Il Consiglio dei Ministri con il decreto Bersani sulle liberalizzazioni e un disegno di legge, introduce modifiche al sistema scolastico nella scuola superiore. Previste anche agevolazioni fiscali per le donazioni.
Un decreto e un disegno di legge per introdurre alcune modifiche all’impianto della Legge 53/03 riguardante la scuola superiore e per introdurre le stesse agevolazioni fiscali previste per le donazioni alle fondazioni, anche alle scuole.
Con questi mezzi il Ministro Fioroni ha scelto di avviare la “sua” riforma della scuola, in particolar modo di quella superiore. Le due misure sono state varate ieri dal Consiglio dei Ministri, con molta enfasi sui giornali che si sono sbilanciati a parlare di cancellazione della riforma Moratti. In realtà di questa sono cancellati solo due licei, il tecnologico e l’economico, per ridare spazio agli attuali istituti tecnici e professionali, con qualche aggiustamento a quanto sembra.
Ma andiamo con ordine: dei due provvedimenti il primo, cioè il decreto, sarà contenuto all’interno del decreto Bersani (e quindi avrà una più rapida attivazione, salvo eventuali modifiche in sede di conversione parlamentare), il secondo, cioè il disegno di legge, avrà un iter proprio, con tanto di approvazione parlamentare (e quindi con tempi più lunghi).
Il decreto prevede sostanzialmente tre punti:
Per quello che riguarda la scuola superiore, il decreto sembra riportare la situazione a quella attuale con il recupero degli istituti tecnici e di quelli professionali, si apre invece un grosso punto interrogativo sui cosiddetti poli tecnico-professionali che comprendono le fantomatiche strutture formative, e la formazione tecnica superiore.
Una riverniciata e una sistematizzazione di pezzi che attualmente già agiscono nel sistema dell’istruzione: istituti, IFTS, percorsi triennali (ma non dovevano andare ad esaurimento?), enti di formazione, con una discreta confusione su ruoli, compiti e funzioni, soprattutto nei riguardi dell’obbligo di istruzione.
Per quello che riguarda il terzo punto, le agevolazioni fiscali per le donazioni, è evidente il forte rischio di distribuzione ineguale di tali finanziamenti e quindi di sostanziale iniquità fra le scuole più fortunate e scuole meno fortunate. La promessa di istituire un fondo di perequazione conferma tale rischio, non sventandolo completamente, infatti la sua efficace applicazione desta più di un sospetto.
Il disegno di legge prevede invece una più organica, ma non meno discutibile, trattazione dell’impianto scolastico attraverso:
Nel merito del disegno di legge, per i primi due punti rimandiamo a quanto pubblicato due giorni fa, per il resto:
Occorre tenere presente che il disegno di legge, essendo sottoposto all’approvazione parlamentare, potrà essere oggetto di una battaglia e di un confronto più lungo.
Entrambi i provvedimenti meritano alcune nostre osservazioni sul metodo e nel merito:
Sul metodo: per l’ennesima volta siamo di fronte a scelte in cui la scuola reale non è stata coinvolta né direttamente né attraverso le sue rappresentanze più significative: in perfetta continuità con il passato si continua a fare “riforme” in perfetta solitudine, all’ombra di commissioni misteriose, senza alcuna interlocuzione democratica, ...salvo per il “Progetto ASCOLTO”.
Nel merito: anche a voler prendere per buone le rassicurazioni sulle fondazioni (ma persino l’analogia è inopportuna!), nell’insieme il modello che ne esce non è per niente rassicurante.
Riesce difficile districarsi nella pluralità di definizioni e comprendere il progetto che sta dietro: “istruzione tecnico-professionale”, “istituti tecnici”, “istituti professionali”, “poli tecnico-professionali”, “formazione professionale”, “istruzione e formazione professionale”, “istruzione e formazione tecnica superiore”, “istituti tecnici superiori” e persino “strutture formative accreditate per il conseguimento di qualifiche professionali”.
E’ difficile sfuggire all’impressione di un pasticcio rimescolato, che cerca di salvare capra e cavoli!
Roma, 26 gennaio 2006