CAMERA DEI DEPUTATI
XIV LEGISLATURA
392^ SEDUTA PUBBLICA
Giovedì 20 novembre
2003
Decisione del Governo di ubicare il deposito nazionale delle
scorie nucleari in Basilicata - nn. 2-00983, 2-00985 e 2-00986)
PRESIDENTE. Avverto che
le interpellanze urgenti Boccia n. 2-00983, Potenza n. 2-00985 e
Violante n. 2- 00986, che vertono sullo stesso argomento saranno
svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanze
urgenti sezione 7).
L'onorevole Molinari ha facoltà di illustrare l'interpellanza
Boccia n. 2-00983, di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE MOLINARI.
Signor Presidente, l'arbitrio e l'imperio di un Governo arrogante
ha stravolto in questi giorni la vita di un'intera comunità
regionale. Il 13 novembre, nel corso del Consiglio dei ministri, è
stato varato un decreto-legge che individua in Scanzano Ionico il
sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie radioattive. Un
decreto-legge che non era neppure previsto nell'ordine del giorno
del Consiglio dei ministri e che alla chetichella è stato varato.
Signor Presidente, l'approvazione è avvenuta in un contesto
particolare, con l'opinione pubblica commossa e sconcertata di
fronte all'attentato in Iraq e alla morte dei nostri militari; e
così il Governo, con un con colpo di mano, ha scelto. Lo ha fatto
nel peggiore dei modi; un Governo che si dice federalista, alla
fine, ha deciso nella peggiore tradizione centralista: prendetevi
le scorie e i rischi di morte, salutare e territoriale, e, al
massimo, vi daremo qualche spicciolo come risarcimento.
Ma come si può, in un contesto istituzionale riformato dal titolo
V, non acquisire il parere preventivo della regione interessata?
Credo che erroneamente avevate pensato alla Basilicata come terra
di conquista, come popolazioni mite che avrebbe subito o forse
accettato una decisione imposta. Il generale Jean, forse abituato
ai suoi metodi militari e ad un decisionismo fuori luogo in questo
caso, ha assunto un atteggiamento sbagliato e riprovevole; ha
presentato documenti, i cui dati sono inesatti e datati, come ha
già detto il presidente della regione, Bubbico, che si riferiscono
ad un periodo storico: alla metà degli anni '70. Oggi Scanzano
Ionico e la fascia del metapontino sono una ricchezza per il
paese: agricoltura di qualità e turismo. Queste le chiavi di volta
dello sviluppo avviatosi nell'anno '80 e maturato negli anni '90 e
in questi primi anni del 2000.
É un Governo schizofrenico questo; da una parte firma contratti di
programma per lo sviluppo turistico, dall'altra ci regala le
scorie. Quando si tratta di sviluppo si pensa al nord, quando si
parla di sud invece s'impongono tutte le decisioni che mortificano
e tarpano le ali allo sviluppo. Basterebbe considerare gli
elementi individuati dalla commissione per escludere Scanzano
Ionico dalla scelta del sito; é una zona sismica innanzitutto, la
Basilicata è su una faglia, e tutti lo sanno. É una zona a rischio
d'esondazioni: periodicamente, ogni anno, si verificano
allagamenti a causa delle piogge proprio lungo la fascia ionica e
nel sito individuato. Prego il sottosegretario Tortoli di valutare
la foto, che oggi viene pubblicata dalla Gazzetta del
Mezzogiorno, proprio su quella zona interessata.
Perché il Governo invece di volerci riempire di scorie non pensi a
promuovere la difesa del nostro arenile e al risanamento della
costa devastata dall'erosione? Noi chiediamo al Governo quali sono
le iniziative. É di questi ultimi minuti una dichiarazione del
ministro Giovanardi che parla di modificare il decreto-legge prima
ancora che si avvii il dibattito. Noi diciamo che, con quelle
modifiche che il Governo vuole apportare al decreto-legge, proprio
perché, a questo punto, viene meno l'urgenza, é bene, a maggior
ragione, che voi ritiriate questo decreto e lo trasformiate in un
disegno di legge ed approfondiate, se ci sono, gli altri siti
ideali dove andare a collocare queste scorie sentendo,
naturalmente, le popolazioni locali e le istituzioni regionali,
perché tutti hanno preso posizione oltre alle istituzioni e alle
organizzazioni sindacali e alla società civile. Ciò, al fine, di
individuare la migliore soluzione.
