Ma i telegrammi della scuola chi li paga?
La CGIL Scuola, sulla base di
alcune segnalazioni provenienti dai varie parti d’Italia, ha
inviato il 7 marzo 2003 una lettera al MIUR e per conoscenza all’Anci
con la quale si è richiamata l’attenzione del Ministero sulle
gravi difficoltà in cui verranno a trovarsi le scuole se dovesse
essere dato seguito alla presa di posizione dell’Anci
(Associazione Comuni d’Italia) con cui si afferma che le
istituzioni scolastiche dovranno farsi carico delle spese della
dettatura telegrammi e dei fax.
Il Presidente dell’Anci, Leonardo
Domenici, rispondendo al nostro Sindacato, ha ribadito la
posizione già nota e ha allegato una scheda di approfondimento
(proprio quella su cui si basata la lettera della CGIL Scuola) con
cui si spiega come i telegrammi dettati per telefono sono da
intendersi non spese telefoniche ma postali e perciò a carico
delle scuole.
Alla lettera della CGIL scuola il
Capo di Gabinetto del Miur, destinatario primo e diretto della
nostra richiesta di intervento chiarificatore, ha dato riscontro
indirizzando una Nota alla Direzione generale per
l’Organizzazione dei Servizi nel territorio del MIUR (e per
conoscenza al Dipartimento per lo sviluppo dell’istruzione e per i
servizi nel territorio dello stesso MIUR e alla CGIL Scuola)
invitandola a mettere in atto “ogni utile iniziativa eventualmente
anche di concerto con il Ministero degli Interni volta a risolvere
la questione”. Il Gabinetto ha inoltre chiarito che tali spese,
anche secondo un’autorevole risoluzione del Consiglio di Stato del
25-9-1996, sono da intendersi a carico dei Comuni.
Naturalmente si comprendono le
ragioni delle puntualizzazioni dell’Anci, a fronte del drastico
taglio dei trasferimenti statali agli Enti locali che mettono a
rischio la “tenuta” dello Stato sociale e il possibile venir meno
dei servizi che i Comuni hanno finora erogato ai cittadini.
Il nostro auspicio e la nostra
iniziativa vogliono essere un contributo nella direzione di una
risoluzione rapida della questione affinché non abbiano a
soffrirne proprio le scuole, che sono costrette ad operare con lo
strumento telegrafico, soprattutto in materia di stipula dei
Contratti a tempo determinato.
Pubblichiamo di seguito la
lettera di segnalazione della CGIL Scuola, la lettera del
Presidente dell’Anci e la lettera del Gabinetto del MIUR inviate
al nostro Sindacato.
Roma, 9 aprile 2003
La lettera
della CGIL Scuola
Oggetto: spese a carico dei
Comuni per dettature telegrammi, dati e fax
Pervengono alla scrivente
Organizzazione Sindacale segnalazioni da parte delle scuole circa
il fatto che alcuni Comuni, anche sulla base di una Nota dell’Anci
(Associazione Nazionale Comuni d’Italia), non intendono farsi
carico delle spese derivanti dalla dettatura telefonica dei
telegrammi, dalle trasmissioni dati e fax.
Il conferimento delle supplenze,
tanto per esemplificare, anche per precise prescrizioni del
Regolamento concernente l’attivazione del rapporto di lavoro con
contratto a tempo determinato, non può prescindere dall’uso del
telegramma dettato per telefono.
Al fine di evitare inutili
contenziosi fra le scuole e i Comuni e al fine di non complicare
la funzionalità delle procedure per il conferimento delle
supplenze, e, in generale, per non appesantire il funzionamento e
la stessa libertà operativa delle unità scolastiche, si sollecita
un intervento chiarificatore in merito.
Roma 7 3
2003 Il Segretario
Generale della CGIL Scuola
Enrico Panini
La
risposta dell’Anci
Roma 13 3 2003
Egregio Dott. Panini,
volentieri rispondo alla sua del
7 marzo, in cui chiede al Ministro dell’Istruzione dott.ssa L.
Moratti un intervento chiarificatore sull’incompetenza dei Comuni
rispetto alle spese telegrafiche delle scuole.
In merito le allego una
scheda predisposta dai nostri esperti, dopo un approfondimento
della materia.
Le faccio altresì presente
che i Comuni sono sempre molto attenti a garantire la funzionalità
del servizio scolastico, affrontando sia gli oneri
tradizionalmente considerati obbligatori che molti altri oneri
aggiuntivi, anche se i bilanci offrono sempre meno spazi per una
effettiva scelta degli amministratori di poter rispondere alle
esigenze dei cittadini.
Concludo ricordandole comunque
che qualsiasi nuovo onere dovesse essere attribuito ai Comuni,
anche derivante solo da una diversa organizzazione amministrativa
statale, non può essere assunto senza la necessaria copertura
finanziaria.
Con i più cordiali
saluti
Leonardo Domenici
La risposta del
Miur
Roma 18 3 2003
Oggetto: spese a carico dei
Comuni per dettature telegrammi, dati e fax
Viene da più parti segnalato a
questo Ministero che alcuni Comuni rifiutano di farsi carico di
talune tipologie di spese telefoniche direttamente connesse al
funzionamento delle scuole, quali i telegrammi per la convocazione
dei supplenti e i fax per il necessario invio dei dati.
Al riguardo si richiama
l’attenzione di codesta Direzione generale sull’opportunità di
evitare che tra le istituzioni scolastiche e i cennati Enti
locali venga ad instaurarsi un inutile e sterile contenzioso che
andrebbe ad influire in ultima analisi sulla qualità del servizio
reso all’utenza.
Codesta Direzione generale
vorrà valutare ogni utile iniziativa eventualmente anche di
concerto con il Dicastero degli Interni volta a risolvere la
questione.
Ad ogni buon conto si ricorda
che la questione degli oneri a carico degli Enti locali per il
funzionamento delle scuole statali è stata autorevolmente risolta
dal Consiglio di Stato il quale nella motivazione del parere N.
1784/96 del 25 9 1996, ha chiarito che “ l’articolo 3 della Legge
23 del 1996, adoperando l’espressione più ampia “spese varie
d’ufficio” non ha fatto altro che ricomprendere tutto ciò che
serve a far funzionare normalmente la scuola”, si prega codesta
Direzione Generale di volere interessare il Ministero degli
Interni al fine di sensibilizzare l’Anci sul problema segnalato.
Il Capo di Gabinetto |