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COMUNICATO CENTRI DI RICERCA

Ricercatori e tecnologi
restano nell'area della dirigenza

Oggi la Camera, con un voto a larghissima maggioranza trasversale tra centro-destra e centro-sinistra ha respinto il decreto legge presentato dal Governo, all’interno del quale era contenuta una norma che riportava i ricercatori e tecnologi fuori dall’area della dirigenza e li ricollocava nel contratto del comparto ricerca.

La vicenda è al limite del grottesco e bene esemplifica l’attenzione e la cognizione di causa con cui vengono trattati ricercatori e tecnologi.

In primo luogo il Governo: quello stesso Governo che un anno fa ha collocato per legge ricercatori e tecnologi nella dirigenza, oggi presenta un decreto che rifa’ la strada al contrario; ammirevole esempio di coerenza e idee chiare.

Ma fosse la prima volta: già nel ’94 il primo Governo Berlusconi li aveva portati nella dirigenza, e fu poi il Governo di centro-sinistra successivo a tirarli fuori. Quattro volte avanti e indietro in 10 anni sono un po’ troppo anche per una politica confusionaria e disattenta come quella italiana.

E poi il totale disprezzo per le regole della rappresentanza: la collocazione di ricercatori e tecnologi, come di ogni figura professionale è materia contrattuale che spetta alle parti contrattuali come definite dalla normativa vigente. Un’ennesima incursione legislativa, un’invasione di campo che infrange le prerogative della contrattazione e le sottrae la sua materia tipica.

A quando un intervento di legge che modifichi unilateralmente lo stato giuridico, le condizioni di lavoro e retribuzione di ricercatori e tecnologi? Sta già capitando per i docenti universitari; annunciano l’intenzione di farlo per i docenti della scuola, portandoli fuori contratto e abolendo le RSU.

Eppure, nonostante questo marasma inaccettabile, se il decreto fosse passato almeno i ricercatori e tecnologi avrebbero potuto avere un contratto come gli altri, mentre sono costretti ad attendere l’incerta, ma certamente lontanissima, apertura di un tavolo contrattuale per tutta la dirigenza pubblica.

Una collocazione, quella nell’ambito della dirigenza che, per rispettare i vincoli normativi, reintrodurrà nel futuro eventuale contratto la norma sul licenziamento senza motivazione (il che contrasta lievemente con l’autonomia della ricerca, consentendo a qualunque ente di licenziare un ricercatore la cui attività non sia gradita).

E non potranno avere una rappresentanza sindacale, come tutti gli altri, perché sono fuori dalle elezioni delle RSU.

E in Aula alla Camera è successo di tutto: una maggioranza di centro-destra che smentisce il proprio Governo; il Governo che si spaventa e fa marcia indietro sul decreto affidandosi al voto dell’Aula; la maggioranza che vota contro il decreto, insieme con la maggior parte del centro-sinistra (perfino il relatore di maggioranza che ieri in Commissione era favorevole, oggi ha votato contro).

E la signora Moratti che angelicamente si stupisce e non capisce perché la gente protesta: davvero la ricerca italiana è nelle mani di pericoloso apprendisti stregoni.

Prot. n. p141

Roma, 15 ottobre 2004

La Segreteria Nazionale FLC CGIL
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