CAMERA DEI DEPUTATI

 


XIV LEGISLATURA


392^ SEDUTA PUBBLICA

Giovedì 20 novembre 2003

 

Decisione del Governo di ubicare il deposito nazionale delle scorie nucleari in Basilicata - nn. 2-00983, 2-00985 e 2-00986)

PRESIDENTE. Avverto che le interpellanze urgenti Boccia n. 2-00983, Potenza n. 2-00985 e Violante n. 2- 00986, che vertono sullo stesso argomento saranno svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7).
L'onorevole Molinari ha facoltà di illustrare l'interpellanza Boccia n. 2-00983, di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, l'arbitrio e l'imperio di un Governo arrogante ha stravolto in questi giorni la vita di un'intera comunità regionale. Il 13 novembre, nel corso del Consiglio dei ministri, è stato varato un decreto-legge che individua in Scanzano Ionico il sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie radioattive. Un decreto-legge che non era neppure previsto nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri e che alla chetichella è stato varato.
Signor Presidente, l'approvazione è avvenuta in un contesto particolare, con l'opinione pubblica commossa e sconcertata di fronte all'attentato in Iraq e alla morte dei nostri militari; e così il Governo, con un con colpo di mano, ha scelto. Lo ha fatto nel peggiore dei modi; un Governo che si dice federalista, alla fine, ha deciso nella peggiore tradizione centralista: prendetevi le scorie e i rischi di morte, salutare e territoriale, e, al massimo, vi daremo qualche spicciolo come risarcimento.
Ma come si può, in un contesto istituzionale riformato dal titolo V, non acquisire il parere preventivo della regione interessata? Credo che erroneamente avevate pensato alla Basilicata come terra di conquista, come popolazioni mite che avrebbe subito o forse accettato una decisione imposta. Il generale Jean, forse abituato ai suoi metodi militari e ad un decisionismo fuori luogo in questo caso, ha assunto un atteggiamento sbagliato e riprovevole; ha presentato documenti, i cui dati sono inesatti e datati, come ha già detto il presidente della regione, Bubbico, che si riferiscono ad un periodo storico: alla metà degli anni '70. Oggi Scanzano Ionico e la fascia del metapontino sono una ricchezza per il paese: agricoltura di qualità e turismo. Queste le chiavi di volta dello sviluppo avviatosi nell'anno '80 e maturato negli anni '90 e in questi primi anni del 2000.
É un Governo schizofrenico questo; da una parte firma contratti di programma per lo sviluppo turistico, dall'altra ci regala le scorie. Quando si tratta di sviluppo si pensa al nord, quando si parla di sud invece s'impongono tutte le decisioni che mortificano e tarpano le ali allo sviluppo. Basterebbe considerare gli elementi individuati dalla commissione per escludere Scanzano Ionico dalla scelta del sito; é una zona sismica innanzitutto, la Basilicata è su una faglia, e tutti lo sanno. É una zona a rischio d'esondazioni: periodicamente, ogni anno, si verificano allagamenti a causa delle piogge proprio lungo la fascia ionica e nel sito individuato. Prego il sottosegretario Tortoli di valutare la foto, che oggi viene pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, proprio su quella zona interessata.
Perché il Governo invece di volerci riempire di scorie non pensi a promuovere la difesa del nostro arenile e al risanamento della costa devastata dall'erosione? Noi chiediamo al Governo quali sono le iniziative. É di questi ultimi minuti una dichiarazione del ministro Giovanardi che parla di modificare il decreto-legge prima ancora che si avvii il dibattito. Noi diciamo che, con quelle modifiche che il Governo vuole apportare al decreto-legge, proprio perché, a questo punto, viene meno l'urgenza, é bene, a maggior ragione, che voi ritiriate questo decreto e lo trasformiate in un disegno di legge ed approfondiate, se ci sono, gli altri siti ideali dove andare a collocare queste scorie sentendo, naturalmente, le popolazioni locali e le istituzioni regionali, perché tutti hanno preso posizione oltre alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali e alla società civile. Ciò, al fine, di individuare la migliore soluzione.
Il Governo, di fronte a tutto questo, ha, a mio parere, soltanto un passo da fare: quello, ripeto, di ritirare questo decreto-legge e di trasformarlo in un disegno di legge su cui si avvierà la discussione e il confronto che, come abbiamo fatto nel corso di questi giorni, sarà civile e corretto da parte delle opposizioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà di illustrare l'interpellanza Potenza n. 2-00985, di cui è cofirmatario.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, credo che questa vicenda sia sotto gli occhi di tutti per la straordinaria inconsapevolezza con cui è stata gestita dall'esecutivo. Il collega Molinari ha già evidenziato il contesto non bellissimo nel quale essa è maturata, vale a dire il momento in cui una forte emozione nazionale faceva partecipare l'intero paese, con la mente ed il cuore, al cordoglio per quell'evento luttuoso che ci ha colpito solo qualche giorno fa.
In quel momento, l'esecutivo assumeva una decisione che, onorevole rappresentante del Governo, se non recasse già tutte le controindicazioni naturalmente avvertite da ogni cittadino per quello che rappresenta dal punto di vista scientifico un sito del genere, ne avrebbe una sopra a tutte. Infatti, è stata colpita la zona del Metapontino: se si guarda la cartina geografica (quella che forse abbiamo dimenticato nelle aule delle scuole elementari) e si disegna l'itinerario percorribile (vale a dire la Basilicata ed i punti di intersezione con le regioni limitrofe), si osserva che la provincia di Taranto, la Basilicata e la Calabria si «incontrano» in quella che, probabilmente, è l'area più interessante dell'intero Mezzogiorno in termini di capacità di sviluppo del settore agroalimentare.
Vede, onorevole rappresentante del Governo, forse è ella non avrà cognizione del fatto che in quell'area si è determinata una delle più rimarchevoli - direi da antologia - operazioni di scambio culturale tra il nord e il sud del paese. Alcuni operatori dell'Emilia-Romagna del settore agroalimentare, infatti, hanno realizzato alcune operazioni di joint venture con quelli della Basilicata, realizzando colture di altissimo valore dal punto di vista sia della qualità, sia della quantità, sia della capacità di raggiungere i mercati più prestigiosi (sia quelli del nord, sia quelli esteri).
Ma non si tratta solo di questo. Stiamo parlando, infatti, di un'area che coinvolge tre regioni, come è stato ricordato anche da un documento, molto severo ed impegnato, elaborato dai prelati pugliesi. Si tratta di una situazione molto avvertita dalle popolazioni, e del resto credo che il Governo si stia rendendo conto che, in queste ore, si sta verificando un vero e proprio sommovimento popolare da quelle parti.
Come dicevo, anche dal punto di vista turistico vi è in quell'area un tasso di sviluppo davvero straordinario.

