L’odierna Conferenza stampa del Ministro dell’Istruzione si è svolta in continuità con tutte le altre: la situazione è quasi perfetta, va tutto bene ha ampiamente ribadito il Ministro.
L’unica novità della Conferenza è rintracciabile nelle cose non dette: ovvero, siamo di fronte all’atto che avvia il probabile e rapido abbandono del Ministero per la campagna elettorale a Milano.
Quindi una Conferenza stampa di addio.
Per questo i toni sono stati, se possibile ancora più del solito, propagandistici.
La sostanza dei fatti si ricava da pochi dati desumibili dai documenti del Ministero stesso:
a) i provvedimenti “riformatori” sulla scuola sono di fatto al palo a causa dell’amplissimo dissenso registrato. Quindi un fallimento su tutta la linea;
b) le risorse per il funzionamento delle scuole statali sono diminuite dal 2001 al 2005 del 43%;
c) le risorse per sostenere l’offerta formativa delle scuole statali sono diminuite di quasi il 25% nello stesso periodo;
d) le scuole statali sono state ridotte talmente allo stremo che non hanno le risorse per pagare la Tassa sui rifiuti;
e) le risorse per la scuola privata, nel contempo, sono state incrementate in modo significativo;
f) la dispersione scolastica, con la riduzione di un anno dell’obbligo scolastico voluta dal Ministro, è aumentata.
Sarebbe stato utile che, a fine legislatura, il Ministro dell’Istruzione avesse preso atto del vastissimo dissenso che circonda le sue scelte e avesse dato ascolto, per una volta almeno, alle richieste del mondo della scuola e della società.
Così non è stato, è mancato il coraggio ed allora è più facile continuare a ricorrere alla propaganda.
Roma, 6 settembre 2005
La gestione del Ministro Moratti si è connotata sin dal primo momento come una politica di tagli e di forte ridimensionamento dell’autonomia scolastica. L'uso e la destinazione delle risorse nel campo dell'istruzione, settore nevralgico per la vita democratica e civile di una Nazione, non sono un fatto neutro. Gli investimenti che questo Governo fa per la scuola sono inferiori a quelli degli altri Pesi europei. A fronte del 6% della media europea in relazione al PIL, nel nostro paese gli investimento sfioriamo appena il 5%.
Fatta questa necessaria comparazione si può affermare che nella scuola non si investe, semmai si disinveste. Una valutazione che assume connotazioni ancora più negative se si considera che il nostro sistema scolastico è investito da una "riforma" che viene presentata come un avvenimento storico.
I dati che seguono dimostrano che gli investimenti sono di gran lunga inferiori agli impegni dichiarati e sono la diretta conseguenza dei tagli e dei sacrifici che in questi anni hanno sopportato i lavoratori della scuola.
Prendiamo il piano programmatico approvato nel 2003 per finanziare la legge 53/2003. Il piano prevede investimenti pari a 8.320 milioni di euro per finanziare la legge 53 nell’arco di un quinquennio a partire dal 2004.
Ma, allo stato attuale, i finanziamenti specifici e le previsioni per il prossimo anno pari 465,200 milioni di euro.
Questo significa che per i primi tre anni di applicazione il piano programmatico è stato inferiore al 6%. Di questo passo ci vorrà mezzo secolo per la sua attuazione. Ma forse è più giusto dire che 8.320 milioni di euro a sostegno dell’istruzione non saranno mai stanziati?
I bilanci delle scuole, a fronte del progredire dell'inflazione, sono stati i primi a fare le spese della politica di tagli e riduzioni.
