MOZIONE DELL'ASSEMBLEA DEI RICERCATORI DELLA UNIVERSITA’ DI BASILICATA (21/9/2004)
A seguito della recente approvazione in Commissione Cultura della Camera del testo del DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari, che lascia aperte tutte le questioni che hanno determinato una ferma presa di posizione da parte del mondo accademico contro il DDL stesso, i ricercatori dell’Università di Basilicata:
- ribadiscono il proprio giudizio fortemente negativo sul DDL che, confermando la soppressione del ruolo dei ricercatori universitari, nega a questi ultimi il pieno riconoscimento di quel ruolo docente svolto negli ultimi venti anni nelle università italiane e che ha consentito, tra l'altro, l'attuazione del nuovo ordinamento didattico;
- si dichiarano fortemente contrari all'introduzione della figura del professore aggiunto che, nella proposta attuale, costituirebbe un semplice cambio di denominazione dell'attuale ruolo dei ricercatori, con l'introduzione di obblighi aggiuntivi di didattica e senza alcun vantaggio reale nè dal punto di vista giuridico nè da quello del trattamento economico;
- si oppongono fortemente all'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito che incoraggerà ancor di piùle attività rivolte all’esterno a scapito dell'impegno nella didattica e nella ricerca universitaria;
- sottolineano che la previsione di un precariato lungo e dalle prospettive incerte (in assenza di adeguati finanziamenti al sistema universitario)allontanerà sempre più i giovani dall'intraprendere la carriera universitaria, accrescendo in misura sempre maggiore quella "fuga dei cervelli" dal sistema universitario che sta penalizzando gravemente tutta la ricerca in Italia;
- considerano sbagliata la possibilità di assegnazione di posti di Professore di I fascia sulla base di convenzioni con imprese o fondazionia candidati che non abbiano superato un opportuno giudizio di idoneità (abolendo di fatto il nesso tra attività di ricerca e didattica caratteristico della formazione universitaria).
- ritengono del tutto illegittima l'invalidazione di concorsi già banditi, o addirittura già espletati (nel caso in cui non siano ancora stati approvati gli atti), a seguito dell'entrata in vigore del DDL;
- esprimono il proprio convinto appoggio nei confronti della protesta che sta emergendo da parte di tutto il corpo docente negli altri Atenei;
- considerano prioritario, per evitare un declino che diventa sempre più grave,l’assegnazione al sistema universitario italiano di risorse finanziarie adeguate a riavvicinare l'Italia al resto dei Paesi europei.
- chiedono un deciso cambio di rotta nella attuale politica universitaria al fine di assicurare qualità, continuità e sviluppo alla ricerca e alla didattica universitaria e che da subito (in segno di buona volontà):
- vengano restituiti alle Università italiane i fondi destinati agli aumenti stipendiali del personale docente e non docente impropriamente fatti gravare dal Ministero sui bilanci di Ateneo
- vengano immediatamente sbloccati i concorsi universitari
- venga, già nella prossima finanziaria, dato un segnale chiaro della volontà di procedere ad un reale allineamento delle risorse a disposizione del sistema universitario italiano rispetto a quelle disponibili negli altri paesi europei.
- venga sospeso nei suoi effetti e restituito al dibattito parlamentare, al dialogo con la comunità accademica e con le parti sociali, il progetto di riforma contenuto nel DDL Moratti.
Potenza, 21 Settembre 2004