Ne parlava anche il mio collega e voglio riprendere questo concetto. Per la fascia che si affaccia al mare abbiamo avuto negli ultimi anni decine e decine di miliardi di vecchi lire e alcune centinaia di milioni di euro di cofinanziamento europeo e, quindi, lo Stato ha compiuto la sua scelta. Si è detto: quest'area ci interessa da un punto di vista turistico, ci investiamo, ci mettiamo cospicui denari, lanciando un polo turistico che probabilmente non ha paragoni possibili, quanto a capienza di posti letto, se non con la fascia romagnola. Solo che, in questo caso, vi è turismo di alta qualità. Questo è il territorio del quale stiamo parlando.
Lo capisco: se andassimo ad interpellare ogni italiano e gli dicessimo che vicino casa sua stanno per installare un cimitero di scorie radioattive, è evidente che nessuno risponderebbe con particolare entusiasmo. Ma qui, onorevole rappresentante del Governo, vi è qualcosa di diverso. Vi è un atteggiamento contraddittorio che revoca in dubbio, da parte del Governo, tutto ciò che si è fatto fino a questo momento. Rivolgendosi al popolo del Metapontino e, anzi, ai popoli delle tre regioni di riferimento, si dice: da questo momento, dovete immaginare un altro futuro, un'altra destinazione quanto a vita, sviluppo, economia e quant'altro, con un danno incredibile anche dal punto di vista dell'economia. Tutto ciò mettendo in discussione posti di lavoro che già sono operanti soprattutto nel settore turistico ed agroalimentare e compiendo anche un'operazione incredibilmente autolesionistica nei confronti degli investitori. Questi ultimi, che fino a ieri hanno avuto dal Governo una sollecitazione a recarsi in quell'area e ad investirvi i propri quattrini per incrementare le possibilità dell'area stessa, soprattutto per quanto riguarda il percorso turistico, oggi si sentono dire dal Governo: non ci interessa più quel percorso, abbiamo voltato pagina, questo sarà il cimitero delle scorie nucleari.
Non voglio evocare battute che possono diventare persino troppo facili, guardando anche alla sequenza infinita dei comportamenti di questo Governo a vocazione - mi si lasci dire - per molti aspetti antimeridionalista. La battuta potrebbe essere: si immagina che il sud sia la pattumiera d'Italia. Non voglio dire ciò; voglio, invece, immaginare che questo gesto sia stato compiuto in una dimensione di inconsapevolezza, in una dimensione che non aveva evidentemente soppesato e messo nel conto nel modo più giusto, più pertinente e più adeguato la condizione di questa terra felice fino a ieri, di questo pezzo di Mezzogiorno che avremmo gradito far conoscere agli amici del Governo, affinché avessero potuto avere anche l'occasione di verificare quanto il sud, lavorando ed impegnando le sue risorse e la sua intelligenza, sia capace di produrre ricchezza e qualità.
E, allora, concludo la mia breve illustrazione, naturalmente condividendo le considerazioni che già il collega Molinari ha espresso e che ho visto anche presenti nell'interpellanza che il collega Adduce si accinge ad illustrare.
Spero davvero che il Governo abbia un ripensamento su tale vicenda. È giusto che lo abbia e non perché ciò potrebbe essere argomentato in modo elettoralistico da parte delle opposizioni. È giusto che il Governo ripensi per tempo al grave errore che sta commettendo. Credo che se lo farà avrà sicuramente realizzato un'operazione di correttezza e di giustizia che, invece, mette seriamente in discussione perseguendo in modo pervicace l'idea assolutamente malsana dell'insediamento del cimitero delle scorie nucleari in quella parte della Basilicata.

PRESIDENTE. L'onorevole Adduce ha facoltà di illustrare l'interpellanza Violante n. 2-00986, di cui è cofirmatario.
Onorevole Adduce, è un piacere riaverla tra di noi.

SALVATORE ADDUCE. Signor Presidente, il piacere è mio.
Vorrei richiamare l'attenzione del rappresentante del Governo sulla sua stessa dichiarazione si questa mattina. Il sottosegretario, nel corso di una trasmissione radiofonica, ha avuto modo di dire che se lui fosse di Scanzano quasi certamente anche la propria moglie sarebbe in piazza con le altre donne del luogo a protestare per la decisione del Governo. Tuttavia, ha aggiunto che la scelta è stata fatta sulla base di precisi riscontri scientifici forniti da istituzioni serie e riconosciute che da molti anni studiano il territorio.
Signor rappresentante del Governo, vorrei avere la stessa certezza che ha lei. Purtroppo, devo dire che le cose non stanno così. Non confuterò le sue affermazioni attraverso l'elencazione degli studi scientifici forniti da istituzioni serie e riconosciute, ma le confuterò proprio perché le suddette istituzioni si occupano da anni di tali problemi e non sono, al momento, arrivate ad una conclusione.
Ne ha hanno parlato i colleghi che mi hanno preceduto, per cui non ripeterò l'odiosa tempistica che ha caratterizzato il varo da parte del Governo di tale decreto. Penso ai morti di Nassiriya e dobbiamo ricordare i ripetuti assalti di queste ore e di questi giorni nel teatro di guerra. Il Presidente della Repubblica che, penso, avrebbe avuto qualcosa da dire su questo argomento non ha potuto controfirmare il decreto perché è in visita di Stato all'estero.
Mi concentrerò rapidamente sul lavoro svolto dallo stesso Parlamento sentendo quelle istituzioni serie e riconosciute che lei ha citato questa mattina alla radio, a cominciare dalla stessa società per la gestione delle scorie nucleari. Dobbiamo parlare di scorie perché non abbiamo più impianti nucleari funzionanti, ormai sono soltanto rifiuti.

