“Trovo poco serio affrontare problematiche così impegnative in questo modo. Tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori del settore pubblico, della scuola, della sanità e della ricerca da quindici mesi stanno aspettando il rinnovo del loro contratto di lavoro.
Non si affrontano queste questioni né con le interviste, sui giornali o alle radio, né con gli interessi dei partiti, mi pare anzi si tratti di un ritorno indietro molto preoccupante, che speravamo di aver superato quando nacque l’Aran, l’Agenzia per la contrattazione pubblica.
Per la Cgil vale quello che si dice ai tavoli di trattativa, di cui ancora non si vede l’ombra. Tutto il resto è sospetta propaganda preelettorale – conclude Epifani”