Il Governo, di fronte a tutto questo, ha, a mio parere, soltanto
un passo da fare: quello, ripeto, di ritirare questo decreto-legge
e di trasformarlo in un disegno di legge su cui si avvierà la
discussione e il confronto che, come abbiamo fatto nel corso di
questi giorni, sarà civile e corretto da parte delle opposizioni.
PRESIDENTE. L'onorevole
Pisicchio ha facoltà di
illustrare l'interpellanza Potenza n. 2-00985, di cui
è cofirmatario.
PINO PISICCHIO.
Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, credo che
questa vicenda sia sotto gli occhi di tutti per la straordinaria
inconsapevolezza con cui è stata gestita dall'esecutivo. Il
collega Molinari ha già evidenziato il contesto non bellissimo nel
quale essa è maturata, vale a dire il momento in cui una forte
emozione nazionale faceva partecipare l'intero paese, con la mente
ed il cuore, al cordoglio per quell'evento luttuoso che ci ha
colpito solo qualche giorno fa.
In quel momento, l'esecutivo assumeva una decisione che, onorevole
rappresentante del Governo, se non recasse già tutte le
controindicazioni naturalmente avvertite da ogni cittadino per
quello che rappresenta dal punto di vista scientifico un sito del
genere, ne avrebbe una sopra a tutte. Infatti, è stata colpita la
zona del Metapontino: se si guarda la cartina geografica (quella
che forse abbiamo dimenticato nelle aule delle scuole elementari)
e si disegna l'itinerario percorribile (vale a dire la Basilicata
ed i punti di intersezione con le regioni limitrofe), si osserva
che la provincia di Taranto, la Basilicata e la Calabria si
«incontrano» in quella che, probabilmente, è l'area più
interessante dell'intero Mezzogiorno in termini di capacità di
sviluppo del settore agroalimentare.
Vede, onorevole rappresentante del Governo, forse è ella non avrà
cognizione del fatto che in quell'area si è determinata una delle
più rimarchevoli - direi da antologia - operazioni di scambio
culturale tra il nord e il sud del paese. Alcuni operatori dell'Emilia-Romagna
del settore agroalimentare, infatti, hanno realizzato alcune
operazioni di joint venture con quelli della Basilicata,
realizzando colture di altissimo valore dal punto di vista sia
della qualità, sia della quantità, sia della capacità di
raggiungere i mercati più prestigiosi (sia quelli del nord, sia
quelli esteri).
Ma non si tratta solo di questo. Stiamo parlando, infatti, di
un'area che coinvolge tre regioni, come è stato ricordato anche da
un documento, molto severo ed impegnato, elaborato dai prelati
pugliesi. Si tratta di una situazione molto avvertita dalle
popolazioni, e del resto credo che il Governo si stia rendendo
conto che, in queste ore, si sta verificando un vero e proprio
sommovimento popolare da quelle parti.
Come dicevo, anche dal punto di vista turistico vi è in quell'area
un tasso di sviluppo davvero straordinario.
Ne parlava anche il mio
collega e voglio riprendere questo concetto. Per la fascia che si
affaccia al mare abbiamo avuto negli ultimi anni decine e decine
di miliardi di vecchi lire e alcune centinaia di milioni di euro
di cofinanziamento europeo e, quindi, lo Stato ha compiuto la sua
scelta. Si è detto: quest'area ci interessa da un punto di vista
turistico, ci investiamo, ci mettiamo cospicui denari, lanciando
un polo turistico che probabilmente non ha paragoni possibili,
quanto a capienza di posti letto, se non con la fascia romagnola.
Solo che, in questo caso, vi è turismo di alta qualità. Questo è
il territorio del quale stiamo parlando.