Colpisce, signor sottosegretario, quello che fanno queste autorevoli istituzioni, a cominciare dalla Sogin, che in Commissione ambiente, qui alla Camera dei deputati, nel corso di un audizione svoltasi il 29 gennaio 2003, molto opportunamente consegna una relazione con la quale si dice (cito testualmente dalla relazione della Sogin): il Governo molto opportunamente ha riavviato la discussione politica in materia di gestione dei rifiuti radioattivi con l'articolo 27 del disegno di legge di riordino del settore energetico, presentato al Parlamento, atto Camera 3297.
Signor Presidente, l'atto Camera 3297 è stato approvato da questa Assemblea il 16 luglio 2003 e l'articolo 27 è diventato l'articolo 30. Tale articolo dice: il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge - naturalmente credo sia superfluo richiamare la vostra attenzione sul fatto che tale provvedimento è stato approvato solo da questo ramo del Parlamento e al momento è all'esame del Senato -, uno o più decreti legislativi per disciplinare la sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi, come definiti dall'articolo 3 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, eccetera, eccetera. I decreti legislativi, di cui al comma 1, sono adottati su proposta del ministro delle attività produttive, di concerto con i ministri dell'interno, della difesa, dell'ambiente e della tutela del territorio e della salute. Gli schemi di decreti sono trasmessi, sentita la Conferenza unificata, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti. Le Commissioni si esprimono entro 40 giorni dalla data di assegnazione, decorsi i quali i decreti sono comunque emanati. I decreti legislativi, di cui al comma 1, definiscono gli obiettivi e le azioni necessarie da intraprendere per la gestione in sicurezza dei rifiuti nucleari italiani e nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: (tra gli altri) attribuire alla Sogin la responsabilità di condurre le indagini e gli studi per individuare i siti atti alla realizzazione, da parte della medesima, del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi - quindi, questa Camera, su proposta del Governo, ha approvato una disposizione normativa che prevede un percorso preciso -; prevedere che la scelta del sito sia effettuata dal ministro delle attività produttive, di intesa con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e della salute, d'intesa con la regione interessata e sentiti gli enti locali interessati non oltre 18 mesi dall'entrata in vigore della presente legge e che, ove non si pervenga all'individuazione del sito, la scelta sia effettuata con decreto del Presidente eccetera, eccetera.
Questa legge non è stata ancora approvata dall'altro ramo del Parlamento. Dovevamo procedere su questo piano, per cercare di trovare una risposta al problema tanto grave che noi abbiamo. È la stessa Sogin che il 29 gennaio diceva tutto questo. E, vedete, quelle serie istituzioni, alle quali si riferisce il sottosegretario, sono per esempio l'ENEA, che oggi ha, ma già da tempo, come commissario straordinario un Premio Nobel, il professor Carlo Rubbia, il quale, il 31 gennaio 2003, nel corso di un'audizione svoltasi presso l'VIII Commissione ambiente della Camera dei deputati, diceva che l'ENEA ha costituito la task force nel 1996, in concomitanza con la costituzione della sezione nucleare della commissione grandi rischi istituita presso il dipartimento della protezione civile, per effettuare un'indagine geografico-territoriale per scegliere un sito nazionale ove sistemare i rifiuti radioattivi e che ha condotto una serie di attività riguardanti la caratterizzazione dei rifiuti, la progettazione concettuale del deposito (dunque, il deposito è stato concepito su computer), nonché alcune indagini dirette all'individuazione e alla valutazione preliminare di siti ed aree geografiche idonee e alla valutazione del potenziale impatto ambientale del deposito sull'area individuata, ma che tuttavia (l'ENEA) non aveva assunto iniziative con le autorità, per verificare i piani regolatori né aveva esaminato le potenziali implicazioni economiche e sociali o esplorato la disponibilità locale ad ospitare il deposito. Questo dice l'ENEA e mi pare sia per noi un primario riferimento.
Dal 1996, quando si costituì il gruppo di lavoro, al 2003 passano ben 7 anni; è un parto difficile! Ma il premio Nobel e non l'ultimo parlamentare dell'opposizione, quale io sono, afferma che non è ancora chiaro cosa stia accadendo.
Allora, onorevole rappresentante del Governo, insisto: come si può arrivare in qualche giorno, in qualche settimana, a decidere che è scientificamente provato che Scanzano Ionico possa ospitare il deposito dei rifiuti nucleari? Sulla base di quale studio, di quale approfondimento e, soprattutto, di quale concertazione, di quale collaborazione con gli enti locali ciò è avvenuto?
Abbiamo dubbi e, in qualche caso, certezze che qualcosa non abbia funzionato e che vi sia qualcuno che prema in maniera inusitata, probabilmente sullo stesso Governo, per determinare una situazione che noi rifiutiamo. Circolano voci inquietanti e questo modo di rispondere, signor rappresentante del Governo, è un tentativo che lei pone in essere per trovare una toppa ad una situazione complicatissima. Vi sono decine e decine di migliaia di cittadini non solo lucani, ma anche della Puglia, della Calabria e della Campania che sono sulle nostre strade e che non se ne vanno se non forniamo loro una risposta chiara che significa cancellare il decreto. Siamo di fronte ad un problema drammatico per il quale non ce la possiamo cavare con una dichiarazione alla stampa.
Anche le modalità con le quali stiamo avviando la discussione del disegno di legge di conversione la dicono lunga; pochi minuti fa - pensate un po' - la Commissione ha deciso di non voler ascoltare il presidente della regione Basilicata e gli amministratori locali. Il sindaco di Scanzano si spertica affermando che si è aperta un'autostrada non so dove, il sindaco di Scanzano probabilmente deve rispondere proprio lui del perché sia soddisfatto di una situazione di questo tipo! Cosa è successo: il sindaco di Scanzano non aspettava altro?
Signor sottosegretario, ovviamente, tutti gli esponenti politici della Basilicata, della Puglia, della Calabria, della Campania, del Molise, di Milano, dell'Emilia Romagna sono con queste popolazioni. Simbolicamente, intendo citare il responsabile economico del mio partito, l'onorevole Pier Luigi Bersani che ha il problema sotto casa sua, il quale ha dichiarato che si tratta di una scelta scellerata, proprio per le ragioni che ho esposto in precedenza, in quanto non incardinata all'interno di una procedura normale. Siamo di fronte ad un colpo di mano; chi è questo generale Jean che spinge in questa direzione? Chi c'è dietro il generale Jean che spinge in questa direzione? Probabilmente, vi sono conflitti che hanno a che fare con la sussistenza nella medesima persona delle funzioni di Capo di Gabinetto del ministro dell'ambiente e di direttore della Sogin.
Siamo di fronte a un problema drammatico, nei termini sociali ed economici evidenziati dai colleghi che mi hanno preceduto. Tuttavia non sottovalutarei, onorevole rappresentante del Governo, anche la drammaticità della procedura scelta e gli elementi di conflitto e di illegalità insiti in questa operazione. Si tratta di un conflitto istituzionale: ieri il Consiglio regionale della Basilicata - nel pieno delle iniziative popolari, non so definirle diversamente: le notizie di questa mattina parlano di intere popolazioni di comuni che si riversano nei fondovalle - ha deciso di promuovere un ricorso alla Corte costituzionale.
Ma proprio di questo avevate bisogno? Avevate bisogno di un conflitto di queste dimensioni con una delle regioni demograficamente più piccole d'Italia? Qualche giornale ha pubblicato la foto di manifestazioni con un asinello: quello è l'ultimo asinello rimasto in Basilicata. La mia regione è una regione grande dal punto di vista economico, che dà un apporto e un contributo enorme all'Italia! Forniamo petrolio a questo paese per coprire il 10 per cento del fabbisogno nazionale! Non possiamo essere trattati così, signor sottosegretario! Siamo in grado di fornire al nostro paese un contributo serio e notevole in tutti i settori, a cominciare da quello dell'acqua, dall'apporto di acqua alla Puglia, al Molise, alla Calabria! Non possiamo essere trattati così.
Come vede, il conflitto è molto superiore a quello che potete immaginare. Non potete pensare che sia circoscritto a 600 mila anime, magari tutti poverelli e tutti poveri disgraziati. Non è così, si tratta di una grande regione e ci opporremo in maniera formidabile, qui in Parlamento, perché questo obbrobrio non passi.

PRESIDENTE. Il sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio, onorevole Tortoli, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO TORTOLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Signor Presidente, in via preliminare ho trovato offensivo parlare dei morti di Nassiriya, perché sappiamo benissimo, onorevoli colleghi, che la decisione in esame, che è una decisione difficile, non sarebbe passata inosservata in nessun caso. Vi prego quindi di non fare riferimenti inopportuni.
Per quanto riguarda l'inconsapevolezza ipotizzata da qualche collega, non può esserci inconsapevolezza in quanto dell'ipotesi di individuazione di un sito unico nazionale si parla già dal 1962, con ricerche più o meno importanti.
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, come d'altronde tutte le forze di governo, ha rivolto e tuttora rivolge particolare attenzione verso uno dei più annosi problemi legati alla dismissione delle attività nucleari in Italia. Il problema dell'eredità lasciata dalle passate attività in campo nucleare, sia di sfruttamento dell'energia nucleare sia di ricerca nel campo del ciclo del combustibile nucleare, è ancora ben lontano dal vedere una soluzione.
Non vi è dubbio che i circa 105 siti dislocati su tutto il territorio nazionale rappresentino un enorme rischio per probabili eventi catastrofici che potrebbero verificarsi o per atti terroristici in cui si potrebbero utilizzare, per bombe «sporche» o radiologiche, materiali sottratti da detti siti. Per tale motivo già da tempo si è cercato di sensibilizzare gli enti territoriali ad intraprendere azioni adeguate affinché si giungesse in tempi rapidi alla realizzazione di un sito nazionale per raccogliere in condizioni di massima sicurezza la totalità dei rifiuti radioattivi ancora detenuti nei diversi impianti che li hanno prodotti.
Va altresì ricordato che nel marzo scorso la Commissione ambiente della Camera all'unanimità, al termine di un'approfondita indagine conoscitiva, ha sollecitato il Governo a provvedere alla rapida costruzione di un deposito unico nazionale per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi.
La realizzazione del sito nazionale permette, inoltre, la definizione dei programmi e delle attività per il completo smantellamento degli impianti nucleari. Infatti, il deposito definitivo è il punto di arrivo di tutta la gestione dei rifiuti radioattivi e ne costituisce, quindi, un elemento essenziale. Esso rappresenta, nella sua globalità, la barriera di protezione dalle radiazioni e dal ritorno dei radionuclidi nella biosfera non soltanto attraverso strutture ingegneristiche a più strati ma anche mediante le caratteristiche tettoniche ed idrogeologiche del sito stesso.
La diffusa crisi internazionale ed il conseguente pericolo di atti terroristici, che potrebbero mettere in pericolo l'interesse nazionale della sicurezza dello Stato, rendono ancora più urgente la realizzazione di un deposito unico nazionale all'interno del quale allocare i rifiuti radioattivi. Tali considerazioni hanno portato il Governo ad adottare un provvedimento di urgenza, che prevede l'individuazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi, l'attuazione degli interventi e l'allocazione dei rifiuti stessi. L'individuazione dell'area dove allocare il sito è ricaduta nel comune di Scanzano Jonico in quanto, già nel 1977, uno studio commissionato dall'allora comitato nazionale per l'energia nucleare all'ex servizio geologico d'Italia aveva individuato tale area come potenzialmente idonea allo stoccaggio e allo smaltimento di rifiuti radioattivi a lunga vita. Il criterio alla base della scelta di tale area era la presenza di grandi spessori di rocce impermeabili - argille, sali o rocce cristalline -, con ampia continuità laterale e in aree tettonicamente favorevoli.
Le caratteristiche geologiche del luogo in esame, caratterizzato da una formazione salina a circa 700 metri di profondità incapsulata nell'argilla, sono da ritenere particolarmente favorevoli. Lo smaltimento in formazione salina profonda viene, infatti, considerato in ambito internazionale una delle migliori soluzioni per il deposito definitivo dei rifiuti a più elevata e longeva pericolosità. Ne è la prova il fatto che molti dei paesi cosiddetti nucleari hanno già realizzato strutture sotterranee in tali formazioni, per specifiche attività di qualificazione. Inoltre, è già operativo negli Stati Uniti, nel Nuovo Messico, un deposito definitivo con caratteristiche analoghe a quello prospettato.
Comunque, nonostante l'adozione del decreto-legge, quest'ultimo deve ancora passare al vaglio del Parlamento e, se lo stesso lo convertirà in legge, dovranno essere attuate tutte le iniziative necessarie per mettere in sicurezza i rifiuti.
L'iter relativo alle procedure di esame tecnico comporterà lo studio afferente, oltre che il profilo della valutazione di impatto ambientale, la costruzione e l'esercizio delle strutture del deposito definitivo. Come è ben noto, il progetto preliminare del deposito sarà sottoposto alla procedura di valutazione di impatto ambientale propedeutica a tutte le operazioni. Vi è, quindi, la garanzia che il progetto sarà sottoposto ad analisi tecnica approfondita. In tale fase, come previsto dal normale iter amministrativo, saranno coinvolti il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e anche gli enti locali interessati. Per quanto attiene agli aspetti di sicurezza e di protezione dalle radiazioni dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente, interverranno le amministrazioni competenti a livello centrale nonché l'agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici. L'agenzia, nel suo ruolo di autorità di controllo, dovrà effettuare sia la verifica dell'analisi delle caratteristiche del sito sia un'ulteriore specifica analisi tecnica di sicurezza e di radioprotezione dei progetti del deposito prodotti dall'esercente. Soltanto al termine di tale procedura la decisione diverrà pienamente operativa per l'attivazione del sito.
Il Governo, nel comprendere le preoccupazioni espresse dalla popolazione, può però affermare che, in tutte le attività inerenti alla gestione dei rifiuti radioattivi, sarà garantita la protezione dell'uomo e dell'ambiente a breve e lungo termine e che non saranno imposti carichi non dovuti alle future generazioni.
In aggiunta a quanto detto fino ad ora, mi preme fare alcune ulteriori specificazioni di carattere tecnico, e non solo. Il confinamento geologico del sito è assicurato dalla presenza di uno spessore di molte centinaia di metri di sedimenti prevalentemente argillosi di origine marina del miocene e del quaternario.

