I docenti insieme agli studenti ed al resto della Comunità Universitaria si incontrano per discutere e informare la comunità lucana dei gravi rischi di degrado del sistema universita’-ricerca in Ialia e in Basilicata.
Continua e si estende a tutti gli Atenei italiani l’agitazione della Comunità Universitaria. Dopo la fortissima adesione (quasi la totalità)del corpo docente e dell’Assemblea Generale di Ateneo di Giovedì scorso, alla mozione dell’Assemblea dei ricercatori dell’Università di Basilicata che chiedeva la sospensione immediata della didattica.
L’agitazione iniziata con la sospensione di tutte le lezioni continuerà da Lunedì 4 Ottobre con l’avvio di lezioni aperte al pubblico durante le quali i docenti insieme agli studenti ed al resto della Comunità Universitaria si confronteranno e daranno informazioni sulla grave situazione del sistema pubblico della ricerca e della formazione universitaria italiana e sulla possibilità concreta e a breve termine di un suo collasso a seguito delle recenti iniziative legislative e dei tagli di bilancio (tagli ai finanziamenti, DDL Moratti, etc).
E’ quanto comunicato oggi dal Coordinamento di Ateneo (costituito su mandato dell’Assemblea Generale di Ateneo) durante la Conferenza Stampa tenutasi oggi presso l’Aula 6 della Facoltà di Agraria.
Durante la conferenza alla quale hanno partecipato tutte le componenti del Coordinamento (che include docenti, ricercatori, studenti, precari e personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo) sono state comunicati le iniziative dei prossimi giorni:
a Potenza Lunedì 4 e Martedì 5 Ottobre dalle ore 9:30
Aula Magna Campus Universitario di Macchia Romana
Aula Magna di Lettere
a Matera Lunedì 4 e Martedì 5 Ottobre dalle ore 9:30
Aula Magna di Via Lazzazzera
Durante la Conferenza Stampa è stato peraltro sottolineato l’impatto particolarmente negativo che le iniziative legislative in corso, assieme ai gravi tagli di bilancio operati negli anni scorsi, avrebbero per le Università di piccole dimensioni come l’Ateneo Lucano. In questo contesto un ruolo speciale potrebbero giocare le forze politiche e gli organi di governo locali alle quali il Coordinamento chiede piani di intervento di ampio respiro (sui servizi, sulle infrastrutture, sulla ricerca, etc) da coordinare con gli organi di governo dell’Ateneo.