Lo capisco: se andassimo ad interpellare ogni italiano e gli
dicessimo che vicino casa sua stanno per installare un cimitero di
scorie radioattive, è evidente che nessuno risponderebbe con
particolare entusiasmo. Ma qui, onorevole rappresentante del
Governo, vi è qualcosa di diverso. Vi è un atteggiamento
contraddittorio che revoca in dubbio, da parte del Governo, tutto
ciò che si è fatto fino a questo momento. Rivolgendosi al popolo
del Metapontino e, anzi, ai popoli delle tre regioni di
riferimento, si dice: da questo momento, dovete immaginare un
altro futuro, un'altra destinazione quanto a vita, sviluppo,
economia e quant'altro, con un danno incredibile anche dal punto
di vista dell'economia. Tutto ciò mettendo in discussione posti di
lavoro che già sono operanti soprattutto nel settore turistico ed
agroalimentare e compiendo anche un'operazione incredibilmente
autolesionistica nei confronti degli investitori. Questi ultimi,
che fino a ieri hanno avuto dal Governo una sollecitazione a
recarsi in quell'area e ad investirvi i propri quattrini per
incrementare le possibilità dell'area stessa, soprattutto per
quanto riguarda il percorso turistico, oggi si sentono dire dal
Governo: non ci interessa più quel percorso, abbiamo voltato
pagina, questo sarà il cimitero delle scorie nucleari.
Non voglio evocare battute che possono diventare persino troppo
facili, guardando anche alla sequenza infinita dei comportamenti
di questo Governo a vocazione - mi si lasci dire - per molti
aspetti antimeridionalista. La battuta potrebbe essere: si
immagina che il sud sia la pattumiera d'Italia. Non voglio dire
ciò; voglio, invece, immaginare che questo gesto sia stato
compiuto in una dimensione di inconsapevolezza, in una dimensione
che non aveva evidentemente soppesato e messo nel conto nel modo
più giusto, più pertinente e più adeguato la condizione di questa
terra felice fino a ieri, di questo pezzo di Mezzogiorno che
avremmo gradito far conoscere agli amici del Governo, affinché
avessero potuto avere anche l'occasione di verificare quanto il
sud, lavorando ed impegnando le sue risorse e la sua intelligenza,
sia capace di produrre ricchezza e qualità.
E, allora, concludo la mia breve illustrazione, naturalmente
condividendo le considerazioni che già il collega Molinari ha
espresso e che ho visto anche presenti nell'interpellanza che il
collega Adduce si accinge ad illustrare.
Spero davvero che il Governo abbia un ripensamento su tale
vicenda. È giusto che lo abbia e non perché ciò potrebbe essere
argomentato in modo elettoralistico da parte delle opposizioni. È
giusto che il Governo ripensi per tempo al grave errore che sta
commettendo. Credo che se lo farà avrà sicuramente realizzato
un'operazione di correttezza e di giustizia che, invece, mette
seriamente in discussione perseguendo in modo pervicace l'idea
assolutamente malsana dell'insediamento del cimitero delle scorie
nucleari in quella parte della Basilicata.
PRESIDENTE. L'onorevole
Adduce ha facoltà di
illustrare l'interpellanza Violante n. 2-00986, di cui
è cofirmatario.
Onorevole Adduce, è un piacere riaverla tra di noi.
SALVATORE ADDUCE.
Signor Presidente, il piacere è mio.
Vorrei richiamare l'attenzione del rappresentante del Governo
sulla sua stessa dichiarazione si questa mattina. Il
sottosegretario, nel corso di una trasmissione radiofonica, ha
avuto modo di dire che se lui fosse di Scanzano quasi certamente
anche la propria moglie sarebbe in piazza con le altre donne del
luogo a protestare per la decisione del Governo. Tuttavia, ha
aggiunto che la scelta è stata fatta sulla base di precisi
riscontri scientifici forniti da istituzioni serie e riconosciute
che da molti anni studiano il territorio.
Signor rappresentante del Governo, vorrei avere la stessa certezza
che ha lei. Purtroppo, devo dire che le cose non stanno così. Non
confuterò le sue affermazioni attraverso l'elencazione degli studi
scientifici forniti da istituzioni serie e riconosciute, ma le
confuterò proprio perché le suddette istituzioni si occupano da
anni di tali problemi e non sono, al momento, arrivate ad una
conclusione.
Ne ha hanno parlato i colleghi che mi hanno preceduto, per cui non
ripeterò l'odiosa tempistica che ha caratterizzato il varo da
parte del Governo di tale decreto. Penso ai morti di Nassiriya e
dobbiamo ricordare i ripetuti assalti di queste ore e di questi
giorni nel teatro di guerra. Il Presidente della Repubblica che,
penso, avrebbe avuto qualcosa da dire su questo argomento non ha
potuto controfirmare il decreto perché è in visita di Stato
all'estero.