In particolare, il deposito dovrebbe essere realizzato all'interno di orizzonti di salgemma del messiniano corrispondente a poco più di cinque milioni di anni dal presente. Ciò è provato dalle stratigrafie dei pozzi per ricerca petrolifera, di cui uno, Scanzano 1, è posto nelle immediate vicinanze del sito e altri due, Cavone 1 e Cavone 2, più distanti, e dalla stessa miniera di salgemma entro la quale il sito si svilupperà a più di 700 metri di profondità. Tale situazione può ritenersi ottimale in quanto sia il sale che l'argilla uniscono due caratteristiche molto favorevoli: l'impermeabilità e la plasticità. La prima garantisce che non possano migrare verso la superficie acque contaminate da eventuali perdite dei contenitori stoccati; la seconda è a garanzia della prima, nel senso che eventuali sollecitazioni tettoniche possano essere assorbite senza produrre significative superfici di fratturazione a maggiore permeabilità.
In sostanza, quindi, dal punto di vista idrogeologico, la collocazione del sito a grande profondità, al di sotto del livello del mare, in un'area stabile dal punto vista tettonico, all'interno di sedimenti impermeabili per tutto lo spessore della copertura, garantisce l'assenza di flussi significativi di acqua, sia in orizzontale che in verticale, tali da permettere la migrazione di eventuali radionuclidi verso falde idriche superficiali sfruttabili dall'uomo, Naturalmente, tali affermazioni in merito alle caratteristiche idrogeologiche e geomeccaniche delle rocce inglobanti il deposito e la loro stabilità nel tempo - in particolare, la capacità di isolamento a lungo termine - dovranno essere verificate attraverso gli studi previsti sul sito.
Un altro aspetto di particolare delicatezza è quello riguardante i problemi della sismicità. I depositi miocenici di salgemma di Scanzano sono fermi da almeno 600 mila anni, fatto che giustifica come la costa ionica locale sia priva di sismicità di rilievo con scuotimenti essenzialmente dovuti a risentimento locale di terremoti distanti. Il sito di Scanzano ricade tra le aree italiane a minore pericolosità sismica avendo un'accelerazione di picco al suolo attesa compresa tra lo 0,08 e lo 0,12 g.
In merito al fatto che non sono state coinvolte le popolazioni e gli enti locali posso fare presente che era previsto che il commissario concordasse con i presidenti delle regioni i criteri da seguire per l'individuazione del sito ma tale decisione si è rivelata impossibile per comprensibili ragioni di ordine locale. Quando dai 200 siti originari, attraverso una selezione di tipo scientifico e relativa alle caratteristiche geologiche e morfologiche dei siti stessi, si è andati ad individuare un numero sempre minore degli stessi siti fino a individuarne 15, a quel punto c'è stato da parte delle regioni un comprensibile senso, diciamo, di smarrimento e una comprensibile difficoltà a partecipare all'ulteriore selezione del sito. Evidentemente, si trattava di arrivare poi ad una individuazione che coinvolgeva un regione in particolare.
Quindi, la responsabilità è caduta, è ricaduta sul Governo da parte del quale, negli interventi che intende fare d'ora in avanti, nel momento in cui il decreto-legge verrà portato in Parlamento - a partire proprio da questo ramo del Parlamento, qui alla Camera -, non vi sarà la disponibilità a ritirarlo. Infatti, sapete benissimo che, ritirando questo decreto-legge, sarebbe impossibile ipotizzare l'individuazione successiva di un altro sito visto che questo è nella obbligatorietà di scelta di questo Governo e comunque dello stesso Parlamento e dal momento che, tra l'altro, al di là dei motivi di sicurezza e di necessità, ce lo impone anche l'Europa: ricordo che solo la Grecia e l'Italia non hanno ancora individuato un sito nazionale per il deposito delle scorie nucleari.
Dicevo che nel percorso che questo decreto-legge avrà alla Camera io credo che il Governo si renderà disponibile perlomeno a due tipi di variazione dell'originario provvedimento. Ciò, in primo luogo, per evitare, come appariva inizialmente, che si preveda da subito lo stoccaggio temporaneo in Basilicata; credo, invece, sia più corretto, anche per sensibilizzare tutto il paese al problema che si intende affrontare, che le scorie rimangano dove sono, che vengano messe in sicurezza ove previsto e che, eventualmente, vengano trasportate nel sito nazionale definitivo, quando sarà costruito, per essere allocate in profondità, come il sito stesso prevede.
Il Governo, inoltre - è un altro aspetto che credo il medesimo vorrà prendere in considerazione -, si intende garantire, mettendo anche gli enti locali in condizione di farlo, lo svolgimento di un'ulteriore verifica prima di attribuire validità al sito stesso. Abbiamo onestamente la convinzione che il medesimo possa essere il sito ideale per risolvere un problema che esiste e che deve essere affrontato.

