Elezioni RSU

votazioni 9 – 10 – 11 dicembre 2003

 
 
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Solo alcuni tutor e il contratto sul fondo

Indice

 

D.  
  La dirigente è orientata comunque a nominare i "tutor”, anche se il collegio docenti si è espresso per il rinvio di ogni decisione.
Alcuni colleghi ci hanno detto, dovendo comunque fare questo lavoro in più, che volevano che una parte del fondo fosse destinata per l' "aggravio di lavoro che tale compito comporta".

Sì, lo so che come sindacato noi affermiamo che al momento in contrattazione per il tutor non ci sono capitoli specifici di spesa, ma io al tavolo rappresento me e il sindacato soltanto o anche, o meglio, soprattutto, i colleghi che fanno una richiesta specifica? Inoltre la motivazione non sarebbe "diamo i soldi ai tutor" ma diamo i soldi a chi si trova di fatto oberati da un lavoro che non ha chiesto di fare, ma gli tocca fare.
Ecco, su questa cosa non so proprio come muovermi.
R.

Hai ragione ad essere dubbiosa. Non c’è la risposta esatta ma vi sono diversi aspetti da prendere in considerazione e poi decidere scegliendo la soluzione migliore. Per brevità e anche per la domanda da te proposta mi attengo solo agli aspetti relativi al trattamento economico.

1. Affronterei anzitutto la domanda che ti fai: il delegato risponde al sindacato o ai lavoratori? La domanda forse è mal posta. Non devi scegliere tra sindacato e lavoratori come se il sindacato non volesse difendere gli interessi dei lavoratori. Si tratta piuttosto di valutare la situazione tenendo presente che c’è anche una vertenza in corso. Trovare soluzioni scuola per scuola rafforza o indebolisce la vertenza in atto? Credo che ci debba essere un legame tra la vertenza locale e quella nazionale ed è interesse di tutti che la vertenza nazionale vada a buon fine.

2. Il contratto nazionale deve chiarire in cosa consiste il lavoro del tutor, se ciò comporta un maggior carico di lavoro, come questo deve essere retribuito e con quali e quante risorse. Ma con un compenso che deve essere contrattato nazionalmente, cosa che, come sai, è oggetto della contrattazione in corso.

3. Rispetto al pagamento dal fondo attuale, il contratto nazionale di lavoro non lo prevede, quindi i docenti che dovessero accettare tale incarico (volontariamente o meno), non possono poi accampare alcun diritto  in tal senso. Le risorse del fondo dell’istituzione scolastica (FIS) sono risorse vincolate e possono essere utilizzate per retribuire solo quanto previsto all’art. 86 c. 2 del contratto.

4. La scuola (il DS) può pagare autonomamente il tutor? No, perché le attività connesse a tale incarico non rientrano nelle tipologie di attività aggiuntive (d’insegnamento o funzionale) che spetta al collegio deliberare, e che è possibile pagare come previsto all’art. 86 c. 2 lett. b) e c) del contratto, cioè con i compensi orari stabiliti nell’allegato 5. Né si può retribuire come “flessibilità organizzativa e didattica” di cui alla lett. a) sempre dell’art. 86. In ogni caso il compenso non potrebbe che essere forfettario (al pari di quello spettante, ad esempio, alle funzioni strumentali o ai collaboratori del DS) e quindi spetta solo alla contrattazione definirne l’importo.

5. C’è chi sostiene che si può pagare dal fondo sulla base di quanto previsto all’art. 86 c. 2 lett. j). Tale punto prevede la possibilità di pagare ”altre attività” (e non incarichi) deliberate nell’ambito del POF. Quindi solo se decise dal collegio (perché attengono alla didattica) e ratificate dal Consiglio d’Istituto. Non se imposte da “altri”. Poi la lettera j), in ogni caso, si riferisce ad attività aggiuntive per cui le cose sono due: o il tutor è obbligatorio, come sostiene il MIUR o qualche DS e allora non ha nulla a che vedere con le attività aggiuntive di cui alla lettera j) oppure non è obbligatorio e quindi si configura come attività aggiuntiva liberamente decisa dal collegio docenti e liberamente accettata dai docenti. In ogni caso spetta sempre (e solo) alla contrattazione (e non ad altri unilateralmente) definirne l’importo forfetariamente.

6. Infine! Se anche ci fosse il consenso di tutti (quindi anche della RSU) e si decidesse di pagare in modo minimamente dignitoso questa “attività” (che rientra tra gli obblighi di tutti) a 2/3 dei docenti, perché l’altro 1/3 viene arbitrariamente esonerato, la conseguenza è che di fatto non rimarrebbe nulla del fondo attuale per progetti o altro.

Per concludere ribadiamo quanto da noi sempre sostenuto. Ammesso anche che si accettasse o che si concordasse di attivare “volontariamente” questa “figura” gerarchica voluta dal Ministro, senza una modifica/integrazione del contratto nazionale e, soprattutto, senza specifiche risorse aggiuntive, non solo non si è obbligati a farlo, ma nemmeno è possibile pagare legittimamente dal fondo né, tanto meno, la RSU “è obbligata” a farlo perché lo richiede una parte dei lavoratori.