Mi concentrerò rapidamente sul lavoro svolto dallo stesso
Parlamento sentendo quelle istituzioni serie e riconosciute che
lei ha citato questa mattina alla radio, a cominciare dalla stessa
società per la gestione delle scorie nucleari. Dobbiamo parlare di
scorie perché non abbiamo più impianti nucleari funzionanti, ormai
sono soltanto rifiuti.
Colpisce, signor
sottosegretario, quello che fanno queste autorevoli istituzioni, a
cominciare dalla Sogin, che in Commissione ambiente, qui alla
Camera dei deputati, nel corso di un audizione svoltasi il 29
gennaio 2003, molto opportunamente consegna una relazione con la
quale si dice (cito testualmente dalla relazione della Sogin): il
Governo molto opportunamente ha riavviato la discussione politica
in materia di gestione dei rifiuti radioattivi con l'articolo 27
del disegno di legge di riordino del settore energetico,
presentato al Parlamento, atto Camera 3297.
Signor Presidente, l'atto Camera 3297 è stato approvato da questa
Assemblea il 16 luglio 2003 e l'articolo 27 è diventato l'articolo
30. Tale articolo dice: il Governo è delegato ad adottare, entro
un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge -
naturalmente credo sia superfluo richiamare la vostra attenzione
sul fatto che tale provvedimento è stato approvato solo da questo
ramo del Parlamento e al momento è all'esame del Senato -, uno o
più decreti legislativi per disciplinare la sistemazione in
sicurezza dei rifiuti radioattivi, come definiti dall'articolo 3
del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, eccetera, eccetera.
I decreti legislativi, di cui al comma 1, sono adottati su
proposta del ministro delle attività produttive, di concerto con i
ministri dell'interno, della difesa, dell'ambiente e della tutela
del territorio e della salute. Gli schemi di decreti sono
trasmessi, sentita la Conferenza unificata, alla Camera dei
deputati e al Senato della Repubblica, per l'espressione del
parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti. Le
Commissioni si esprimono entro 40 giorni dalla data di
assegnazione, decorsi i quali i decreti sono comunque emanati. I
decreti legislativi, di cui al comma 1, definiscono gli obiettivi
e le azioni necessarie da intraprendere per la gestione in
sicurezza dei rifiuti nucleari italiani e nel rispetto dei
seguenti principi e criteri direttivi: (tra gli altri) attribuire
alla Sogin la responsabilità di condurre le indagini e gli studi
per individuare i siti atti alla realizzazione, da parte della
medesima, del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi - quindi,
questa Camera, su proposta del Governo, ha approvato una
disposizione normativa che prevede un percorso preciso -;
prevedere che la scelta del sito sia effettuata dal ministro delle
attività produttive, di intesa con il ministro dell'ambiente e
della tutela del territorio e della salute, d'intesa con la
regione interessata e sentiti gli enti locali interessati non
oltre 18 mesi dall'entrata in vigore della presente legge e che,
ove non si pervenga all'individuazione del sito, la scelta sia
effettuata con decreto del Presidente eccetera, eccetera.
Questa legge non è stata ancora approvata dall'altro ramo del
Parlamento. Dovevamo procedere su questo piano, per cercare di
trovare una risposta al problema tanto grave che noi abbiamo. È la
stessa Sogin che il 29 gennaio diceva tutto questo. E, vedete,
quelle serie istituzioni, alle quali si riferisce il
sottosegretario, sono per esempio l'ENEA, che oggi ha, ma già da
tempo, come commissario straordinario un Premio Nobel, il
professor Carlo Rubbia, il quale, il 31 gennaio 2003, nel corso di
un'audizione svoltasi presso l'VIII Commissione ambiente della
Camera dei deputati, diceva che l'ENEA ha costituito la task
force nel 1996, in concomitanza con la costituzione della
sezione nucleare della commissione grandi rischi istituita presso
il dipartimento della protezione civile, per effettuare
un'indagine geografico-territoriale per scegliere un sito
nazionale ove sistemare i rifiuti radioattivi e che ha condotto
una serie di attività riguardanti la caratterizzazione dei
rifiuti, la progettazione concettuale del deposito (dunque, il
deposito è stato concepito su computer), nonché alcune indagini
dirette all'individuazione e alla valutazione preliminare di siti
ed aree geografiche idonee e alla valutazione del potenziale
impatto ambientale del deposito sull'area individuata, ma che
tuttavia (l'ENEA) non aveva assunto iniziative con le autorità,
per verificare i piani regolatori né aveva esaminato le potenziali
implicazioni economiche e sociali o esplorato la disponibilità
locale ad ospitare il deposito. Questo dice l'ENEA e mi pare sia
per noi un primario riferimento.
