Il taglio si riduce ma i problemi di funzionalità restano ancora
Con l’emanazione della odierna circolare n. 19, il MPI licenzia lo schema di decreto interministeriale relativo alle dotazioni organiche del personale docente per l’anno scolastico 2007/2008.
I materiali di riferimento sono quindi:
La CM n. 19 del 13 febbraio 2007
La tabella 1 (allegata al CM) contenente il riepilogo delle riduzioni da operare in organico di diritto
Le scelte dure di taglio compiute dalla legge finanziaria sulla scuola, su cui la FLC Cgil ha già espresso con nettezza il proprio giudizio negativo, giungono adesso nello loro fase attuativa e di gestione con questo primo atto, l’emanazione della circolare sugli organici del personale docente.
La circolare limita il suo intervento alle previsioni del comma 605, lettera a), nonostante le ripetute richieste avanzate dalla FLC perché si ponesse alla base del ragionamento la funzionalità della scuola, l’Amministrazione interviene invece solo su un pezzo (il personale docente) sul quale pesa un insieme di norme annunciate ma non definite (dalle sezioni primavera all’ EDA ) per le quali prosegue il “vecchio” orizzonte legislativo ed ordinamentale.
La circolare quindi si assesta intorno ai punti fermi determinati legislativamente negli anni precedenti: tetti regionali, colmatura delle cattedre a 18 ore, Legge 53/03 e decreto 59 e affronta i tagli previsti dalla Finanziaria per il 2007.
Atto primo
Riassumendo quindi l’ammontare dei posti in meno da realizzare in organico di diritto per attuare gli obiettivi della finanziaria 2007 si “riduce” a: 14.162 – 2.453 – 4.473 = 7.236 posti docenti in meno.
Atto secondo
Con la tabella allegata alla circolare n.19/07 quindi si distribuisce l’organico alle singole regioni decurtato di 7.236
Atto terzo
Si affida alla gestione dei Direttori Regionali, nelle singole regioni, il taglio, rammentando loro che:
Atto quarto
Si confermano le norme esistenti, cioè i decreti n. 331/98 per la formazione delle classi e il n. 141/99 per quelle in cui sono inseriti gli alunni disabili, ma si affida alla valutazione territoriale la possibilità di non sdoppiare le classi “ in presenza di un limitato numero di alunni (1 o 2 in più) eccedenti i parametri previsti” nel decreto 331/98.
Tale possibilità è resa del tutto residuale invece per quanto previsto dal DM 141/99.
Atto quinto
Saranno poi le singole direzioni regionali che decideranno, le possibili azioni suggerite sui diversi ordini di scuola,e l’assetto dell’offerta formativa nel proprio territorio.
La scelta compiuta dal MPI è quindi quella di affidare al confronto nelle singole regioni, sulla base di una analisi attenta del proprio territorio, le scelte finali.
Una scelta comprensibile in una fase di transizione ancora indefinita nella parte normativa ed ordinamentale, che richiederà comunque una grande capacità di confronto trasparente, di equilibrio nei singoli territori e tra i vari gradi di scuola, per evitare una sorta di “dimensionamento amministrativo” che non dialoghi con i cittadini, evitando che le scuole, sulla base dello stesso ordinamento, offrano nei fatti una formazione diversa.
E’ questo il cuore politico del problema “funzionalità delle scuole” rivendicato da anni dalla FLC Cgil: la scuola dell’autonomia richiede rigore e progettualità territoriale ma ha anche bisogno che sciolgano le contraddizioni normative che ancora pesano sulla materia liberando la loro capacità di programmare l’offerta formativa.
Nel confronto informativo non semplice con l’Amministrazione, come sempre quando si è di fronte ad una riduzione la FLC ha ragionato sempre nella prospettiva della operatività concreta delle scuole autonome, consapevole delle molte sofferenze che negli anni si sono accumulate
E’ sempre più evidente, infattiche occorre ridefinire un insieme di regole generali che assumano “strutturalmente” i problemi sociali ed educativi complessi che la scuola oggi deve affrontare.
Così come gli alunni disabili fanno “normalmente” parte della scuola, altrettanto deve essere messo in atto per gli stranieri, per il bullismo, la legalità, la dispersione…. Il nostro Paese, per le sfide di sviluppo che deve e vuole affrontare va dotato di una scuola solida.
Le prospettive educative che vogliamo offrire ai giovani hanno bisogno di una scuola capace di assicurare il diritto allo studio e la dotazione organica è il fulcro che va garantito in modo stabile e definitivo.
Roma, 13 febbraio 2007