Nella giornata di oggi è stato risiglato il contratto dell’Università, al termine del lunghissimo esame da parte del Governo, durato da fine luglio ad oggi. L’iter dell’approvazione, non ancora concluso, è stato particolarmente tormentato. Il nostro lavoro di questo ultimo mese, fatto di contatti, approfondimenti, rafforzamento della convinzione nella bontà delle decisioni assunte, ha prodotto il risultato atteso: la Conferenza dei Rettori ha convenuto con noi sulla impossibilità di cambiare l’equilibrio del contratto, decidendo responsabilmente di confermare il testo per intero, salvo una modifica del tutto marginale all’art. 3 comma 4.
Dopo la sottoscrizione dell’ipotesi di accordo, avvenuta per l’appunto a fine luglio, il testo, come prevede la legge, è stato inviato al Governo nella figura dei Ministeri competenti, Economia e Funzione Pubblica, deputati a istruire la pratica per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. L’ipotesi è stata trattenuta per oltre due mesi, fino ai primi di novembre, dal Ministero dell’Economia, che in quei giorni si è finalmente deciso a inviare il proprio parere alla Funzione Pubblica: un parere pesante e dettagliato, pieno di rilievi critici su molti punti, spesso del tutto immotivati, un parere che richiedeva profonde modifiche al testo e che fa pensare ad una precisa volontà di dilazionare ancora i tempi del contratto. Un parere che cancellava punti decisivi del contratto, da parti dell’ipotesi sui Policlinici agli istituti economici, a importanti pezzi di normativa. Di fronte a una simile quantità di osservazioni, e di tale peso, il Consiglio dei Ministri ha accolto i rilievi critici del Ministero e li ha trasmessi all’Aran. Si è aperta a quel punto una fase delicatissima perché le modifiche richieste avrebbero stravolto punti centrali dell’ipotesi di accordo, ipotesi sulla quale gli iscritti alla Cgil avevano espresso a larghissima maggioranza un parere favorevole attraverso il referendum.
Delicatissima, inoltre, perché non si è più nel corso della trattativa, con un tavolo aperto dove affrontare i problemi, ma su cui si può intervenire solo in via del tutto informale, senza la possibilità di dare conto ai lavoratori dello stato di avanzamento dei lavori. Come è noto, dopo il parere del Governo la palla torna alle parti che hanno contrattato, e le norme vigenti assegnano al Comitato di Settore, cioè nel nostro caso alla Conferenza dei Rettori, il potere di decidere che cosa cambiare, cosa mantenere e quale testo finale firmare. E’ chiaro che davanti a osservazioni così pesanti del Governo la stessa Conferenza si trova in una condizione di grave imbarazzo: c’era il rischio concretissimo che saltassero punti decisivi, e ci saremmo trovati nella condizione di non firmare il contratto, ricominciando tutto da capo, oppure restando proprio senza. Il nostro lavoro di questo ultimo mese, ha portato ad una decisione giusta e condivisibile nel merito del testo, che sottolinea la responsabilità delle parti contrattuali nei confronti delle ingerenze vessatorie del parere del Governo.
L’iter purtroppo non è finito perché ora il contratto deve essere sottoposto alla verifica della Corte dei Conti, e questo sarà l’ultimo passaggio prima della firma definitiva. Auspichiamo che la Corte rispetti i tempi stabiliti dalla legge (non come l’ultimo contratto, in cui i tempi furono abbondantemente sforati), ma siamo determinati a concludere positivamente e a portare a casa un contratto che i lavoratori hanno atteso e voluto.
p.la Segreteria Nazionale FLC CGIL
Marco V. Broccati
I contratti collettivi integrativi conterranno apposite clausole circa tempi, modalità e procedure di verifica della loro attuazione. I contratti collettivi integrativi in vigore conservano la loro efficacia giuridica ed economica fino alla stipulazione dei successivi contratti collettivi integrativi.
soppresso (Nelle more della stipula, le Amministrazioni debbono garantire che il salario accessorio, impegnato o erogato con la precedente trattativa integrativa, continui ad essere erogato con le modalità e gli importi ivi previsti.)