Dal 1996, quando si costituì il gruppo di lavoro, al 2003 passano
ben 7 anni; è un parto difficile! Ma il premio Nobel e non
l'ultimo parlamentare dell'opposizione, quale io sono, afferma che
non è ancora chiaro cosa stia accadendo.
Allora, onorevole rappresentante del Governo, insisto: come si può
arrivare in qualche giorno, in qualche settimana, a decidere che è
scientificamente provato che Scanzano Ionico possa ospitare il
deposito dei rifiuti nucleari? Sulla base di quale studio, di
quale approfondimento e, soprattutto, di quale concertazione, di
quale collaborazione con gli enti locali ciò è avvenuto?
Abbiamo dubbi e, in qualche caso, certezze che qualcosa non abbia
funzionato e che vi sia qualcuno che prema in maniera inusitata,
probabilmente sullo stesso Governo, per determinare una situazione
che noi rifiutiamo. Circolano voci inquietanti e questo modo di
rispondere, signor rappresentante del Governo, è un tentativo che
lei pone in essere per trovare una toppa ad una situazione
complicatissima. Vi sono decine e decine di migliaia di cittadini
non solo lucani, ma anche della Puglia, della Calabria e della
Campania che sono sulle nostre strade e che non se ne vanno se non
forniamo loro una risposta chiara che significa cancellare il
decreto. Siamo di fronte ad un problema drammatico per il quale
non ce la possiamo cavare con una dichiarazione alla stampa.
Anche le modalità con le quali stiamo avviando la discussione del
disegno di legge di conversione la dicono lunga; pochi minuti fa -
pensate un po' - la Commissione ha deciso di non voler ascoltare
il presidente della regione Basilicata e gli amministratori
locali. Il sindaco di Scanzano si spertica affermando che si è
aperta un'autostrada non so dove, il sindaco di Scanzano
probabilmente deve rispondere proprio lui del perché sia
soddisfatto di una situazione di questo tipo! Cosa è successo: il
sindaco di Scanzano non aspettava altro?
Signor sottosegretario, ovviamente, tutti gli esponenti politici
della Basilicata, della Puglia, della Calabria, della Campania,
del Molise, di Milano, dell'Emilia Romagna sono con queste
popolazioni. Simbolicamente, intendo citare il responsabile
economico del mio partito, l'onorevole Pier Luigi Bersani che ha
il problema sotto casa sua, il quale ha dichiarato che si tratta
di una scelta scellerata, proprio per le ragioni che ho esposto in
precedenza, in quanto non incardinata all'interno di una procedura
normale. Siamo di fronte ad un colpo di mano; chi è questo
generale Jean che spinge in questa direzione? Chi c'è dietro il
generale Jean che spinge in questa direzione? Probabilmente, vi
sono conflitti che hanno a che fare con la sussistenza nella
medesima persona delle funzioni di Capo di Gabinetto del ministro
dell'ambiente e di direttore della Sogin.
Siamo di fronte a un problema drammatico, nei termini sociali ed
economici evidenziati dai colleghi che mi hanno preceduto.
Tuttavia non sottovalutarei, onorevole rappresentante del Governo,
anche la drammaticità della procedura scelta e gli elementi di
conflitto e di illegalità insiti in questa operazione. Si tratta
di un conflitto istituzionale: ieri il Consiglio regionale della
Basilicata - nel pieno delle iniziative popolari, non so definirle
diversamente: le notizie di questa mattina parlano di intere
popolazioni di comuni che si riversano nei fondovalle - ha deciso
di promuovere un ricorso alla Corte costituzionale.
Ma proprio di questo avevate bisogno? Avevate bisogno di un
conflitto di queste dimensioni con una delle regioni
demograficamente più piccole d'Italia? Qualche giornale ha
pubblicato la foto di manifestazioni con un asinello: quello è
l'ultimo asinello rimasto in Basilicata. La mia regione è una
regione grande dal punto di vista economico, che dà un apporto e
un contributo enorme all'Italia! Forniamo petrolio a questo paese
per coprire il 10 per cento del fabbisogno nazionale! Non possiamo
essere trattati così, signor sottosegretario! Siamo in grado di
fornire al nostro paese un contributo serio e notevole in tutti i
settori, a cominciare da quello dell'acqua, dall'apporto di acqua
alla Puglia, al Molise, alla Calabria! Non possiamo essere
trattati così.
