Il Coordinamento della FLC CGIL di Basilicata ha eletto, all’unanimità, l’Esecutivo regionale.
Sono stati eletti a farne parte:
Il Coordinamento ha poi discusso sui temi di stretta attualità che chiedono un impegno immediato del Sindacato.
Il prossimo 25 giugno si voterà per il referendum confermativo della legge di modifica costituzionale.
Si tratta per la FLC di non sottovalutare la rilevanza dell’appuntamento, per i valori che si intendono difendere e per la deriva che altrimenti potrebbe prendere la situazione politica del nostro Paese.
Per i settori della conoscenza, in particolare la scuola pubblica, la definitiva approvazione del nuovo testo della Costituzione sancirebbe la divisione del Paese e un’articolazione inaccettabile e pericolosa dell’esercizio del diritto all’istruzione.
E’ necessario allargare la consapevolezza sulle conseguenze di questo stravolgimento della carta costituzionale e dei valori che interpreta.
La Flc è impegnata ad esplicitare le proprie posizioni e lo farà attivando incontri con gli iscritti e gli studenti, in quanto le modifiche costituzionali avrebbero effetti devastanti sugli assetti istituzionali e per i valori i valori condivisi, alla base della nostra democrazia, che vanno rinnovati e confermati, valori che Scuola e Università devono assumere come proprio compito prioritario nella formazione dei giovani.
Pur nella consapevolezza delle difficoltà che il nuovo Governo si troverà ad affrontare la CGIL ha chiesto di adottare provvedimenti urgenti che segnino un punto di discontinuità con le politiche del governo uscente.
Questi primissimi interventi devono segnare una attenzione rinnovata ai problemi del mondo del lavoro e contemporaneamente devono rispondere al criterio dell’equità, infatti per noi non è proponibile in alcun modo una politica dei “due tempi”.
Il percorso di costruzione della Nuova Federazione, la FLC Cgil, ha coinvolto decine di migliaia di persone che operano nella filiera della conoscenza nella elaborazione di un Programma che è stato proposto alle forze politiche che si candidavano a governare il nostro Paese e che, oggi, hanno la responsabilità di farlo.
- cancellazione dei provvedimenti Moratti su Scuola, Università e Ricerca;
- scelte di governo che realizzino pienamente il diritto al sapere come un fattore di uguaglianza e di sviluppo sostenibile.
Scuola secondaria superiore:
Un Decreto che sospenda l'applicazione del Decreto legislativo sulle norme generali relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. L’urgenza è dettata dall’esigenza di evitare che a gennaio, all’atto delle iscrizioni, venga proposto il modello duale, che divide precocemente gli adolescenti.
La reintroduzione dei Commissari esterni nelle Commissioni degli esami di Stato della scuola secondaria superiore;
Scuola dell’infanzia e primaria:
L’avvio del processo di abrogazione delle norme morattiane e, in attesa della revisione delle norme di sistema, puntare sull’autonoma determinazione degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche perché nella fase di transizione sia valorizzando la centralità ed eccellenza delle scuole dell’infanzia e primaria nella nostra tradizione formativa.
Obbligo scolastico a 16 anni:
L’elevazione dell’obbligo di istruzione subito a 16 anni ed entro la fine della legislatura a 18 anni è un atto dirimente in considerazione del ruolo centrale, fondamentale, che assume il sapere nell’opera di riprogettazione del paese.
Università:
La cancellazione dello stato giuridico della docenza universitaria e la contemporanea necessità di riconoscere l'esistenza della terza fascia docente, il pieno riconoscimento dell'autonomia degli Atenei.
Questi primi interventi confermerebbero la volontà di salvaguardare l’unitarietà del sistema nazionale di istruzione.
I settori del sapere e della conoscenza, pubblici e privati, sono quelli dove è più manifesto il fenomeno del precariato strutturale.
I dati resi noti dal Ministero per quanto riguarda la Scuola ci dicono che il precariato per i docenti è salito nell’ultimo quadriennio dall’11,6% al 14,9% e per gli Ata dal 23,9% al 30%:
a.s. 2000-2001 | a.s. 2001-2002 | a.s. 2004-2005 | a.s. 2005-2006 | |
Docenti precari | 117.685 | 96.915 | 127.400 | 124.400 |
% su docenti in servizio | 14,3% | 11,6% | 15,4% | 14,9% |
Ata precari | 66.523 | 61.661 | 70.037 | 74.300 |
% su Ata in servizio | 25,4% | 23,9% | 28,5% | 30% |
Nei prossimi anni raggiungeranno l’età della pensione 400 mila lavoratori della Scuola, la metà dei docenti e ricercatori dell’Università e della Ricerca.
Per questo occorre un'operazione straordinaria di reclutamento e di immissione nei ruoli.
La Basilicata sarà presente con una folta delegazione di precari alla Manifestazione sul precariato promosso dalla FLC Cgil a Napoli che si terrà il il 9 e 10 maggio.
