E’ questo il messaggio che parte dall’incontro delle Comunità Universitarie del Sud Italia tenutosi oggi a Potenza. Tagli, controriforme e devolution colpiscono particolarmente le Università del mezzogiorno.
La Comunità Universitaria dell’Ateneo Lucano si è incontrata stamattina (Giovedì 14 Ottobre oggi) con altre realtà Universitarie del Sud Italia, in un’Assemblea che ha visto la partecipazione di studenti, ricercatori, professori, precari e personale tecnico-amministrativo dell’Università della Basilicata. Erano presenti all’Assemblea delegazioni di docenti e studenti provenienti dall’Università e dal Politecnico di Bari, dall’Università di Salerno, di Napoli (Federico II), Lecce, Foggia, mentre hanno inviato il loro messaggio di adesione altre Università del Mezzogiorno.
Già nell’Assemblea, e poi nell’incontro di approfondimento che il Coordinamento di Ateneo ha avuto con i colleghi delle altre università, sono stati evidenziati i problemi affatto particolari (anche più gravi di quelli che accomunano tutte le Università italiane) che gli Atenei del Mezzogiorno già si trovano ad affrontare e che rischiano di aggravarsi in un futuro molto prossimo:
Alla luce di queste considerazioni, mentre viene annunciato che il DDL Moratti, come richiesto dalla CRUI (ma contro quanto richiesto dalla stragrande maggioranza degli Organi e delle Comunità Universitarie Italiane che su questo si sono ampiamente espressi) verrà portato in discussione alla Camera a Dicembre, solo dopo l’approvazione della finanziaria, acquista cruciale importanza quello che, appunto nella legge finanziaria, il governo sarà in grado di destinare alle Università.
E’ rispetto a questa scadenza ravvicinata che le Comunità Universitarie potranno effettivamente misurare la reale volontà del governo di sostenere o definitivamente affossare l’Università Italiana.
Tutti i presenti all’incontro con il Coordinamento di Ateneo hanno ribadito la richiesta che il DDL Moratti venga ritirato o radicalmente modificato solo a valle di una discussione aperta che coinvolga l’intero mondo dell’Universita’ e della Ricerca.
Nello stesso tempo scadenze più ravvicinate, sulla base delle quali eventualmente modulare durata e intensità della protesta in atto, sono state proposte perché vengano fatte proprie dall’intera Comunità Universitaria del paese:
Rispetto anche a tali richieste e alle risposte che ad esse verranno date, sarà possibile misurare nei tempi più brevi il senso di responsabilità del Governo rispetto alle agitazioni in corso (ed ai danni che ne stanno derivando) in moltissimi Atenei italiani.
La necessità di andare anche negli altri Atenei (come è già successo in Basilicata ed in altre Università) oltre il semplice coordinamento dei ricercatori, attivando ovunque Coordinamenti di Ateneo che coinvolgano tutta la comunità di coloro che studiano e lavorano nell’Università, è sembrata a tutti una iniziativa da promuovere e sostenere organizzando, man mano che essi si andranno costituendo, momenti di incontro a scala interregionale e nazionale. E’ apparso a tutti evidente la necessità di partire al più presto con la creazione di un coordinamento tra le Universita’ del Mezzogiorno (per le caratteristiche peculiari che in questa area del Paese rappresenta l’attacco subito dal sistema pubblico della ricerca e della formazione universitaria) quale momento intermedio per la creazione di una struttura analoga che coinvolga tutte gli Atenei italiani, e di organizzare nei tempi più brevi momenti di incontro e di discussione.
Altrettanto evidente è apparsa la necessità di aprire da subito un confronto aperto con la società civile e di invitare le forze politiche e sociali a sostenere a tutti i livelli territoriali (dal locale al nazionale) ed anche in sede legislativa, la battaglia in difesa della qualità, della continuità e dello sviluppo del sistema pubblico della ricerca e della formazione universitaria in Italia.
Al termine dell’incontro ciascuno dei presenti si è impegnato a portare tali temi di discussione all’interno dei propri Atenei in modo da farne proposte condivise da sottoporre al resto degli Atenei italiani.