Pur contenendo delle misure che valutiamo positivamente, non possiamo che esprimere insoddisfazione per la manovra, augurandoci che nel percorso ancora lungo che il disegno di legge deve affrontare, esistano i margini per correzioni non marginali della sua impostazione.
E’ nuovamente il momento della Legge Finanziaria; la seconda del Governo Prodi.
Quella dell’anno passato aveva il compito gravoso di sanare il bilancio dello Stato, uscito disastrato da cinque anni di finanza allegra di Tremonti e Berlusconi.
Una finanziaria molto pesante che rimandava ad un secondo momento una politica di redistribuzione del reddito e di maggiore equità sociale.
Il mondo del lavoro dipendente aveva quindi attese e aspettative legittime, in particolare dopo l’ennesimo atto di estrema responsabilità dimostrato con la sottoscrizione del protocollo sul welfare.
Da questo punto di vista, ed in particolare da quello del mondo dei lavoratori della conoscenza, produciamo un primo commento e delle prime schede esplicative del disegno di Legge finanziaria per il 2008, con l’avvertenza che siamo ancora in presenza di un testo che potrà subire alcune leggere modifiche che però non dovrebbero incidere sulle scelte di fondo che qui intendiamo evidenziare.
Come sopra detto, ci aspettavamo che il centro motore di questa finanziaria fosse la tutela del lavoro, quello che, avendo sempre pagato le tasse, ha maturato il diritto a chiedere che gli torni qualcosa in termini di incremento di reddito, di miglioramento e gratuità dei servizi, di investimenti nel campo della ricerca e della formazione per garantire un futuro alle nuove generazioni ed al paese tutto.
Ci troviamo invece davanti ad una scelta di tipo diverso: ancora una volta il lavoro dipendente e la sua valorizzazione, non costituiscono il riferimento sociale centrale della politica del Governo. Scelta, questa, che non possiamo più definire come figlia o prodotto della necessità economica.
Non vogliamo sottacere che anche questa finanziaria, come quella precedente, contiene altresì delle misure che valutiamo positivamente, ma il bilancio complessivo che i settori della conoscenza ne possono trarre, è motivo di insoddisfazione e di protesta.
In particolare vogliamo sottolineare quattro elementi:
Non possiamo quindi che esprimere insoddisfazione per la manovra, augurandoci che nel percorso ancora lungo che il disegno di legge deve affrontare, esistano i margini per correzioni non marginali della sua impostazione.
Roma, 3 ottobre 2007