La VII Commissione della Camera ha iniziato la discussione sulla risoluzione presentata da alcuni parlamentari della maggioranza sul tema del precariato nella Scuola e della modifica della tabella di valutazione per le graduatorie permanenti di terza fascia.
I parlamentari fra l'altro chiedono la delegificazione della tabella di valutazione, l'abrogazione della norma che determina il raddoppio del punteggio in relazione ai servizi prestati nelle scuole di comuni montani e la riduzione del peso attribuito ai corsi di formazione, specializzazione e master per porre fine al mercato degli stessi.
Riportiamo gli interventi del primo firmatario della risoluzione e la risposta del vice ministro.
Titti DE SIMONE (RC-SE) illustra la risoluzione di cui è prima firmataria, rilevando che si è principalmente tenuto conto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni informali di rappresentanti delle associazioni di insegnanti precari svolte dalla Commissione cultura nella seduta del 15 giugno 2006. Aggiunge che il precariato nella scuola ha ormai raggiunto livelli critici che, in assenza di radicali interventi correttivi, sarebbero destinati a crescere ulteriormente, con gravissimo danno sia per i diritti di decine di migliaia di precari, sia per la stessa funzionalità del sistema scolastico pubblico. Ritiene in questo senso opportuno che il Governo, insieme al Parlamento, sia in grado di definire un percorso costruttivo in grado di ridare serenità al mondo della scuola. Ricorda a questo proposito che le dimensioni del fenomeno del precariato hanno conosciuto una crescita esponenziale nella passata legislatura a causa del blocco, totale o parziale del turn over e della politica di tagli indiscriminati agli organici del personale portata avanti dal precedente Governo. È necessario quindi dare un segnale di discontinuità con il passato anche in considerazione del fatto che il numero di immissioni in ruolo programmato dal precedente Governo è del tutto insufficiente a garantire le ordinarie esigenze di funzionamento delle istituzioni scolastiche ed è, ancora una volta,di gran lunga inferiore al numero di posti e cattedre resi liberi dai pensionamenti, sia per il prossimo anno scolastico, sia a maggior ragione per quelli successivi, nei quali è previsto l'avvio del pensionamento di una intera generazione di docenti. Nel richiamare quindi integralmente gli elementi evidenziati in premessa alla risoluzione di cui è prima firmataria, ribadisce l'impegno al Governo ad incrementare significativamente e progressivamente il numero di immissioni in ruolo previsto, tenendo conto dei massicci pensionamenti già in atto, nonché a predisporre un piano straordinario di assunzioni in considerazione dei posti vacanti, e disponibili nell'arco di un triennio, intervenendo anche sui criteri di definizione degli organici in relazione alle reali esigenze di funzionamento delle scuole. Ritiene inoltre opportuno richiamare il rappresentante del Governo ad adottare le necessarie iniziative idonee, in modo che, prima dell'inizio delle operazioni di conferimento delle supplenze per il prossimo anno scolastico, sia abrogata la lettera h), del punto B.3 della tabella di valutazione dei titoli, allegata alla legge 143 del 2004, nonché sia eliminata la possibilità di valutare master, corsi di perfezionamento e di specializzazione o, almeno, ne sia limitato fortemente il numero. Sottolinea, inoltre, la necessità di predisporre con la massima urgenza un provvedimento che delegifichi la suddetta tabella di valutazione e ne riconduca la definizione ad un atto amministrativo in modo tale che, fermo quanto indicato al punto C, siano fissati i riferimenti generali, assumendo il principio che deve essere fortemente valorizzato il servizio prestato sullo specifico insegnamento per il quale si concorre.
Il vice ministro Mariangela BASTICO dichiara preliminarmente di condividere nella sostanza i contenuti della risoluzione in titolo e di confermare la valutazione già data dal Ministro Fioroni, che ha qualificato la situazione del precariato nella scuola come una vera e propria emergenza. Con riferimento agli impegni richiesti alle lettere a) e b) della risoluzione in discussione, procede quindi all'illustrazione dei provvedimenti attivabili dal Governo, tenuto conto del quadro normativo di riferimento, che è rappresentato dalla legge n. 143 del 2004 e dal relativo decreto di attuazione. Fa presente che, conformemente alla citata normativa ed al relativo piano triennale di assunzioni, il Ministro della pubblica istruzione ha firmato il decreto di assunzione a tempo indeterminato di 20 mila docenti e di 3.500 unità di personale ATA da immettere in ruolo il prossimo 1o settembre. Rileva, tuttavia, che ritenendo il numero delle immissioni in ruolo programmato dal precedente Governo del tutto insufficiente, si è altresì avanzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero dell'economia e delle finanze una richiesta di autorizzazione all'assunzione di ulteriori 20 mila unità di personale docente e di 3.500 unità di personale ATA per l'anno scolastico 2006/2007, in aggiunta a quelle già autorizzate per il medesimo anno scolastico.
