Si è tenuto stamattina un lungo incontro con il Ministro Fioroni, nato dalla richiesta sindacale di apertura di tavoli di confronto conseguente la dichiarazione dello stato di mobilitazione del personale della scuola
Convocata dal Capo di Gabinetto è stata avviata oggi da una lunga, densa e variegata introduzione del Ministro Fioroni, una riunione su tutte le questioni ancora aperte nelle scuola.
Il Ministro ha esordito invocando il massimo rigore nei confronti dei responsabili di episodi, recentemente apparsi sulla stampa, come quello di violenza nei confronti del giovane disabile, che offendono tutti e che considera incompatibili con la professionalità di chi insegna.
Ha annunciato, a partire da qui, l’intenzione di istituire una commissione di indagine conoscitiva sullo stato dell’integrazione dei diversamente abili nelle nostre scuole.
Ha poi ricondotto la riunione agli argomenti, non pochi, della legge finanziaria sulla scuola confermando la propria volontà al confronto con le organizzazioni sindacali per tutte le questioni che attengono il personale ed ampliando l’attenzione a quelle questioni che attengono “l’area di ascolto del Ministro”.
Su questa parte ha confermato l’intenzione di voler avviare la revisione delle Indicazioni Nazionali del primo ciclo, di voler approfondire l’obbligo di istruzione, di voler risolvere il tema “licenza media”, e di iniziare una fase di confronto sul secondo ciclo, ma su nessuno di questi punti è stato esplicitato il come, rinviandoli a confronti successivi alla approvazione della legge finanziaria.
Il Ministro ha dovuto abbandonare presto il tavolo, a causa dei propri impegni di Governo connessi alla legge finanziaria, e su molti temi ha rinviato l’informazione, condizionandola anche agli esiti del confronto imminente sul sempre più probabile maxi-emendamento del Governo.
Il confronto è proseguito con il Capo di Gabinetto ed i dirigenti del Ministero.
La FLC Cgil ha auspicato confronti di merito sui tanti problemi della scuola e del personale che in esso lavora con professionalità ogni giorno, ma che non fa “notizia”. Ciò che fa notizia, invece, può e deve essere perseguito con gli strumenti della giustizia civile e penale che sono dovuti per la loro gravità.
Quello che preoccupa la FLC è invece il silenzio e l’incertezza che grava sul lavoro quotidiano della gente di scuola, che si legge sui giornali e si sente chiamata in causa e sempre più caricata di funzioni “salvifiche”. La FLC Cgil non accetta questa esaltazione del ruolo e della funzione della scuola da parte di tanti che poi si guardano bene dal corrispondervi risorse e strumenti adeguati. La scuola autonoma è uno dei soggetti che opera nel territorio, che concorre per le proprie competenze, ma non può risolvere da sola la complessità dei processi educativi e di integrazione oggi sempre più necessari.
La FLC Cgil ha poi richiamato i temi oggetto della riunione partendo dal cuore del problema, le relazioni sindacali.
Questa è diventata oggi una delle malattie gravi di cui risente il comparto, per 5 anni sono state compiute scelte, da parte di tutte le Direzioni generali, che hanno avuto ed hanno ricadute sull’organizzazione del lavoro e sugli impegni del personale senza mai avviare un serio confronto. La prima risposta deve essere quindi quella di assumere le relazioni sindacali nel metodo ordinario di una buona prassi amministrativa, non episodica né occasionale, né di buona volontà dei singoli
Nel merito delle ragioni più specifiche della dichiarazione dello stato di agitazione legate alla legge finanziaria per la parte delle scuola, della necessità di momenti di confronto per chiarire ed approfondire, per gli effetti che hanno sul lavoro del personale, la FLC CGIL ha indicato alcuni blocchi tematici, ricordando di aver prodotto anche richieste emendative specifiche sui singoli punti che saranno dettagliate nel confronto di merito.
L’intenzione di accreditare direttamente alle scuole le risorse (il fondo per le competenze previsto dall’art. 65) è apprezzabile, ma modalità, tempi di avvio delle procedure, governo della relazione scuola-amministrazione centrale, vanno assolutamente chiariti. Come occorre una netta distinzione tra le risorse del “funzionamento” e quelle di natura negoziale decentrata , tanto regionale che di scuola (il salario accessorio dei lavoratori!). Accanto a questo va ancora chiarito l’esito del testo sul ruolo dei Revisori conti e sulla revisione del Regolamento di contabilità. Anche i monitoraggi, ivi compreso quello sulle supplenze brevi, vanno articolati rispetto al lavoro che si intende chiedere alle scuole. Tutta questa partita necessita infine di un confronto sull’adeguamento delle procedure informatiche e delle strumentazioni di gestione di un sistema complesso.
Una economia, un taglio dello 0,4% non è sopportabile dalla scuola, né è possibile con una decretazione successiva che si ponga seriamente il problema di adeguare vecchi parametri distributivi alla accresciuta complessità delle scuola. Inoltre i tetti regionali, intervenuti su una situazione diseguale del Paese, vanno aboliti subito, prima di qualsiasi nuovo parametro, se non si intende cristallizzare la situazione attuale, insostenibile, o ridurre il diritto allo studio. Questione che vale anche per la complessa vicenda del sostegno e dell’integrazione dei diversamente abili ma anche degli stranieri sempre più diffusamente presenti nel territorio. I diversi ordini e gradi di scuola presentano poi livelli di complessità che vanno considerati tanto per i docenti che per il personale ATA.
Un capitolo in cui abbiamo collocato una serie di norme, dalla annunciata riconversione professionale alla risoluzione della iniqua situazione del personale inidoneo per motivi di salute, partendo dalla abrogazione del famigerato art. 35, comma 5, all’insegnamento della lingua straniera nella scuola primaria.
Le assunzioni annunciate, l’impegno di ampliare il numero di assunzioni del personale ATA, la richiesta di cancellare la norma sulle graduatorie permanenti…tutto questo complesso sistema deve avere una risposta chiara ed inequivoca prima della legge finanziaria.
La legge finanziaria pone poi alcune questioni ordinamentali che tutte vanno chiarite per i loro esiti sul diritto allo studio e sul personale, in specifici approfondimenti, di cui citiamo per brevità i titoli che vanno dai nuovi CTP per gli adulti agli IFTS, dal destino degli istituti professionali, all’obbligo, alla dispersione scolastica.
La FLC Cgil ha chiesto anche ulteriori confronti sulla norma relative alla istituenda “Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica”, al reclutamento dei dirigenti scolastici, all’edilizia scolastica ed alla sicurezza, all’innovazione tecnologica.
Infine, la FLC CGIL ha ricordato la richiesta di affrontare, riconoscendolo definitivamente, il diritto dei lavoratori ATA ex EE.LL. al riconoscimento dei servizi prestati e la richiesta di abrogazione del comma 218 della finanziaria 2006.
Nessuno di questi argomenti può essere, per quanto ci riguarda, né trascurato né sottovalutato.
La FLC CGIL infine rammenta che accanto alla legge finanziaria ed alle norme prodotte sulla scuola resta prioritaria la richiesta di rinnovo del contratto di lavoro e che la nostra mobilitazione, insieme al resto del pubblico impiego, è decisamente confermata in attesa dell’impegno del Governo ad assumere l’emendamento convenuto a Palazzo Chigi.
Per la scuola, come segnalato nello specifico tavolo di confronto di pochi giorni fa occorre poi procedere celermente con la chiusura del biennio economico in corso senza ulteriori indugi e tentennamenti.
Roma, 16 novembre 2006