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A che punto potremmo essere di Pino Patroncini

Il condizionale è d’obbligo. Da due anni alcuni gruppi di “esperti” lavorano per il MIUR a mettere a punto il profilo della “nuova” scuola secondaria superiore che come si sa sarà divisa in due sistemi quello dei licei e quello dell’istruzione e della formazione professionale. Di questi lavori nulla si sa e non vi sono stati passaggi finora oggetto di confronto con le parti sindacali. Le voci che trapelano sono le più vaghe e anche le più contraddittorie. A volte si tratta della medesima notizia riciclata, basti pensate l’equivoco che si crea con gli “otto licei” ogni volta dati come la prova che ormai ci siamo e che il decreto è alle porte oppure che la licealizzazione sarà relativa in quanto si apre ad altre posizioni ecc. Invece che i licei sono otto lo si sa fin dall’approvazione della legge 53, che dice esattamente quanti e quali sono. Quello che non si sa è chi ne farà parte soprattutto quando si parla della dozzina di indirizzi dell’istruzione tecnica attualmente esistenti.
Rimettendo ordine fra queste voci tuttavia possiamo provare ad arrivare a una qualche illustrazione dello stato dell’arte dei lavori.

Il decreto
Il 12 ottobre il Ministro Moratti preannunciava la ormai prossima uscita del decreto sulla secondaria superiore.
“Si sta concludendo una fase preparatoria” disse. E poi concluse: “ Inizierà poi intorno alla fine di novembre un percorso di consultazione molto ampio con tutto il mondo della scuola e con le regioni…”
Tenuto conto che a metà aprile tutto quanto dovrebbe essere bell’e approvato, era lecito chiedersi fosse possibile in quattro mesi non solo percorrere l’iter consultivo ( Conferenza Stato regioni, Commissioni parlamentari) ed anche fare una consultazione “ampia” di circa 240.000 docenti, 120.000 ausiliari tecnici e amministrativi, 3.000 dirigenti scolastici, 2.400.000 studenti e quasi 5 milioni di genitori.
Comunque il decreto non ci sarà. Non subito, almeno e per la precisione non il il 25 novembre, data in cui a Verona si aprirà “Job. & Orienta” la manifestazione-esposizione in cui i più si aspettavano l’annuncio del decreto in questione. Lo ha detto senza equivoci la sottosegretaria Valentina Aprea..
Inoltre si fa strada l’ipotesi che i decreti possano o debbano essere due. Uno per il sistema dei licei e uno per quello professionale.. Quest’ultimo infatti essendo di competenza regionale può essere oggetto solo di intese che e un’intesa non è ciò che esattamente si può fare con un decreto.
Insomma il testo del decreto è ancora in preparazione, cosa non improbabile, sia se si da retta alle notizie (il Messaggero del 22 novembre u.s.) secondo cui due mesi fa, quindi intorno allo stesso 12 ottobre, il ministro ne avrebbe cestinato una prima bozza sia se si pensa ai numerosi problemi ancora aperti: non solo quanti decreti, ma anche quanti licei, o meglio quanti e quali indirizzi nel liceo tecnologico, economico e artistico. E poi ancora: quante discipline? e quante ore?

Gli indirizzi del liceo tecnologico
Per quello che si sapeva finora ci sarebbero 8 licei (classico, scientifico, artistico, musicale, linguistico, scienze umane, tecnologico e economici) e di 10 aree nei professionali (agro-ambientale, tessile-moda, meccanica, chimico-biologica, grafico-multimediale, elettrico-elettronico-informatica, edile-del territorio, turistico-alberghiera, aziendale-amministrativa, socio-sanitaria). Da queste denominazioni e dal profilo astratto attribuito ai licei avevamo arguito che il secondo canale avrebbe potuto anche coprire tutto l’attuale settore tecnico-professionale.
Oggi però si parla anche di sei indirizzi tecnologici, un numero ancora imprecisato nell’economico e altrettanto nell’artistico. Gli indirizzi del liceo tecnologico sarebbero: meccanico, elettronico-elettrotecnico, chimico, agrario, moda , biologico e forse i tessili sarebbero recuperati dentro moda, così gli agrari mentre nascerebbe un biologico, ora inesistente nei tecnici, sottratto all’istruzione professionale, come moda d’altronde. Tutto il resto sarebbe invece all’istruzione professionale.

Il curricolo del liceo tecnologico
Ma quali discipline si insegnerebbero in questi licei tecnologici?
La struttura disciplinare dovrebbe essere più specialistica nel secondo biennio e nell’anno terminale e più unitaria nel primo biennio, così dicono i gruppi che hanno preparato il lavoro sui vari indirizzi, quello che aveva fatto dire al ministro: ormai ci siamo. Non solo materie scientifiche e tecnologiche ma anche artistiche e umanistiche . E c’è chi parla persino del Latino: un in prima e seconda, con nozioni essenziali sintassi, di traduzione e di capacità di lettura e interpretazione.
Poi ci sarebbero Italiano, Storia, due Lingue Straniere, Filosofia, Matematica, Fisica, Chimica, Scienze naturali. E poi, forse, Disegno, Informatica, Teoria dei processi tecnologici oppure Scienza della trasformazione della materia e infine Gestione del progetto.
Insomma, nonostante la vaghezza di alcune denominazioni i gruppi esterni di saggi che hanno lavorato ai piani dei diversi licei non sono riusciti a contenere le materie: ne sono venute fuori ben 15. Non sappiamo quanto abbia influito finora la proposta di Confindutria. Confindustria fa una proposta solo per il triennio che consiste grosso modo nel primo anno 20 ore di curricolo generale e 16 di curricolo specialistico, che al secondo si invertono e all’ultimo diventano 12 ore di curricolo generale e 20 di specialistico.

L’orario del liceo tecnologico
Tante discipline però vuol dire anche tante ore. E tante ore vuol dire anche tanto organico e ciò fa saltare il legame tra l’utile di una riforma e il dilettevole (per il governo) di una riduzione dell’organico.
In origine si parlava di un orario compreso tra le 25 e le 28 ore, ma come si fa a far stare 15 discipline in un simile orario? Confindustria stessa prevede un orario di 36 ore in terza e in quarta e 32 in quinta.
Le altre ipotesi non vanno comunque al di sotto delle 33 ore.
Per rendere fattibile l’operazione c’è chi ventila un “modello scuola media” a 27 + 6, ma alla scuola media le 6 ore sono facoltative, qui dovrebbero essere opzionali, che è cosa diversa., perché dovrebbero servire a dare un indirizzo piuttosto che un altro. Allora c’è chi dice 27 + 3 + 3, con tre opzionali d’indirizzo e tre facoltative.
Ma cosa cambia? I licei classici o scientifici potranno scalare a 27 ore ma tecnologici ed economici no e allora non solo avremo due sistemi, ma un sistema sarà per forza diviso in due per orari e profilo.

Conclusioni
Come era prevedibile la riforma della secondaria superiore si rivela per il governo più ardua del previsto. Non riesce a tener fede alle impostazioni licealistiche iniziali , ma nello stesso tempo non vi rinuncia ( esemplare il latino nel tecnologico!), vorrebbe ridurre all’essenziale i saperi ma poi moltiplica le discipline, non regge gli orari bassi che vorrebbe e allora confonde fra facoltatività e opzionalità In più marginalizza sempre più, oggettivamente, il settore professionale, persino sottraendo specializzazioni.
La proposta è talmente ambigua che non riesce più a fare una mossa che non abbia un valore ambiguo o ambivalente, quando non contraddittorio.

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