Auspica a tale proposito la piena collaborazione di tutte le forze politiche presenti in Commissione volta a procedere con maggiore forza in direzione della progressiva eliminazione del precariato nella scuola. Sottolinea, inoltre, che è allo studio del ministero anche un piano pluriennale a medio termine, che potrebbe avere la durata di tre o di cinque anni, per la realizzazione di interventi finalizzati alla stabilizzazione progressiva degli insegnanti precari su posti disponibili e su quelli che si libereranno per effetto dei massicci pensionamenti in atto e di quelli ancor più consistenti che fondatamente si prevedono per il futuro. Precisa, inoltre, che il più stretto collegamento tra pensionamenti e nuove assunzioni, attuato nel quadro di linee programmatiche ben definite, potrebbe consentire non solo il raggiungimento dell'obiettivo dell'incremento del numero di docenti non precari, ma anche la realizzazione di consistenti vantaggi economici di carattere generale.
Aggiunge quindi che il Governo intende agire sui criteri di costituzione e assegnazione degli organici, anche attraverso l'ampliamento delle aree disciplinari di riferimento, e su una più razionale gestione delle supplenze brevi da parte delle autonomie scolastiche, in modo da avviare a soluzione il problema della riproduzione ed espansione del fenomeno del precariato. Precisa quindi, con riferimento specifico agli impegni richiesti alle lettere c) e d) della risoluzione - riguardanti la richiesta di abrogazione delle norme che prevedono il raddoppio del punteggio per il servizio prestato nelle scuole di montagna, la richiesta di abrogazione delle disposizioni che prevedono la valutazione di master e di corsi di perfezionamento, nonché la richiesta di delegificazione della tabella di valutazione - che interventi di modifica della tabella di valutazione dei titoli delle graduatorie permanenti devono essere adottati per legge, giacché la tabella in questione è stata approvata con la legge n. 143 del 2004 ed interpretata dalla legge n. 186 del 2004. Sottolinea al riguardo che la fonte legislativa della tabella impedisce l'accoglimento della richiesta di procedere agli interventi modificativi prima dell'inizio delle operazioni di conferimento delle supplenze per il prossimo anno scolastico, in quanto la medesima graduatoria permanente, a norma di legge, è utilizzata tanto per le immissioni in ruolo quanto per il conferimento delle supplenze annuali. Precisa altresì che la graduatoria permanente viene integrata e aggiornata ogni due anni e che quella vigente si riferisce agli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007.
Evidenzia quindi che le procedure di assunzione in ruolo per l'anno scolastico 2006/2007 sono state già avviate in base al decreto ministeriale n. 50 del 30 giugno 2006 e che, pertanto, non sembra possibile prevedere interventi sulla graduatoria permanente che abbiano una portata limitata al conferimento delle supplenze, considerato che le nomine in ruolo devono essere conferite entro il 31 luglio 2006, mentre le supplenze annuali devono essere avviate dai Centri servizi amministrativi, entro il 31 luglio, ovvero entro il 31 agosto da parte dei dirigenti scolastici, come previsto dalla legge n. 333 del 2001. Al riguardo osserva che interventi legislativi in materia, se anche sussistessero i tempi tecnici per la loro adozione, richiederebbero una serie di adempimenti di portata tanto ampia da pregiudicare verosimilmente l'ordinato avvio del prossimo anno scolastico.
Aggiunge quindi, con riferimento alla richiesta di abrogazione della lettera h) della tabella, concernente il raddoppio del punteggio per il servizio prestato nelle scuole di montagna, su cui pende tra l'altro un giudizio di legittimità costituzionale, che il Governo è favorevole all'abrogazione della norma in questione. Si tratta infatti di una disposizione che ha fatto insorgere numerose difficoltà applicative, tanto che in sede di conversione del decreto-legge n. 210 del 2006 l'Esecutivo ha accolto come raccomandazione un ordine del giorno in tal senso. Evidenzia, d'altra parte come lo sviluppo della rete stradale, del sistema dei trasporti pubblici e della motorizzazione privata, abbiano di fatto eliminato la gran parte delle condizioni di disagio che giustificavano l'attribuzione di benefici a chi prestava servizio nelle scuole di montagna al momento dell'emanazione della legge n. 90 del 1957. Ribadisce quindi che il Governo è favorevole alla delegificazione della tabella di valutazione, che ne riconduca la definizione ad un atto amministrativo in quanto, in tal modo, sarebbe più agevole rimodulare la tabella stessa in base alle esigenze che via via si manifestino, senza attendere i tempi necessariamente meno brevi per apportare modifiche apportate in via legislativa. Rileva inoltre come, in tale contesto, potranno essere effettuati le valutazioni necessarie per limitare il lamentato eccessivo peso del punteggio per l'abilitazione conseguita presso le Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario, il punteggio per i master e i corsi di perfezionamento e il punteggio per il servizio prestato nelle scuole di montagna, nonché gli approfondimenti volti a razionalizzare il sistema, riconducendo le posizioni degli interessati nell'ambito di un equilibrato quadro di riferimento. In ordine infine all'equiparazione del servizio prestato nelle scuole paritarie e private a quello prestato nelle scuole statali, ricorda come la legge n. 333 del 2001 preveda che, a decorrere dall'anno scolastico 2002/2003, il servizio prestato dall'1 settembre 2000 nelle scuole paritarie sia valutato nella stessa misura prevista per quello prestato nelle scuole statali, quale naturale sviluppo dei principi insiti nella legge n. 62 del 2000 sulla parità scolastica. Preannuncia, quindi, che il Governo non intende apportare modifiche in tal senso.