Contro la precarizzazione del lavoro la Scuola sciopera il 29 settembre 2003.

Modalità: - prima ora del turno di funzionamento antimeridiano di tutti i lavoratori e le lavoratrici ata, docenti e dirigenti scolastici; - due ore, a fine turno di lavoro, per tutto il personale della formazione.

 

La lettera di adesione della CGIL Scuola Basilicata

 

LEGGE 30/03

PIÙ CHE UN LAVORO, UNA TRAPPOLA

 

                  

Il lavoro diventa un super market, i diritti una merce come tante

Con la legge 30 l’impresa potrà scegliere tra decine e decine di possibili contratti di lavoro atipici (somministrazione a tempo determinato, somministrazione a tempo indeterminato, lavoro intermittente o a chiamata, contratto di inserimento, lavoro condiviso, contratto di progetto, contratto accessorio con e senza voucher, associazione in partecipazione, ecc.), tutti senza diritto all’indennità di disoccupazione o altri ammortizzatori sociali, senza un reale diritto alla retribuzione in caso di malattia e infortunio e senza una copertura previdenziale dignitosa, dove il lavoratore è sempre - di giorno e di notte - a disposizione dell’impresa.

I contratti collettivi di lavoro non potranno in molti casi regolarne l’uso ne limitarne i danni, perché la legge esclude la contrattazione per molti settori (pulizia, trasporti, custodia, informatica, edilizia, cantieristica, call center, ecc.) e a fronte di  tantissime causali determinate dalle nuove norme.

Addirittura un lavoratore potrà lavorare per tutta la vita dentro un’azienda, ma essere formalmente dipendente di un’altra. Non avrà diritto quindi a nessuna tutela tipica di quell’azienda (sopra o sotto i 15 dipendenti), di quel settore, di quel contratto nazionale o legge, perché formalmente lui, lì dentro, non esiste.

Anche volendo, se un’azienda decidesse di assumere direttamente a tempo indeterminato i lavoratori somministrati (a tempo o no) non potrà farlo perché la nuova legge lo impedisce: insomma precari per tutti la vita !

 

Terziarizzazioni facili e liberalizzazione degli appalti e sub appalti

Con la legge 30 sarà possibile terziarizzare all’infinito un’azienda anche se non vi è nessuna esigenza produttiva, ne autonomia preesistente del ramo da cedere. Sarà possibile moltiplicare gli appalti e i sub appalti: questo vuol dire niente più tutele contrattuali, niente più RSU, niente ammortizzatori sociali - anche per chi fino a ieri le aveva -,  ma anche smembramento del ciclo produttivo, competizione basata solo sulla riduzione del costo del lavoro, meno sicurezza sul lavoro, niente investimenti in innovazione.

 

Torna il caporalato e i lavoratori più deboli troveranno sempre meno occasioni di lavoro stabili

Con la legge 30 viene abolita la legge 1369/60, quella che vietava il caporalato. Tantissimi soggetti lucreranno sul trovare alle persone un lavoro purché sia: Agenzie private, Camere di Commercio, Comuni, scuole e università pubbliche e private, organizzazioni sociali, associazioni, consulenti del lavoro, Enti bilaterali. I lavoratori con meno formazione, più anziani, le donne e gli immigrati non saranno un buon affare per questi soggetti e allora i servizi pubblici per l’impiego, sempre con meno risorse, diverranno una sorta di collocamento per gli “ultimi della terra”.

Sarà la giungla più selvaggia e senza regole, dove il vecchio caporale che alle 5 di mattina raccoglieva le donne o gli immigrati per portali nei campi o nei cantieri, da oggi potrà farlo alla luce del sole, tanti sono i soggetti formalmente riconosciuti ora a fare intermediazione.