Ad esempio, la voce "funzionamento didattico e amministrativo" costituisce la parte più consistente dei bilanci delle scuole ma negli ultimi anni è stata ridotta drasticamente (oltre il43%) come dimostrano le cifre di seguito indicate: |
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Anno 2001 | 331,480 milioni di euro |
Anno 2002 | 248, 259 milioni di Euro |
Anno 2003 | 187, 839 milioni di Euro (anno del decreto “tagliaspese” ) |
Anno 2004 | 208.159 milioni di Euro |
Anno 2005 | 185,587 milioni di Euro |
Tale voce serve per fronteggiare tutte le spese ordinarie e ricorrenti delle scuole: bollette del telefono, manutenzione delle attrezzature, materiale per i laboratori, dotazioni librarie, abbonamenti a riviste, cancelleria, viaggi d'istruzione, la Tassa di rimozione dei rifiuti ecc, |
Eclatante è il caso della Tarsu (tassa di rimozione dei rifiuti solidi e urbani) |
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A partire dall’anno 2002, il Miur, in base all' Accordo in sede di Conferenza Unificata Stato/Città e Autonomie Locali, si era impegnato ad erogare 38.734.267 euro (75 miliardi delle vecchie lire). E invece: |
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Anno | Stanziamento | Nota |
2002 | 34,438 milioni di euro | al di sotto degli impegni e comunque ben lontano dal colmare le somme arretrate degli anni precedenti |
2003 | 5,843 milioni di euro | le risorse sono state tagliate per finanziare il federalismo |
2004 | circa 12 milioni di euro | Nettamente al di sotto del fabbisogno |
2005 | 29 milioni di euro | L'aumento c'è stato anche grazie all'intervento del sindacato che ha lanciato una vertenza… |
Di conseguenza le scuole, in quest'ultimi anni, per poter pagare la Tassa di rimozione dei rifiuti solidi urbani e per garantire un minimo di funzionalità dei laboratori e delle segreterie, sono state costrette ad aumentare in maniera considerevole il contributo annuale che gli alunni pagano al momento della loro iscrizione. Una scelta obbligata che però incide pesantemente sui bilanci delle famiglie. Ma il sacrificio chiesto alle famiglie non è stato sufficiente a scongiurare provvedimenti di pignoramento dell'autorità giudiziarie nei confronti di quelle istituzioni scolastiche comunque impossibilitate a pagare. |
I fondi per la Legge 440/97 e per la Formazione (cioè per ambiti di intervento strategici per la qualità della scuola) hanno subito con questa Legislatura tagli che vanno sfiorano il 25%
E.F. 2001 Direttiva n.51/2001 E.F. |
2002 Direttiva n. 53/2003 |
E.F. 2003 Direttiva n 48/2003 |
E.F. 2004 Direttiva n. 60/2004 |
E.F. 2005 Direttiva n. 56/2005 |
258.885.889 | 231.771.912 | 225.045.588 | 203.718.588 | 196.900.588 |
Mentre si riducono drasticamente tutte le voci destinate alle istituzioni scolastiche statali, la scuola privata beneficia di un aumento del 53;35% per il funzionamento e per il sistema pre scolastico integrato. Le cifre che seguono sono state desunte dall'allegato 7 al Bilancio di previsione dello Stato anno finanziario 2005.
Denominazione capitolo | Assestamento e.f. 2004 | previsione e.f. 2005 | Incrementi /riduzioni di spesa | Variazioni % |
Scuole non statali | 157.691.335,00 | 241.818.566,00 | 84.127.231,00 | 53,35 |
E non è finita qui perché nella G.U. n. 181 del 5 agosto 2005 è stato pubblicato il decreto che aumenta di circa il 40% i contribuiti a favore delle famiglie che iscrivono i figli alle private per un importo complessivo di 50 milioni di euro.
I tagli fatti con le varie Leggi Finanziarie nei confronti degli EE. LL. si traducono in un ulteriore taglio ai bilanci delle scuole.
Senza contare il progressivo deterioramento che questo fatto comporta nei rapporti tra le scuole e gli EE. LL. Quest'ultimi, vittime a loro volta della politica dei tagli di questo Governo, hanno ridotto drasticamente il trasferimento delle risorse a favore delle scuole. Il diritto allo studio degli alunni non viene più garantito.
Le conseguenze sono molteplici. Meno funzionalità per le scuole e meno diritti per tutti. I primi a farne le spese sono i più deboli: alunni diversamente abili, stranieri e alunni svantaggiati economicamente.
Le scuole denunciano che in passato le richieste fatte agli EE. LL. per piani acquisti, manutenzione ordinaria, borse di studio e progetti venivano soddisfatte nella misura dell'80%.
Negli ultimi anni invece la percentuale si è ridotta al 30%!