Come vede, il conflitto è molto superiore a quello che potete
immaginare. Non potete pensare che sia circoscritto a 600 mila
anime, magari tutti poverelli e tutti poveri disgraziati. Non è
così, si tratta di una grande regione e ci opporremo in maniera
formidabile, qui in Parlamento, perché questo obbrobrio non passi.
PRESIDENTE. Il
sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio,
onorevole Tortoli, ha facoltà di
rispondere.
ROBERTO TORTOLI,
Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del
territorio. Signor Presidente, in via preliminare ho trovato
offensivo parlare dei morti di Nassiriya, perché sappiamo
benissimo, onorevoli colleghi, che la decisione in esame, che è
una decisione difficile, non sarebbe passata inosservata in nessun
caso. Vi prego quindi di non fare riferimenti inopportuni.
Per quanto riguarda l'inconsapevolezza ipotizzata da qualche
collega, non può esserci inconsapevolezza in quanto dell'ipotesi
di individuazione di un sito unico nazionale si parla già dal
1962, con ricerche più o meno importanti.
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, come
d'altronde tutte le forze di governo, ha rivolto e tuttora rivolge
particolare attenzione verso uno dei più annosi problemi legati
alla dismissione delle attività nucleari in Italia. Il problema
dell'eredità lasciata dalle passate attività in campo nucleare,
sia di sfruttamento dell'energia nucleare sia di ricerca nel campo
del ciclo del combustibile nucleare, è ancora ben lontano dal
vedere una soluzione.
Non vi è dubbio che i circa 105 siti dislocati su tutto il
territorio nazionale rappresentino un enorme rischio per probabili
eventi catastrofici che potrebbero verificarsi o per atti
terroristici in cui si potrebbero utilizzare, per bombe «sporche»
o radiologiche, materiali sottratti da detti siti. Per tale motivo
già da tempo si è cercato di sensibilizzare gli enti territoriali
ad intraprendere azioni adeguate affinché si giungesse in tempi
rapidi alla realizzazione di un sito nazionale per raccogliere in
condizioni di massima sicurezza la totalità dei rifiuti
radioattivi ancora detenuti nei diversi impianti che li hanno
prodotti.
Va altresì ricordato che nel marzo scorso la Commissione ambiente
della Camera all'unanimità, al termine di un'approfondita indagine
conoscitiva, ha sollecitato il Governo a provvedere alla rapida
costruzione di un deposito unico nazionale per lo stoccaggio di
rifiuti radioattivi.
La realizzazione del sito nazionale permette, inoltre, la
definizione dei programmi e delle attività per il completo
smantellamento degli impianti nucleari. Infatti, il deposito
definitivo è il punto di arrivo di tutta la gestione dei rifiuti
radioattivi e ne costituisce, quindi, un elemento essenziale. Esso
rappresenta, nella sua globalità, la barriera di protezione dalle
radiazioni e dal ritorno dei radionuclidi nella biosfera non
soltanto attraverso strutture ingegneristiche a più strati ma
anche mediante le caratteristiche tettoniche ed idrogeologiche del
sito stesso.
La diffusa crisi internazionale ed il conseguente pericolo di atti
terroristici, che potrebbero mettere in pericolo l'interesse
nazionale della sicurezza dello Stato, rendono ancora più urgente
la realizzazione di un deposito unico nazionale all'interno del
quale allocare i rifiuti radioattivi. Tali considerazioni hanno
portato il Governo ad adottare un provvedimento di urgenza, che
prevede l'individuazione del deposito nazionale di rifiuti
radioattivi, l'attuazione degli interventi e l'allocazione dei
rifiuti stessi. L'individuazione dell'area dove allocare il sito è
ricaduta nel comune di Scanzano Jonico in quanto, già nel 1977,
uno studio commissionato dall'allora comitato nazionale per
l'energia nucleare all'ex servizio geologico d'Italia aveva
individuato tale area come potenzialmente idonea allo stoccaggio e
allo smaltimento di rifiuti radioattivi a lunga vita. Il criterio
alla base della scelta di tale area era la presenza di grandi
spessori di rocce impermeabili - argille, sali o rocce cristalline
-, con ampia continuità laterale e in aree tettonicamente
favorevoli.