Gli ultimi contratti sono stati sottoscritti con forti ritardi: due anni e mezzo nella Scuola e quattro anni nella Ricerca e per i Dirigenti Scolastici. Occorre dare anche qui un segno di inversione garantendo le scadenze o meglio non sommando ulteriori ritardi rispetto a quelli già maturati visto che i contratti sono tutti scaduti al 31 dicembre 2005.
Purtroppo la Finanziaria 2006 non ha stanziato le risorse necessarie al rinnovo del primo anno dei contratti pubblici 2006-2009.
Il biennio 2006-2007 va coperto subito, favorendo così l’apertura dei rinnovi contrattuali. Ma le scadenze sono ravvicinate per il nuovo Governo, infatti entro il 30 giugno (o al massimo entro luglio) dovrà predisporre il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria su cui verrà costruita la Finanziaria 2007.
Pertanto, chiediamo che le finalità individuate trovino riscontro nel DPEF.
Il Governo dovrà dare il segno di una scelta conseguente al ruolo strategico che si vuol dare alla conoscenza per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
UNIVERSITÀ
Nodo cruciale per il rilancio del nostro Paese è rappresentato dall'Università.
Il Congresso regionale della FLC ha evidenziato come la Basilicata abbia alcuni non invidiabili primati per quanto riguarda il numero dei cittadini che non hanno un titolo di studio e per il numero di cittadini che hanno solo la licenza elementare (ana-analfabeti).
La nostra Regione e il nostro Paese non hanno la possibilità di raggiungere gli obbiettivi individuati a Lisbona per il ritardo con cui potranno essere attivati i necessari investimenti e le nuove politiche di rilancio dell’istruzione pubblica.
Il Congresso Nazionale della FLC ha indicato chiaramente cosa ha minato alle fondamenta l'Università statale: la riduzione dei finanziamenti, il “3+2”, i provvedimenti Moratti, lo stato giuridico della docenza, la riforma del CUN, la precarizzazione del personale.
La FLC ritiene che la Regione deve rivedere la sua organizzazione interna modificando radicalmente gli assetti e i dipartimenti dotandosi di un moderno Assessorato all’Istruzione che la ponga in grado di assumere il ruolo assegnatole dalla legge n.59 del 1997.
Occorre procedere urgentemente alla riorganizzazione e alla riforma perché i ritardi che si sono accumulati segnano negativamente l’intero sistema educativo della regione.
La riorganizzazione dell'intero sistema formativo ha come fine esplicito l'innalzamento della qualità dell'offerta e la differenziazione della stessa in relazione ai bisogni dei singoli alunni e delle loro famiglie, nonché alla diversità dei contesti territoriali.
La Regione (ma anche le province e i comuni) hanno competenza esclusiva sulla pianificazione dell'offerta formativa integrata e sulla programmazione e organizzazione della rete scolastica.
La FLC propone l’avvio di una sperimentazione diffusa incentrata sull’integrazione fra istruzione e formazione ed è per un modello endogeno che si proponga obbiettivi di diffusione del sapere e delle conoscenze e che si rivolga all’intera popolazione lucana dai giovani obbligati ai soggetti interessati all’educazione permanente.
Il forte calo demografico non si arresta infatti per il prossimo anno scolastico si perdono altri 1755 studenti, di cui 1067 solo nella scuola secondaria di I grado, ordine di scuola che segna una caduta del 5,50% delle iscrizioni.
La FLC ritiene che occorrano precise linee di intervento e strategie che portino alla realizzazione di un efficace ridimensionamento della rete scolastica che partendo dall’analisi della situazione di partenza, dai forti processi di denatalità, dai flussi migratori, dalla situazione socio-economica dei comuni punti a garantire un’offerta didattica ed educativa di qualità a tutti i giovani e un sistema di formazione qualificato anche per gli adulti.
Alla Giunta regionale la FLC propone i seguenti interventi immediati:
Alla Regione si chiede che gli interventi riformatori sopra individuati siano adottati garantendo, già nella fase di elaborazione delle proposte di legge, la partecipazione di tutti i soggetti interessati perché solo determinando in un clima di fiducia e di dialogo sarà possibile la fase di realizzazione.
Per questo la FLC propone una larga Intesa per la Basilicata costruita e condivisa tra gli enti territoriali, le associazioni imprenditoriali, le organizzazioni sindacali, le Istituzioni scolastiche, l’Università e gli enti di ricerca, al fine di rivitalizzare l’economia regionale, anch’essa colpita dal declino generale, per costruire un sistema regionale di formazione e istruzione che possa favorire lo sviluppo sociale ed economico.
Investire nei diversi campi della conoscenza significa aprire prospettive di sviluppo per il Paese, promuovere uguaglianza dei diritti, puntare sui talenti e sull'occupazione.