Non ci sono dubbi che lo sciopero del 15 novembre abbia rappresentato, da tutti i punti di vista, un grande evento, di quelli destinati a cambiare il corso degli avvenimenti.
La partecipazione è stata ovunque altissima e si conferma attorno al 70% ed oltre.
Occorre valutare, nell’esame dell’adesione, che lo Snals non aveva proclamato alcuna lotta (e lo Snals ha registrato un consenso alle ultime elezioni delle RSU pari al 17.02%).
Inoltre, continuano a ripetersi errori ricorrenti nella comunicazione dei dati sugli scioperanti. In particolare, spesso la percentuale di scioperanti comunicata non è calcolata sul personale tenuto ad essere in servizio il 15 novembre ma è calcolata sull’organico complessivo della scuola (il giorno libero dei docenti incide in modo significativo sulle presenze).
Tante le scuole completamente chiuse e lunedì mattina risultava visibilmente mutato il volto di tante città che registravano una riduzione sensibile del traffico a causa delle scuole chiuse o con attività fortemente ridotta.
La manifestazione conclusasi a Piazza Navona è stata molto partecipata, colorata, bella da tutti i punti di vista.
Oltre 100.000 persone nonostante il cattivo tempo e nonostante i tanti pulman rimasti intrappolati fino a tardi nel traffico dell’autostrada.
Significativa la determinazione e la nettezza dei contenuti e delle posizioni.
Le presenze al corteo confederale hanno registrato una visibile ed ampia rappresentanza di diversi coordinamenti di genitori e di studenti impegnati contro la Legge Moratti. Presenti, inoltre, tutte le forze politiche dell’opposizione e tanti esponenti autorevoli dell’associazionismo professionale. Significativa la presenza dei segretari generali delle tre Confederazioni e di tanti lavoratori di altre categorie CGIL, CISL e UIL.
Il riscontro sui mezzi di informazione è stato amplissimo, evidente e molto approfondito per diversi giorni. Segno non solo di una sensibilità e di un interesse da parte delle singole testate per i temi posti al centro dello sciopero, ma anche della precisa lettura dell’esito positivo della mobilitazione e della forte e crescente adesione che si andava riscontrando.
Quindi molto bene da tutti i punti di vista ed il ringraziamento non può non andare, in primis, ai docenti, ai dirigenti scolastici e ai lavoratori ata che hanno scioperato e alle strutture di Cgil, Cisl e Uil che hanno lavorato al meglio per rendere possibile questo risultato.
Infatti, la grande unità confederale raggiunta in tutta la mobilitazione che ha preceduto lo sciopero e nella gestione dello stesso ha rappresentato, oltre che la riaffermazione di un valore fondante per Cgil, Cisl e Uil, anche uno strumento fondamentale nel rapporto con le lavoratrici e con i lavoratori per il raggiungimento di immediati e futuri risultati significativi.
L’unica nota diversa non può che riguardare l’incapacità dei Cobas di cogliere il grande significato politico della giornata considerato che hanno continuato a diffondere improbabili dati di confronto sui cortei, a lanciare segnali più tesi ad una riaffermazione identitaria che a misurarsi sullo scontro in atto. Insomma, è risultata visibile una cultura dell’unità gestita scientemente come un maglio contro altri al solo scopo di garantirsi sempre un proprio spazio.
Problemi di un’organizzazione, non cambia nulla sul grande risultato della giornata.
Cambia la storia questa giornata? Sì.
A nostro avviso da martedì 16 novembre nessuno può pensare che le cose possano andare avanti come prima, riducendo lo sciopero e la grande partecipazione ad una sorta di parentesi.
Ci riferiamo, evidentemente, alla nostra controparte.
Infatti, non a caso lo sciopero ha obbligato a riscrivere la Legge Finanziaria sul versante dei tagli e del blocco delle supplenze del personale della scuola.
Quindi, un risultato significativo è stato colto e, considerato il disperato bisogno della maggioranza di trovare risorse per coprire la manovra sulla tassazione, nonché la sua scarsa considerazione della scuola pubblica, non è poco.
Un altro risultato significativo è che le affermazioni propagandistiche del Governo, in materia di finanziamenti alla scuola e all’attuazione della Legge Moratti, si sono rivelati per quello che sono davanti a tutto il Paese grazie alla puntuale controinformazione fatta.
Nei prossimi giorni valuteremo le risposte del Governo per quanto riguarda il versante dei rinnovi contrattuali.
Da ultimo, lo sciopero ha dato visibilità al giudizio negativo e alla mancanza di consenso che riguarda la “riforma” Moratti.
Al Ministro scegliere se continuare su una linea che è destinata ad una sicura sconfitta o aprire un confronto vero con i lavoratori della scuola, i sindacati, i movimenti.
Infatti, l’altro grande risultato dello sciopero di Cgil, Cisl e Uil e della manifestazione è stato il messaggio netto che è partito da tutti con un chiaro “Adesso basta” rivolto al Ministro e al Governo.
E anche questo cambia la storia.
Tutto in discesa ora?
Niente affatto, dovremo ancora lottare ma i risultati arrivano e continueranno ad arrivare.
Roma, 18 novembre 2004