PRESIDENTE. L'onorevole Boccia ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-00983.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, penso che nessuna persona di buon senso possa ritenersi soddisfatta della risposta tecnicistica del Governo, di chi, evidentemente, è portavoce di visioni liberiste, economicistiche e tecnicistiche.
Il sottosegretario, a nome del Governo, non ha minimamente fatto cenno al fattore umano, vale a dire alle persone, al popolo che vive in quella realtà, come se ciò non fosse uno dei problemi che il Governo deve affrontare. È una questione che per il Governo non esiste. Le persone non esistono! Esiste l'economia, esistono i numeri, le tecniche, la necessità dello smaltimento, l'urgenza, le difficoltà. Non esistono le persone!
Ciò ci mette nella condizione di dichiarare la nostra insoddisfazione; è, inoltre, questa la distinzione che vi è tra noi e questo Governo e che, ovviamente, viene fuori da ogni occasione. Signor Presidente, siamo insoddisfatti perché, ancora una volta, al simpatico e apprezzato sottosegretario Tortoli è stato detto di recarsi in aula per leggere un compitino (se ne è guardato bene il ministro dal farlo). L'incontro svoltosi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri si è concluso con l'impegno di riferire al Presidente Berlusconi, il quale, tempestivamente, avrebbe assunto una decisione, ma se la decisione è la seguente prendiamo atto che è stato partorito un imbroglio, rispetto al quale non solo noi, ma il popolo lucano darà la risposta che si merita il Governo Berlusconi.
Signor Presidente, non si è riscontrata una minima partecipazione nell'assunzione, da parte del Governo, di questa aberrante deliberazione. Non sono state sentite la Conferenza Stato-regioni, le Commissioni parlamentari, non è stata organizzata alcuna conferenza di partecipazione, non è stata sentita la provincia, non è stato ascoltato nessuno. Il Governo, di imperio, con moto autoritario, direi dispotico, ha deciso di fare questo regalo alla Basilicata, senza che vi fossero condizioni di urgenza e, quindi, vi sono rilievi anche sotto il profilo della costituzionalità del provvedimento.

Che il Presidente della Repubblica legga gli atti di questa interpellanza urgente e registri che il sottosegretario ha dichiarato che non vi sarà più - bontà loro: vedremo come lo scriveranno, perché non c'è da fidarsi - il trasferimento domani, come era previsto, delle prime scorie radioattive a cielo aperto, perché questo aveva previsto il Governo: di trasferire immediatamente, magari domani, le scorie radioattive a cielo aperto a Scanzano Jonico. Non essendoci più questa urgenza, non si comprende per quale ragione si debba adottare un decreto-legge.
Se dobbiamo trasferire le scorie tra cinque anni, quando il sito sarà finito, non si comprende per quale ragione fosse necessario e doveroso un provvedimento del genere. Si tratta di un pasticcio, un imbroglio rispetto al quale noi reagiamo con forza.
Guardi, signor Presidente, questo imbroglio ha poi una ciliegina, che è presente in uno degli articoli del decreto-legge nel quale è previsto che si adotta una protezione militare sul sito. Come dire che una notte furtivamente il genio andrà lì, solleverà delle alte mura, impianterà delle garitte, eleverà delle torri, spianerà l'esercito con i carri armati e vediamo la protesta quale esito avrà. Berlusconi non conosce i lucani! Per questa strada non andrà da nessuna parte, il Governo non andrà da nessuna parte! Noi siamo un popolo ragionevole e qui lo rappresentiamo con ragionevolezza, ma quando ci sono prepotenti che mettono la pistola alla tempia, c'è poco da ragionare.
Signor rappresentante del Governo, lei è stato mandato qui e ha fatto il suo dovere, ma l'impostazione con la quale ha proceduto il Governo è autoritaria, dispotica, che è propria di un governo di destra e fascista, come il suo ministro!
Venendo ora ai contenuti del provvedimento: si ignora che siamo in area sismica, che vi è stato un terremoto a San Giuliano che ha interessato direttamente Scanzano Jonico e che un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 20 marzo - l'atto n. 3274 - ha dichiarato Scanzano Jonico area sismica.
Si ignora che lì vi è un dissesto idrogeologico spaventoso e che vi sono state più volte, negli ultimi decenni, inondazioni da parte del vicino fiume Cavone. Inondazioni! Si ignora che la costa sullo Jonio arretra mediamente di dieci metri ed in quel punto di 2 o 3 metri.
Se è vero che le scorie devono stare lì 150 mila anni, tra cinquant'anni quelle scorie saranno in mare, caro sottosegretario! Chi ha fatto questo studio? Si informi dai dati del centro di geodesia spaziale che misura l'arretramento delle coste!
Ancora: il rappresentante del Governo ha fatto riferimento a studi, onorevole Mussi, del 1977! Questa è la base scientifica, risalente a quarant'anni fa: lì probabilmente vi era ancora la malaria perché il Metapontino era un'area malarica durante l'ultima guerra e subito dopo. Sulla base di questi studi si decide che quello è il sito migliore. È un'indecenza, una vergogna! Lì oggi c'è una popolazione numerosa, consistente, è una delle aree più popolate della Basilicata. La popolazione per voi non è un elemento! Quell'area è attraversata da una grande condotta idrica che porta acqua alla Puglia: passa cioè la più grande condotta idrica d'Europa! Non si è posto questo problema?
Lì, a distanza di 50 metri, c'è una serie di stazioni balneari finanziate dal Governo di centrosinistra - perché voi avete dato solo attuazione alle scelte che noi avevamo fatto -, però stanno lì, per migliaia di posti letto! Esiste un'area, un sito archeologico, la vecchia scuola Pitagorica, Eraclea, tutte le preesistenze della Magna Grecia, le Tavole Palatine... Ma vi rendete conto o no dove siete andati a mettere questo sito?
Sono diffusissime fattispecie di un ecosistema unico di zone naturalistiche! Pensi che lì c'è una pineta che è tra le più antiche del mondo! Salteranno anche una serie di azioni che erano state messe in campo.
Ma c'è di più. Quella è un'area interessata da un grande processo di sviluppo agricolo e turistico. Vi sono produzioni agricole di grande qualità: le fragole del metapontino, le arance del metapontino, una serie di primizie! Saranno effetti psicologici? Ma anche se fossero solo effetti psicologici, il Governo se lo doveva porre o no questo problema? Dei danni che ha già fatto, non di quelli che farà! Dei danni che ha già fatto! Noi non possiamo che levare forte la nostra protesta: questa è una scelta illegittima!

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, la prego di concludere.

ANTONIO BOCCIA. Presidente, chiedo l'applicazione dell'ultimo periodo del primo comma dell'articolo 138 del regolamento. Noi ci troviamo di fronte ad una scelta illegittima, in contrasto con l'intero impianto di valutazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti! Ci troviamo in contrasto con la legge regionale n. 59 del 31 agosto 1995, che - non perché porti la mia firma - è una legge che impedisce questo misfatto! Ci troviamo in contrasto con una legge approvata l'altro ieri dalla regione Basilicata. È una legge illegittima! È una legge iniqua, perché colpisce una popolazione ed un territorio che nel centro ricerche Trisaia di Rotondella già paga da cinquant'anni il suo prezzo alla nazione!
Ci sono anche i danni tecnici. Ma vi siete resi conto che cosa significhi trasportare in giro per il paese, lungo la stessa arteria, la Ionica, da 140 siti d'Italia, scorie radioattive, tutte nello stesso posto? È una soluzione sbagliata!
Il Governo si deve attivare sul piano internazionale, la comunità mondiale deve essere interessata! Ci sono nazioni che hanno centrali nucleari che smaltiscono ben altri rifiuti di quelli che abbiamo noi come residui di vecchi esperienze nucleari di un qualche conto. Ma è possibile che non si riesca a trovare un'intesa? Non c'è la volontà, non c'è la capacità di trovare un'intesa! Il Governo non ha la credibilità internazionale! È bravo solo a mandare l'esercito in Iraq! È disdicevole! È disdicevole, Presidente, perché al fondo c'è un'unica motivazione: siccome è una regione di centrosinistra, pochi guai! Siccome sono poche persone, pochi guai! Ma questo è un modo squallido di ragionare da parte di un Governo!

ROBERTO TORTOLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Non siamo come voi!

ANTONIO BOCCIA. È una decisione ingiusta, perché ancora una volta, tra leghisti e fascisti, avete deciso di colpire il Mezzogiorno. Questa è la verità! Vi faceva comodo, prima la Sardegna, poi la Puglia, adesso la Basilicata. Per la miseria, ma è possibile che in tutta Italia, da Roma in su, non sia mai stato preso in considerazione un altro posto? Tutti laggiù?

Qual è il rapporto produzione...

