Il Ministero si è profuso con un dossier di ben 26 pagine per tentare di dimostrare l’indimostrabile, ovvero che l’azione del Ministro Moratti rappresenta un autentico “ben di Dio” per la scuola italiana.
Missione impossibile perché contrasta sia con i fatti che con l’esperienza concreta di milioni di cittadini.
Però per i “nostri” deve essere tentata perchè, come è noto, la prossima campagna elettorale richiede opere straordinarie per recuperare il consenso dopo i danni prodotti.
Le 26 pagine sono condite da un uso dei termini ambiguo tale da poter sostenere tutto ed il suo contrario, linguaggio da addetti ai lavori.
Colpiscono, in particolare, due fatti eclatanti.
Nulla si dice sui tagli degli stanziamenti della legge 440/’97 che destina soldi per contribuire all’attività delle scuole (il 25% in meno in quattro anni); niente sulla riduzione dei fondi per il funzionamento didattico ed amministrativo (oltre il 40% di riduzione in quattro anni); silenzio sull’inesistenza dei fondi per pagare la TARSU ai comuni da parte delle scuole; mutismo completo sulla riduzione di risorse per il pagamento dei supplenti (871 milioni di euro in tre anni con la Finanziaria per il 2005).
Inutile cercare i dati relativi alla “manovra” Tremonti di poche settimane fa che per il 2005 taglia, fra l’altro, ulteriori 58 milioni di euro alle scuole; 2.525.732 di euro per interventi integrativi ai disabili e quasi 13 milioni di euro per la Legge 626 (sicurezza nei luoghi di lavoro).
Il secondo fatto è relativo agli organici per cui, dopo aver tagliato l’inverosimile, ora ci si vuol accreditare come degli investitori.
Andiamo con ordine:
Al risultato di questo taglio, risultato di atti amministrativi e di leggi finanziarie, si aggiungono le seguenti ulteriori riduzioni:
Insomma, l’”operazione consenso” è una missione impossibile.