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Finanziaria per il2005: tanti tagli, niente euro e
un po’ di chiacchiere in attesa della vera manovra

Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario Generale Federazione Lavoratori della Conoscenza

La Finanziaria per il 2005 colpisce duramente scuola, università e ricerca.

Innanzitutto delle più volte sbandierate risorse aggiuntive non c’è traccia.

Per la scuola ci si limita a stanziare 110 milioni di euro, cioè poco più dell’1% del fantascientifico piano quinquennale di investimenti di 8.320 milioni di euro in cinque anni oggetto dell’ennesima solenne promessa dal Governo. Di questo passo, come è già stato autorevolmente affermato, occorrerà un secolo per dare corso alle solenni promesse del Governo.

Per l’università e la ricerca non vi sono risorse credibili e la situazione di prostrazione di questi due comparti, che registrano crescenti problemi che ne mettono in discussione anche la minuta gestione quotidiana, è destinata ad aggravarsi.

Non un investimento serio per i rinnovi contrattuali.

Non ci sono le risorse necessarie per aprire un tavolo di trattativa vero sul biennio economico 2004 – 2005 per scuola ed università mentre per dirigenti scolastici e ricerca non ci sono segni concreti di novità nonostante un contratto scaduto da quasi due anni.

Per quanto riguarda gli organici siamo alle solite alchimie condite da riduzioni mascherate.

Per la scuola: il taglio di migliaia di posti di insegnamento, conseguenti all’attuazione dal 1° settembre 2004 della Legge Moratti, continua ad essere una realtà. L’ipotesi di Finanziaria per il 2005 conferma che si continueranno a ridurre i posti del personale ausiliario, tecnico ed amministrativo.

Per l’Università la deroga al blocco delle assunzioni non risolve nessuno dei problemi strutturali di questo settore dove ormai l’attività è garantita da personale precario.

Per scuola, università e ricerca non si stabilizzano le decine di migliaia di posti oggi occupati da personale precario e non si avvia un serio piano di immissioni in ruolo.

Per la scuola addirittura si ignora l’obbligo a prevedere almeno 100.000 nomine in ruolo disposte da una Legge del giugno scorso.

Infine, sorprende che, in epoca di decentramento e di autonomia, la Finanziaria disponga con puntigliosità centralizzatrice le norme sui libri di testo nella scuola salvo poi scoprire che, con gli stessi commi, si rendono strutturali le attuali Indicazioni nazionali dei Piani di studio assunte senza alcun passaggio in Parlamento e definite dallo stesso Ministero come non obbligatorie.

A novembre arriverà, come è stato in tutti questi anni, la Finanziaria vera. E la situazione non potrà che aggravarsi.

Rivendichiamo investimenti certi, risorse per i rinnovi contrattuali, immissioni in ruolo per scuola, università e ricerca.
Roma, 4 ottobre 2004
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