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, immagino che, riferendosi all'articolo 138 del regolamento, lei voglia dire che, essendo insoddisfatto, si riserva il diritto di presentare una mozione per prolungare la discussione...

ANTONIO BOCCIA. Presidente, parlo dell'ultimo periodo del primo comma.

MARCO BOATO. Si, dell'ultimo periodo del primo comma!

ANTONIO BOCCIA. Ora, di fronte a questa situazione, caro sottosegretario, si deve rendere conto che i rifiuti tossici radioattivi sono prodotti prevalentemente nelle aree del nord! Non possiamo pagare due volte il prezzo! Prima siamo arretrati perché abbiamo aiutato il nord a crescere e poi paghiamo lo scotto di questa accresciuta produttività perché, in qualche modo, siamo arretrati. Non è giusto! Non è serio!
L'altro giorno, i ministri Marzano, Giovanardi, Matteoli e Letta, nel corso dell'incontro che abbiamo svolto, sono stati di un'onestà unica. Hanno dichiarato la verità, ossia che ci dobbiamo tenere questa scelta. Poi, si sono rimessi alla Madonna o al Padreterno, in questo caso, a Berlusconi il quale avrebbe dovuto prendere una decisione. Adesso, Presidente, apprendiamo questa decisione vergognosa. Con una tattica che prende in giro, ovviamente, giusto quelli che tali cose le immaginano, si adotta un decreto-legge in cui si spara alto: domani mattina vi portiamo le scorie! Dopodomani costruiamo un sito sulle palafitte! Fra cinque anni, mettiamo tutto sotto!
Poi, si ritira questa prima parte: le scorie non ve le mandiamo domani mattina! Non facciamo il sito a cielo aperto (immaginando che la questione sia questa)!
La questione è che non si deve fare sito in Basilicata! Questa è la questione! Se pensate di procedere con l'azione dei carri armati e di imporre questa soluzione per quanto riguarda la scelta del sito, avete sbagliato! Avete una sola strada, quella di non convertire...

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, le ho concesso cinque minuti in più. Ora, la prego di concludere.

ANTONIO BOCCIA. Presidente, ho concluso. Avete solo una strada, vale a dire quella di evitare che questo provvedimento sia convertito in legge.
Abbiamo chiesto al ministro Giovanardi di non insistere, ma - ahimè - il provvedimento è stato trasferito in Commissione, la quale, purtroppo, inizia l'esame.
Come lei vede, qui, siamo uniti e senza tante distinzioni. Tanti sindaci, tanti consiglieri regionali e tanti parlamentari, di tutte le parti politiche, anche di quelle del Governo (noi facciamo onore a questi amici) hanno assunto una posizione, prima in difesa degli interessi del popolo, poi della loro parte politica.
Dovete rendervi conto che si può aprire un ragionamento, si può discutere, insieme possiamo cercare le soluzioni, ma attraverso il contraddittorio, come stabilisce la legge e la direttiva comunitaria, alla nostra presenza e alla presenza del presidente della regione (che oggi ci rappresenta tutti e sta guidando questa battaglia), dell'università della Basilicata, in contraddittorio! Poi vediamo! Proponeteci un altro sito! Dateci il tempo per proporre una altro sito! Non sessanta giorni e con la pistola alla tempia! È una scorrettezza! È una violenza! E la violenza chiama violenza. Lo ripeto: la violenza chiama violenza.
Siete responsabili di quello che capiterà! Glielo vada a dire a Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo. Dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Verdi-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà di replicare per l'interpellanza Potenza n. 2-00985 di cui è cofirmatario.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, voglio tranquillizzare la Presidenza: non invocherò l'ultimo periodo del primo comma dell'articolo 138. Vorrei sottolineare brevemente un aspetto. L'energia, la foga e anche la logica stringente che ha animato la replica del mio collega, onorevole Boccia, mi esime dal prendere in considerazione alcuni degli aspetti che, con molta pertinenza e con molto a cuore (un cuore di lucano), sono stati posti all'attenzione.

Anch'io devo dichiarare la mia insoddisfazione e rilevare una contraddizione - mi sia consentito - alquanto marchiana (non so se sia ancora consentito utilizzare questa locuzione; si è un po' consumata nel lessico italiano).
Tuttavia, se il rappresentante del Governo mi ascoltasse, probabilmente ...

PRESIDENTE. Onorevole Vito, non distragga il sottosegretario.

PINO PISICCHIO. ...avrei anche la possibilità di sottoporgli la questione che intendo sottolineare, in termini critici, rispetto alle cose che sono state dette.
Il sottosegretario ha toccato un punto ripreso da un take di agenzia che riporta un'intervista rilasciata dal ministro Giovanardi intorno alle 16,30, mentre era già in atto questo nostro dibattito. Il concetto è: per ora, scorie in siti già esistenti; nel frattempo - continua il ministro - va avanti il decreto; il commissario straordinario, che sarà incaricato di occuparsi della questione, deciderà se Scanzano Jonico sia - virgolettato, per cui la citazione è particolarmente importante - il sito migliore possibile oppure, in alternativa alla cittadina lucana, quale altra località possa essere indicata per un sito, quale esso sia, che verrà realizzato in cinque o sei anni.
Allora, la domanda è: ma come, non avevate già realizzato tutte le necessarie e preventive operazioni di analisi, di verifica, di accertamento, per riscontrare se questo fosse il sito utile per accogliere le scorie nucleari, decidendo così come avevate deciso? L'onorevole sottosegretario ha impegnato buona parte della sua risposta proprio per sottolineare tutte le precauzioni, le cautele, le analisi scientifiche e gli impegni profusi in tale direzione! Poi, invece, apprendiamo - oltre alle parole pronunciate dal ministro, mi è parso, in qualche modo, che anche il sottosegretario, nel suo articolato argomentare, abbia ulteriormente toccato il tema - che bisognerà che queste verifiche siano fatte!
Allora, voglio dire - se il collega Boccia me lo consente - che ho, in parte, un'opinione politica differente dalla sua circa la determinazione del Governo a colpire la Lucania, la Basilicata, quale regione eterodossa rispetto al colore politico che identifica il Governo (la Basilicata è governata dal centrosinistra).

La mia idea è che, invece, sia in atto una pericolosa sindrome da cupio dissolvi da parte del Governo: questa è un'operazione che interessa, come ricordavamo, non solo l'area della Basilicata, ma l'area della Puglia e l'area calabrese.

ANTONIO BOCCIA. Hai ragione!

PINO PISICCHIO. Queste ultime sono aree che, purtroppo, per il momento, non sono - non sono, non sono! - ascrivibili, mi pare, a quelle che sono le regioni di colore politico sussumibili sotto gli stendardi del centrosinistra. Allora, è davvero un cupio dissolvi! È davvero, così come dicevo in apertura, nell'illustrazione, un'azione che è stata compiuta con una buona dose di inconsapevolezza!
Io spero - spero: voglio essere meno pessimista dei miei colleghi - che vi sia un momento di resipiscenza. Questo gesto, queste dichiarazioni, voglio interpretarle come un momento di resipiscenza. Attenderò le dichiarazioni e gli atteggiamenti concludenti del Governo, ma anche del Parlamento, a partire dalla prossima settimana, quando giungerà in aula il provvedimento.

Dal 3 di dicembre sarà in discussione nell'aula di Montecitorio e in quel contesto, in quella circostanza, io credo e spero che per la prima volta, aprendosi la dialettica democratica, cari colleghi - perché fino ad oggi dialettica democratica non c'è n'è potuta essere essendo stato, come veniva ricordato, questo atto costruito ed immaginato in una dimensione totalmente calata dall'alto -, le popolazioni di queste terre, di queste regioni (a cominciare dalla Basilicata, ma anche le altre due regioni meridionali), possano avere finalmente ragione in questa brutta storia delle scorie nucleari in Basilicata (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. L'onorevole Adduce ha facoltà di replicare per l'interpellanza urgente Violante n. 2-00986, di cui è cofirmatario.

