E’ apparsa in intranet, indirizzata ai direttori regionali, ai dirigenti dei CSA e delle scuole, la nota Prot. n.1961/DIP/UO4 del 3 ottobre che si intitola "determinazione della dotazioni organiche della scuola primaria per l’anno scolastico 2006-2007".
Questa volta si tratta di una rilevazione esclusivamente mirata agli assetti orari della scuola primaria così come dovrebbero risultare dal decreto 59/2004.
La nota infatti, dopo una puntigliosa elencazione delle quote orarie previste nel decreto, insiste sull’obiettivo della rilevazione dettagliata delle singole frazioni di orario (obbligatorio, opzionale e mensa) che compongono il famigerato spezzatino morattiano al fine di "poter programmare le scelte che le famiglie effettueranno per l'anno 2006/2007 e quantificare i presumibili fabbisogni orari".
Che si possa pensare addirittura di programmare quella libertà di scelta suadentemente profusa nelle pubblicità, sembrerà un’ironia, visto che la scelta non si può che esprimere all’atto dell’iscrizione, non certo prima.
Molte famiglie hanno già vissuto quanto ingannevole sia quella possibilità di scelta promessa in TV, visto che le scuole non possono che offrire quello che l’organico assegnato, per di più tagliato duramente dal Ministro, consente.
Molte famiglie, che per l’anno appena avviato avevano consapevolmente optato per il tempo pieno, hanno già assaporato il diniego per aver esercitato una scelta.
Così, eliminando le frasi superflue, a che serve questa rilevazione che il MIUR si appresta ad effettuare?
La risposta si può rintracciare nella insistenza con cui si chiede alle scuole, entro il 27 ottobre, di precisare, nel numero totale delle classi attualmente funzionanti, quante siano quelle funzionanti a 27 ore (cioè con il solo orario obbligatorio), quante funzionanti a 30 ore (comprensive delle 3 ore facoltative), quante a 37 ore con "mensa e dopo mensa" ed infine a 40 ore.
Inoltre è indispensabile (!) precisare se le classi degli alunni che fruiscono delle 3 ore facoltative sono vere e proprie classi, ovvero gruppi/classe formati da alunni provenienti da classi diverse.
Premesso che questo passaggio conferma la riduzione della mensa alla pura assistenza separandola dal progetto educativo complessivo, appare qui con evidenza come la rilevazione sia costruita con solo un intento: ridurre ulteriormente le risorse e tagliare ancora il numero dei posti in tutte quelle situazioni in cui si è ridotto il servizio a 27 ore come si voleva con la legge Moratti.
"Per gli anni 2004/2005 e 2005/2006 - afferma la nota -, per consentire alle famiglie di acquisire la necessaria consapevolezza in ordine alle nuove opportunità offerte dalla riforma e nel presupposto di assicurare un passaggio graduale ai nuovi assetti orari previsti dall'art. 7 del citato decreto legislativo n.59/04, le quantità orarie, corrispondenti a 27 ore obbligatorie e tre opzionali facoltative, sono state fissate in maniera complessiva e generalizzata in 30 ore settimanali…" Ed allora che cosa prevedere, se non un’altra stretta, per il 2006-2007?
Prima la carota (non si ridurrà l’organico laddove si sceglie il tempo scuola di sole 27 ore obbligatorie, si promise e per 2 anni così è stato) ed ora invece si intravede il bastone.
Se così sarà, bando alla preoccupazione ed all’indignazione, occorre immediatamente confermare l’offerta unitaria di formazione nel massimo delle ore.
La FLC CGIL è pronta a reagire con durezza in tutti i momenti di confronto che il MIUR aprirà sugli organici e stigmatizza subito il comportamento del Direttore Generale che non ha proceduto all’informazione delle organizzazioni sindacali, a partire da questa nota.
Roma, 12 ottobre 2005