È stata pubblicata sul sito del Miur la Circolare n.84 del 10 novembre che detta le linee guida per la definizione e l’impiego del portfolio nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
Quello che è stato “l’oggetto misterioso” assume finalmente un profilo? Non ci pare.
Le tematiche che vi si intrecciano sono ampie e sulla circolare torneremo pertanto con un commento più dettagliato.
Basta per il momento evidenziare come le linee-guida ne tratteggino la struttura distinguendo:
A. le parti obbligatorie e già strutturate,
B. le parti obbligatorie da strutturare liberamente
C. le parti consigliate la cui strutturazione è libera.
Se la vulgata della circolare parla di “porfolio obbligatorio”, in realtà la parte obbligatoria riguarda il documento di valutazione, l’attestato di ammissione alla classe successiva, la certificazione delle competenze e il consiglio di orientamento. Di essi sono allegati i modelli, anche se fino al pieno coinvolgimento di tutte le classi nel piano di “riforma” sono ammessi adattamenti decisi dalle scuole. Si tratta, insomma, di quella parte che riguarda la certificazione degli esiti, quella materia che meno di un anno fa il Ministro dichiarava essere di esclusiva competenza delle scuole, tanto che con la circolare 85 del dicembre 2004 aveva dato disposizioni perché ogni scuola predisponesse, in quanto autonoma, la relativa modulistica.
Avevamo contestato la scheda fai-da-te e adesso il Miur ritorna sui suoi passi e ripropone la vecchia scheda, chiamandola però “documento di valutazione” e inserendola dentro la copertina “portfolio”. Con i “dovuti peggioramenti (e inevitabili, per questo ministero):
1) mettendo cioè dentro la vecchia scheda il giudizio sull’insegnamento della religione cattolica e quello sul comportamento;
2) sostenendo che la sua compilazione va fatta da tutto il gruppo dei docenti coordinati dal tutor e dimenticando che il tutor a tutt’oggi non c’è e non ci può essere!
La circolare è corposa, ma va attentamente letta fino alla fine. Si resta con la sensazione che la montagna abbia partorito il topolino. Con la certezza che il Miur si ingegna a fare giochi di prestigio, sperando che nessuno si accorga del trucco!
Roma, 15 novembre 2005