SALVATORE ADDUCE. Signor Presidente, io voglio replicare riferendomi esattamente a quello che il sottosegretario ha detto. La mia profonda insoddisfazione nasce proprio dalla non conseguenzialità delle affermazioni del rappresentante del Governo, il quale tenta, anche come ha fatto pubblicamente, arrampicandosi in verità un po' sugli specchi, di rassicurare attraverso l'indicazione di un percorso ancora da svolgere, di una verifica ancora da fare, persino sottraendo la sostanza della motivazione d'urgenza alla decretazione.
Signor rappresentante del Governo, il decreto si regge per ragioni che hanno a che fare con la sicurezza nazionale; in altre parole, per risolvere questo problema quel decreto prevede, all'articolo 2, che nel giro di pochi giorni vengano allocati lì i rifiuti pericolosi, per evitare che ci possano essere attacchi terroristici o perché questi attacchi siano indirizzati sulla nostra terra, sulla nostra testa, quella nostra, di lucani, pugliesi e calabresi. Se lei qui afferma che questo non sarà perché farete un emendamento - e vedo alcuni dispacci di agenzia che dicono la stessa cosa - , allora avete il dovere civico di ritirare il decreto, di dire alla Commissione di chiudere questa discussione, perché senza questo elemento fondante quel decreto non regge; non regge giuridicamente e soprattutto non regge politicamente.

Allora, a che gioco giochiamo? Io devo pensare che invece le sue dichiarazioni, signor rappresentante del Governo, anche le sue, per la responsabilità che ha, sono una presa in giro, a cominciare da qui, da quest'aula; una presa in giro di questi parlamentari che le hanno rivolto interpellanze alle quali lei è venuto a rispondere un po' inopinatamente, per la verità. Perché la conseguenza logica del suo ragionamento doveva essere: sì, adesso scappiamo via da qua un momento e vediamo che cosa fa il Consiglio dei ministri per mettere riparo a questa vergogna.
Mi sarei aspettato, signor sottosegretario, al limite, pur nella complicazione e in parte nella disperazione di questa discussione, che lei tenesse la schiena dritta, invece lei non tiene neanche la schiena dritta. Lei non è in grado di concludere il suo ragionamento.
Io non mi appellerò soltanto alle ragioni che nella replica il collega Boccia, molto opportunamente, ha sostenuto, ai riferimenti che ha fatto lui, al problema di un'area di interesse nazionale, di interesse europeo, dichiarata di interesse europeo, io ritengo che ci siano elementi, come ho cercato di dimostrare anche illustrando la nostra interpellanza, che, come giustamente ha fatto la regione Basilicata, afferiscono alla legittimità costituzionale, alla illegittimità di questo provvedimento, e a maggior ragione dopo le sue dichiarazioni, quelle fatte sulla stampa e quelle fatte qui, solennemente qui, in quest'aula.
Quindi, é vero che non ci sarà il trasferimento dei rifiuti nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, allora, a che serve il decreto-legge? Si poteva allora procedere come dice esattamente la legge che abbiamo approvato in questa sede il 16 luglio che definisce tutta la procedura per giungere all'individuazione del deposito nazionale. Sono convinto che siamo di fronte, ha ragione quindi il collega Boccia, ad un imbroglio. Voi state mescolando e arruffando le carte in modo tale che non si capirà più nulla. Dovrete scontrarvi prima di tutto con la volontà del nostro popolo tesa ad impedire che possano affacciarsi all'orizzonte le scorie nucleari da collocare nella nostra regione. Noi siamo di fronte ad un problema che era stato già ampiamente affrontato, e mi dispiace sottosegretario Tortoli che nella sua risposta non siano contenuti i cardini fondamentali entro i quali era stata inserita la scelta, difficile e complessa - e in ciò da tutti compresa -, di un sito nazionale.
Nel dicembre del 1999 la Conferenza Stato-regioni istituisce il gruppo di lavoro previsto da un accordo affinché si produca un documento che dia conto dello stato dell'arte sugli studi e le ricerche relative alla localizzazione e alla realizzazione del sito del deposito nazionale. Questo documento doveva contenere le proposte inerenti alle iniziative di informazione, agli strumenti di coinvolgimento delle popolazioni e degli enti locali, le procedure per la scelta del sito e gli strumenti di collaborazione tra Governo e amministrazioni locali, le soluzioni e gli strumenti volti a promuovere le condizioni per l'armonico inserimento del deposito nazionale nel contesto territoriale circostante. Sottosegretario Tortoli, il gruppo di lavoro ha concluso la sua attività a metà 2001 e all'inizio del 2002 la Conferenza Stato-regioni ha approvato quel documento. Voi invece avete fatto carta straccia di qualunque tipo di pronunciamento su questa materia attraverso l'emanazione di questo decreto-legge. Noi siamo convinti che le ragioni giuridico-formali, le ragioni democratiche e di legalità, che voi avete barbaramente escluso, insieme alle ragioni di carattere tecnico, e ai riferimenti e alle novità geologiche dell'area, non sono un fatto indifferente.
Il territorio e le località di San Giuliano di Puglia, fino al momento in cui c'è stato il terremoto, non erano inserite nella carta sismica nazionale; poi è successo il disastro. Quel disastro dimostra, carte alla mano, che siamo di fronte ad un'area che è soggetta ad un movimento sismico definito oggi nelle nuove carte dell'istituto nazionale. Voi quindi non potete fare riferimento agli studi del '77, perché è anacronistico. Siete fuori dal mondo, siete fuori dal tempo! Le carte vanno aggiornate.
Sottosegretario Tortoli, lei deve prendere atto che ha detto qui cose tra loro in contraddizione. Lei quindi deve riprendersi le carte, le nostre repliche, studiare la questione e domani mattina cercare di porre rimedio a questo problema sulla base delle considerazioni che lei ha fatto e non sulla base delle cose che possono apparire, anche per i modi espressi, non usuali per un'interpellanza.
Ma lei comprenderà le ragioni per le quali siamo a questo livello di concitazione.
Lei deve prendersi le carte, deve andare a studiare rapidamente il problema per porre rimedio nei rapporti con il Parlamento e nei rapporti con la Commissione ambiente, che a partire dalla prossima settimana esaminerà il problema. Lei deve porre rimedio, se vuole fare riferimento alla partecipazione democratica, ad un vulnus ulteriore: la Commissione ambiente non vuole ricevere il presidente della regione Basilicata! Non capiamo perché, è incomprensibile! Vi saranno richieste di audizioni da parte di decine di associazioni, di organizzazioni e di istituzioni, a cominciare dalle università.
A causa della procedura che avete scelto - ma non me la prendo con il presidente della Commissione ambiente - tutti questi soggetti potrebbero non essere ascoltati. Abbiamo bisogno di questo? Abbiamo bisogno che questa operazione sia chiusa e conclusa con l'iniziativa del generale Carlo Jean, che ha sostituito poco tempo fa, presso la Sogin...

PRESIDENTE. Onorevole Adduce...

SALVATORE ADDUCE. Ho finito, signor Presidente - ha sostituito un onesto cittadino, che svolgeva seriamente le sue funzioni - non ne ricordo il nome, non fa niente -, probabilmente per ragioni non confessabili, ma stranamente rintracciabili semplicemente digitando un sito Internet nel quale i rapporti tra il generale Carlo Jean ed il resto del mondo sono quasi di pubblico dominio.
Avete l'esigenza di concludere qualche cosa rapidamente con Carlo Jean e qualcun altro? Perché se non fosse così, se probabilmente non ci fosse anche qualche giro miliardario dietro questa operazione, probabilmente le ragioni che lei, signor sottosegretario, ha esposto qui consiglierebbero l'immediato ritiro del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)!

