L’FLC-CGIL dell’Università di Basilicata sostiene appieno le iniziative di mobilitazione e di lotta intraprese nelle Università contro il disegno di legge delega sullo stato giuridico della docenza universitaria (DDL Moratti).Appare infatti gravissimo l’attacco che viene portato al sistema pubblico della ricerca e della formazione universitaria italiana tanto che contro tale provvedimento e a sostegno della mobilitazione in atto si sono ripetutamente espresse le Organizzazioni sindacali, le Associazioni della docenza universitaria e dei precari (ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL-Università, CISL-Università, CNU, FIRU, FLC-CGIL, NIDIL-CGIL, SNALS, UDU, UIL-PA-UR), nonché i massimi organi di governo degli Atenei italiani.
A fronte di tale protesta, in presenza di un Disegno di Legge Delega che già sottrae alla normale dialettica parlamentare un tema di così grande rilevanza, il Ministro ha continuato a rifiutare qualunque tipo di interlocuzione diretta tanto con le Organizzazioni sindacaliquanto con la Comunità Universitaria. Nel documento unitario (21 Ottobre) delle Organizzazioni sindacali è stata indicata nella settimana dall’8 al 12 novembre, il periodo nel quale fare convergere il massimo numero di iniziative di protesta e mobilitazione. Invitiamo pertanto tutta la Comunità Universitaria del nostro Ateneo a partecipare a tali iniziative.
E’ necessario peraltro che su alcuni aspetti della protesta venga fatto il massimo di chiarezza.
Per quanto riguarda la forma di protesta messa in atto in molti atenei (ritiro da parte dei docentidella disponibilità a ricoprire incarichi di docenza non obbligatori perlegge) va detto che essa non si configura come forma di sciopero, ma come semplice rinuncia a continuare a prestare una attività aggiuntiva che essi “non sono tenuti a fare, ma che hanno fatto volontariamente finora tenendo in piedi l’università”(dal comunicato unitario delle OO.SS. del 21 Ottobre).Nel nostro Ateneo tali prestazioni volontarie (e, ormai da anni, gratuite) hanno permesso di far fronte alle maggior richieste di docenza conseguenti all’applicazione dei nuovi ordinamenti (3+2) e diaumentare l’offerta didattica e il bacino d’utenza del nostro Ateneo. Se i docenti del nostro Ateneo si attenessero ai soli carichi didattici obbligatori,meno del 60% dei corsi potrebbe essere erogato né è certo che a bilancio sia possibile trovare tutte le risorse necessarie per sopperire a tale carenza di docenza con contratti.
La sospensione della didattica decisa dal nostro Senato Accademico (dopo analoghe decisioni prese in altri Atenei, da singole facoltà e/o da SS. AA. come quello di Palermo, e precedendo altri SS. AA., ad es. di Lecce e di Napoli II) non configura uno scenario in cui un docente “aderisce” a una forma di protesta, ma una condizione in cui non è consentito ad alcuno svolgere alcuna lezione.
La FLC-CGIL dell’Università della Basilicata esprime peraltro la sua preoccupazione per il realizzarsi di decisioni istituzionali estreme che, se non affiancate da adeguate iniziative di confronto con i massimi livelli istituzionali, accademici, sindacali e politici, rischierebbero di provocare solo un grave disagio a carico degli studenti, senza reali prospettive di successo sui tempi lunghi che l’iter parlamentare prospetta.
Nella nostra Università gli effetti negativi della politica di questo governo si verranno a sommare ad una situazione finanziaria già difficile e che ad oggi non ci consente niente altro se non la semplice sopravvivenza. La preoccupazione sugli effetti della precarizzazione voluta dal governo deve riguardare tutti: non sembra pensabile, per esempio, che alcune categorie di lavoratori saranno “automaticamente” immuni da effetti negativi. Appaiono pertanto ingiustificati, pretestuosi e fondati su grossolane imprecisioni, gli attacchi che dall’interno di parte del mondo sindacale del nostro ateneo sono stati diretti contro docenti e ricercatori e contro le loro “lotte private”.
E’ importante invece che la mobilitazione continui e si estenda, evitando artificiose divisioni e contrapposizioni all’interno della comunità universitaria che deve invece rispondere in modo unitario ad un attacco che investe in maniera particolarmente drammatica le prospettive stesse di sopravvivenza di Atenei come il nostro.
La FLC-CGIL dell’Università di Basilicata rinnova pertanto l’invito rivolto a tutta la Comunità Universitaria a che si estenda una mobilitazione forte, informata e responsabile a difesa del sistema pubblico della ricerca e della formazione universitaria, per la libertà di ricerca e di insegnamento, per il diritto ad una formazione universitaria di qualità per tutti gli studenti.
Dall’8 al 12 novembre tutti insieme per una Università e un Paese migliori.
Potenza 26 Ottobre 2004