Governo e sindacati (escluse le rappresentanze di base) hanno raggiunto l'accordo per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.
L'aumento sarà del 5,01% (99 euro mensili medi di aumento esclusi i dirigenti).
Con l'accordo raggiunto questa sera a palazzo Chigi i sindacati revocano gli scioperi a sostegno della vertenza gia' proclamati per il mese di giugno.
Lo ha annunciato il segretario generale della Fps-Cisl Rino Tarelli.
L'esecutivo si è ripresentato al tavolo offrendo aumenti del 5,01% e accogliendo le modifiche richieste al documento presentato in serata. In particolare, a quanto si apprende, la parte relativa al negoziato in vista di una revisione del modello di contrattazione viene stralciata e sostituita da una lettera che il governo invierà alle parti sociali sollecitando un dibattito sul tema. Il Governo - riferisce l'Ansa - punta a una riduzione del personale pubblico di 60.000 unita' tra il 2005 e il 2007 ma anche a un' ''efficace programma di mobilita'' che dovrebbe coinvolgere nel prossimo triennio circa 50.000 lavoratori.
Nel Documento ''Riformare la pubblica amministrazione'', infatti, il Governo sottolinea che ''la riforma dei servizi pubblici necessita in larga parte di una razionalizzazione e un migliore utilizzo delle risorse umane'' e che in questo quadro va adottato un piano di ''riduzione significativa di risorse umane nel settore pubblico.
L'obiettivo - si legge nel documento - e' una diminuzione degli occupati a tempo indeterminato nel settore pubblico di 110.000 unita' entro il 2007''. Di queste 110.000 unita' al dicembre 2004 ne erano gia' uscite piu' di 50.000.
Nel documento il Governo punta anche a centrare l'obiettivo di un ''ridimensionamento delle dotazioni organiche prevedendo una riduzione del 5% degli organici teorici nel 2005''. ''Il recupero di qualita' dei servizi pubblici - e' scritto ancora - non significa solo riduzione di organici bensi' implica una diversa distribuzione per funzioni''.
Infine il Governo infine - conclude il Documento - ''intende varare con il concorso delle Regioni e degli enti locali a partire dal 2005 un efficace programma di mobilita' che sia funzionale a un migliore servizio ai cittadini, alle comunita' e alle imprese''. Il Governo infatti spiega che e' necessario rimuovere i vincoli oggi esistenti alla mobilita' ''che hanno determinato vuoti di organico intorno al 60% dei posti in alcune regioni con picchi critici in alcune citta' ed eccedenze in altre pari al 70%''.