NICHI VENDOLA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICHI VENDOLA. La ringrazio, signor Presidente. Faccio appello alla cortesia del sottosegretario Tortoli perché gli risparmierò il grosso delle considerazioni politiche, che sono in qualche maniera in sintonia, persino dal punto di vista dello stile e della passione, con gli interventi testè svolti dai miei colleghi del centrosinistra.
Intendo intervenire per porre, con grande serietà, alcuni problemi relativi alla questione della sicurezza, questione della quale chi le sta parlando, signor sottosegretario, si occupa - naturalmente da dilettante, perché in questa materia siamo tutti dilettanti - da circa vent'anni. Dal punto di vista delle formulazioni tecnico-scientifiche, infatti, il suo intervento mi ha ricordato decenni di accademici discorsi a giustificazione della scelta nucleare e del fatto che il rischio nucleare era frutto della propaganda fondamentalista degli ambientalisti. A tutt'oggi, ci troviamo di fronte alla durezza di quei quesiti drammatici, che riguardano proprio il punto della sicurezza.
Signor sottosegretario, lei ha parlato, ad esempio, di «smontaggio» delle centrali nucleari. Qui ne abbiamo poche, tuttavia lei è in grado di dirmi in quale parte del mondo è mai stato sperimentato quello che in inglese si chiama decommissioning, vale a dire uno «smontaggio» di una centrale atomica? È in grado di spiegarmi quali problemi di carattere ambientale e sanitario comporti lo «smontaggio» e la riorganizzazione per segmenti dei pezzi di materiale radioattivo? È in grado di spiegare se il «taglio» di questi pezzi vada effettuato in mare o per aria, e come si ponga il problema dello smaltimento delle scorie che, anche in quel caso, si liberano?
Non dirò nulla del generale Jean (ne penso il peggio possibile e immaginabile) e non dirò nulla del suo vicepresidente, che è anche capo di gabinetto del ministro dell'ambiente (ne penso il peggio possibile e immaginabile). Tuttavia, la Sogin è la società che deve occuparsi, prima nel mondo, dello smontaggio delle centrali atomiche, forse con l'intenzione di acquisire quel know how che le consentirà di essere una sorta di centrale appaltante nel mondo intero. Su questo problema dovremmo procedere ad un approfondimento.
Signor sottosegretario, oggi continuate a fare riferimento al sito del New Mexico, ma potremmo parlare anche del sito che si trova in Nevada. Ebbene, signor sottosegretario, vorrei che si sfatasse il mito di un sito tranquillo in cui si è realizzato un deposito, perché non è così. Anzi, le consiglio di fare un gioco e di andare su tutti i siti Internet del mondo, compreso quello della CIA che è uno dei più aggiornati e dei più interessanti: scoprirà una cosa straordinaria, ossia che si fa spesso riferimento ad alcuni incidenti, ad esempio in miniere di salgemma che dovevano diventare siti di depositi di scorie nucleari. Se si va a cliccare sul link per capire dov'è il riferimento, l'articolo o lo studio, ad esso non corrisponde nulla, perché vi è una straordinaria capacità di soppressione delle fonti: siamo in un campo di oscurità totale.
Sa che vi è stato un incidente nella miniera del sito del New Mexico che non era stato previsto? Tanti scienziati avevano detto che il sito aveva determinate caratteristiche geologiche e non avevano previsto la presenza di un pozzo millenario di acqua che è esplosa. Lei è al corrente del fatto che nessuno sa ancora dire quali possano essere gli effetti di queste scorie, sia pure imballate nel piombo, nel cemento, nella ceramica o nel vetro, quando vengano poste in questi siti? Stiamo navigando in mare aperto e non vi sono certezze: vi sono soltanto incognite.
La letteratura scientifica sul nucleare è piena di sicumera che nasconde mistificazione. Prima di sapere dell'incidente alla centrale di Three mile island, prima che questo incidente fosse certificato nella letteratura scientifica ufficiale, sono passati trent'anni di occultamenti e decine e decine di incidenti in Francia ed in America sono stati nascosti. Ciò perché non si vuole aprire il dibattito democratico e il confronto con le popolazioni e con le comunità.
Signor sottosegretario, non mi fido di nessuno di questi accademici; mi fido, intanto, di un approccio multidisciplinare. Il suo schema tecnico-scientifico seleziona un approccio monodisciplinare, quello di tipo stratigrafico-geologico, ma evita un approccio multidisciplinare. Sono molte le cose che, invece, andrebbero analizzate da questo punto di vista.
Si può avere del materiale sugli incidenti che si sono verificati nel mondo, ad esempio, nelle miniere di salgemma destinate a diventare cimiteri per scorie nucleari? Ciò è importante per svolgere la nostra discussione.

Mi avvio alla conclusione. È vero ciò che hanno detto i colleghi: questa vicenda non è soltanto un pugno nello stomaco, anzi un colpo alla nuca alla Basilicata, ma è un colpo alla nuca alla mia regione, la Puglia, ed alla Calabria. Infatti, dove arriveranno le scorie che abbiamo mandato a Sellafield, in Inghilterra, per essere riprocessate, ora che dovranno tornare, come da contratto, in Italia? Arriveranno nel porto di Taranto e nel porto di Taranto vivremo l'ulteriore e più straordinaria militarizzazione di uno degli snodi geopoliticamente più strategici.
Già è difficile stare in un'Italia dove comanda Berlusconi, ma in un'Italia dove comanda il generale Carlo Jean è davvero difficile immaginare di poter vivere (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).

GIANFRANCO BLASI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO BLASI. Signor Presidente, sto vivendo i giorni più difficili della mia vita politica. Quel pugno nello stomaco a cui faceva riferimento l'onorevole Vendola è un pugno diritto anche nel mio stomaco nel senso che in questi momenti mi mancano anche le energie nervose necessarie a reggere una sfida così alta. Tuttavia, sono un parlamentare e ho dentro di me una formazione alla politica tale che mi consente di assumere fino in fondo un alto senso di responsabilità.
Ringrazio il sottosegretario per l'attenzione che ci ha dedicato questa sera, anche se questa mattina sentendolo a Radio anch'io avevo colto nelle sue parole alcune aperture che ho colto meno nell'intervento svolto in quest'aula, forse perché tale intervento è stato più tecnico. Mi pare che le considerazioni svolte oggi dal Consiglio dei ministri ci portino a ridiscutere fino in fondo se non in Basilicata, ma in Italia vi sia un sito idoneo e sicuro al 100 per cento per considerarlo un sito definitivo di stoccaggio delle scorie nucleari. Le parole del ministro Buttiglione e del ministro Giovanardi riportate nelle agenzie mi fanno credere che la volontà del Governo sia proprio quella di verificare, attraverso uno studio tecnico-scientifico, se tali condizioni esistano e se vi sia in Italia, comprendendo anche Scanzano, un sito idoneo. Bisogna coinvolgere gli enti locali e le regioni all'interno di tale valutazione che deve essere scientifica e politica insieme.
Ho anche letto nelle dichiarazioni del ministro Giovanardi la volontà del Governo di depositare in Parlamento emendamenti modificativi al decreto che non sono indifferenti al nostro ragionamento. Infatti, la cassazione della lettera b) dell'articolo 2 del decreto è un fatto straordinariamente propedeutico a comprendere le buone intenzioni che oggi il Consiglio dei ministri ha manifestato. Mi riferisco al fatto di escludere a priori che a Scanzano Ionico, in superficie, si possano portare transitoriamente le scorie degli altri siti. Mi pare di capire che il Governo abbia intenzione di mettere in sicurezza le scorie nei siti dove oggi sono e, poi, di aprire una valutazione, un ragionamento. Se sarà così si creeranno le condizioni ragionevoli per poter aprire un dibattito che ci faccia recuperare un po' di serenità e mi tolga quel pugno dallo stomaco restituendomi la possibilità di partecipare al dibattito parlamentare nella convinzione che possiamo spiegare con calma le nostre ragioni. Mi riferisco a quelle che tutta la comunità della Basilicata sta descrivendo in queste ore che ci portano a dire che il sito di Scanzano, per ragioni tecniche, geologiche e scientifiche, non è idoneo allo stoccaggio definitivo delle scorie nucleari.
Dunque, voglio interpretare questa giornata e quello che in essa è accaduto nella maniera più positiva possibile e spero che l'emendamento che il Governo presenterà sia tale da metterci nella condizione di aprire una discussione serena, soprattutto per restituire serenità alla mia comunità regionale, a quello che il collega Boccia ha definito il popolo di Basilicata, che in questo momento, credeteci, è in grandissima, straordinaria sofferenza
Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola anche in deroga al regolamento.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Blasi. L'argomento mi pare fosse così importante, che ho ritenuto opportuno che lei lo meritasse. 

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