitari. Il mondo universitario, attraverso i Collegi dei Presidi, i Senati Accademici (presieduti dai Rettori), i Consigli di Facoltà e di Dipartimento, le Assemblee dei docenti e degli studenti, le Organizzazioni unitarie della docenza, ha chiesto il ritiro di un DDL che demolirebbe l'Università pubblica e, di conseguenza, danneggerebbe il Paese intero.
Si ribadisce con forza che il ricorso alla legge-delega espropria di fatto il Parlamento del suo potere legislativo ed esclude il mondo universitario dalla possibilità di contribuire all'elaborazione di una legge che lo riguarda.
Il DDL, infatti, è rimasto 'blindato' e nessuna delle richieste avanzate dal mondo universitario è stata accolta, nonostante questo si sia espresso in maniera compatta e decisa:
Di fronte a tutto questo, il Ministro ha invece portato avanti il suo DDL rifiutando un reale confronto con le Organizzazioni unitarie della docenza e tentando invece di coinvolgere nel suo progetto la CRUI, che istituzionalmente non ha questi compiti di rappresentanza.
La volontà del Ministro di demolire l'Università pubblica e di limitare l'autonomia del Sistema universitario trova conferma nelle recenti iniziative:
In particolare, le Organizzazioni ritengono gravissimo che il Governo pretenda di affrontare il complesso problema della "fuga dei cervelli" limitandosi alla riduzione del periodo di straordinariato dei ricercatori.
Nel merito del provvedimento (D.L. 7/05) si rileva che l'esigenza di aumentare la retribuzione dei ricercatori non confermati esiste da anni, ciò deve e può ancora avvenire con legge ordinaria, riconoscendo loro l'assegno di tempo pieno, regime al quale sono obbligati. In tal modo, tra l'altro, il periodo di straordinariato rimarrebbe uguale per le tre fasce; straordinariato che comunque dovrebbe essere previsto, con riconoscimento giuridico, una sola volta in tutta la carriera docente.
È inoltre necessario prevedere una specifica copertura finanziaria aggiuntiva.
In questa fase drammatica per l'Università è indispensabile riprendere immediatamente la mobilitazione in tutti gli Atenei coinvolgendo, negli Organi collegiali e nelle Assemblee, le diverse componenti universitarie.
In quest'ambito, dal 14 al 18 febbraio (settimana precedente l'inizio della discussione alla Camera) è necessario promuovere iniziative all'interno ed all'esterno degli Atenei, con modalità analoghe a quelle già attuate all'inizio dello scorso novembre. Tali iniziative dovranno essere estese ai giorni in cui sarà discusso il DDL.
Così come già indicato, il 21 febbraio 2005 (giorno di inizio della discussione del DDL) è importante l'occupazione simbolica dei Rettorati.
Il 22 febbraio 2005 si terrà davanti alla Camera un sit-in, che sarà seguito da una Conferenza stampa delle Organizzazioni unitarie della docenza.
Le Organizzazioni dei docenti confermano la manifestazione nazionale in Roma il 2 marzo 2005 e proclamano per lo stesso giorno lo sciopero dei docenti.
Le Organizzazioni unitarie della docenza incontreranno le Confederazioni sindacali per coinvolgere tutto il mondo del lavoro nell'opposizione alla politica governativa che va nella direzione dello smantellamento della ricerca e dell'alta formazione pubbliche.
Le Organizzazioni unitarie incontreranno i Presidenti dei Gruppi della Camera per rappresentare le posizioni e le richieste dell'Università.
Roma, 4 febbraio 2005