 

Il part-time: da possibilità per le donne a incubo per il lavoratore

Vengono azzerati tutti i diritti individuali del lavoratore part-time. Se l’impresa vuole, con la legge 30, potrà richiedere lavoro supplementare o spostamenti di giornate senza più l’obbligo di avere il consenso del lavoratore. O meglio se il lavoratore rifiuterà le variazioni chieste dall’impresa potrà essere soggetto a provvedimenti disciplinari (e dopo 3 provvedimenti scatta il licenziamento).

 

I co.co.co: non spariscono e anzi peggiorano

Non solo i co.co.co non spariranno (gli attuali contratti di collaborazione possono durare ancora uno o più anni – di fatto fino all’infinito), ma diverranno lavoratori a progetto, sempre rinnovabili e pagati come lavoratori autonomi, senza diritti alcuno. E se un giudice dirà che non sono co.co.co o lavoratori a progetto, ma lavoratori subordinati classici, il contratto sarà cambiato a partire dalla data delle sentenza, non da quando il lavoratore ha cominciato a svolgere la sua attività.

 

Sparisce la contrattazione nazionale

Il rinvio alla contrattazione è un trucco: molti settori rimarranno scoperti perché lo dice la legge (per esempio nella somministrazione a tempo indeterminato o determinato) e il contratto nazionale che dovrà regolare quando e perché ricorrere ad alcuni tipi di nuovi contratti sarà sempre sostituibile da accordi peggiorativi, territoriali o aziendali. E se per caso, passati pochi mesi, ancora non c’è un accordo, il  Ministro del Lavoro potrà regolare tutto lui, con un decreto.

Addirittura potrà essere un decreto a fissare le retribuzioni convenzionali per i nuovi lavoratori, indipendentemente da quanto, per quelle qualifiche e mansioni, prevedono già i CCNL. Altro che protagonismo della contrattazione !

 

Torna l’apprendistato senza formazione e i contratti di preselezione

Con il nuovo contratto di inserimento il datore potrà assumere fino a 4 lavoratori ogni volta che vuole, pagandoli molto meno (2 livelli sotto alla loro qualifica finale), con la possibilità di formarli solo dentro l’azienda e ricevendo tanti benefit e sconti, senza che questi lavoratori siano computati nell’organico; per l’azienda non sarà obbligato poi ad assumerli (pre-selezione).

Inoltre l’apprendistato potrà durare fino a 6 anni, l’apprendista essere pagato ancora di meno di quanto è pagato adesso, e addirittura potrà cominciare a 15 anni (altro che formazione di base per tutta la vita) sommando i diversi apprendistati. Non c’è più l’obbligo ad almeno 120 ore anno di formazione di base da fare fuori dall’azienda.

 

Un’ora della tua vita vale 7,5 euro

Con la legge 30 tramite i voucher tutti potranno acquistare per molti importanti settori un’ora o più del  tempo di lavoro di una persona. Saranno lavoratori senza tutela, senza contratti collettivi di lavoro, senza rappresentanza. Saranno i più deboli ad essere presi a lavorare così: pensionati, casalinghe, ex tossicodipendenti, immigrati che, perso il lavoro, se non lavoreranno con il voucher saranno cacciati dall’Italia.

 

Il sindacato dovrà aiutare l’impresa contro i lavoratori che vogliono far rispettare i propri diritti

Con le nuove norme sulla certificazione sarà il sindacato, all’interno dei nuovi enti bilaterali, a rendere più difficile ai lavoratori poter far rispettare i propri diritti. Sarà possibile che il lavoratore “liberamente” (del tipo “se vuoi un lavoro prima passiamo insieme dall’ente bilaterale”) decida di rinunciare in anticipo ad alcuni sui diritti (premio di produzione, gratifiche, ecc.) e il sindacato certificherà tutto questo.

Se la certificazione errata (o per abuso di potere) sarà fatta poi da altri soggetti pubblici (Direzioni provinciali del lavoro e Province) il lavoratore non potrà rivolgersi al giudice del lavoro, ma al Tar (che costa molto di più e ci mette anni…).

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