Le caratteristiche geologiche del luogo in esame, caratterizzato
da una formazione salina a circa 700 metri di profondità
incapsulata nell'argilla, sono da ritenere particolarmente
favorevoli. Lo smaltimento in formazione salina profonda viene,
infatti, considerato in ambito internazionale una delle migliori
soluzioni per il deposito definitivo dei rifiuti a più elevata e
longeva pericolosità. Ne è la prova il fatto che molti dei paesi
cosiddetti nucleari hanno già realizzato strutture sotterranee in
tali formazioni, per specifiche attività di qualificazione.
Inoltre, è già operativo negli Stati Uniti, nel Nuovo Messico, un
deposito definitivo con caratteristiche analoghe a quello
prospettato.
Comunque, nonostante l'adozione del decreto-legge, quest'ultimo
deve ancora passare al vaglio del Parlamento e, se lo stesso lo
convertirà in legge, dovranno essere attuate tutte le iniziative
necessarie per mettere in sicurezza i rifiuti.
L'iter relativo alle procedure di esame tecnico comporterà
lo studio afferente, oltre che il profilo della valutazione di
impatto ambientale, la costruzione e l'esercizio delle strutture
del deposito definitivo. Come è ben noto, il progetto preliminare
del deposito sarà sottoposto alla procedura di valutazione di
impatto ambientale propedeutica a tutte le operazioni. Vi è,
quindi, la garanzia che il progetto sarà sottoposto ad analisi
tecnica approfondita. In tale fase, come previsto dal normale
iter amministrativo, saranno coinvolti il Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e anche gli enti
locali interessati. Per quanto attiene agli aspetti di sicurezza e
di protezione dalle radiazioni dei lavoratori, della popolazione e
dell'ambiente, interverranno le amministrazioni competenti a
livello centrale nonché l'agenzia per la protezione dell'ambiente
e per i servizi tecnici. L'agenzia, nel suo ruolo di autorità di
controllo, dovrà effettuare sia la verifica dell'analisi delle
caratteristiche del sito sia un'ulteriore specifica analisi
tecnica di sicurezza e di radioprotezione dei progetti del
deposito prodotti dall'esercente. Soltanto al termine di tale
procedura la decisione diverrà pienamente operativa per
l'attivazione del sito.
Il Governo, nel comprendere le preoccupazioni espresse dalla
popolazione, può però affermare che, in tutte le attività inerenti
alla gestione dei rifiuti radioattivi, sarà garantita la
protezione dell'uomo e dell'ambiente a breve e lungo termine e che
non saranno imposti carichi non dovuti alle future generazioni.
In aggiunta a quanto detto fino ad ora, mi preme fare alcune
ulteriori specificazioni di carattere tecnico, e non solo. Il
confinamento geologico del sito è assicurato dalla presenza di uno
spessore di molte centinaia di metri di sedimenti prevalentemente
argillosi di origine marina del miocene e del quaternario.
In particolare, il
deposito dovrebbe essere realizzato all'interno di orizzonti di
salgemma del messiniano corrispondente a poco più di cinque
milioni di anni dal presente. Ciò è provato dalle stratigrafie dei
pozzi per ricerca petrolifera, di cui uno, Scanzano 1, è posto
nelle immediate vicinanze del sito e altri due, Cavone 1 e Cavone
2, più distanti, e dalla stessa miniera di salgemma entro la quale
il sito si svilupperà a più di 700 metri di profondità. Tale
situazione può ritenersi ottimale in quanto sia il sale che
l'argilla uniscono due caratteristiche molto favorevoli:
l'impermeabilità e la plasticità. La prima garantisce che non
possano migrare verso la superficie acque contaminate da eventuali
perdite dei contenitori stoccati; la seconda è a garanzia della
prima, nel senso che eventuali sollecitazioni tettoniche possano
essere assorbite senza produrre significative superfici di
fratturazione a maggiore permeabilità.
In sostanza, quindi, dal punto di vista idrogeologico, la
collocazione del sito a grande profondità, al di sotto del livello
del mare, in un'area stabile dal punto vista tettonico,
all'interno di sedimenti impermeabili per tutto lo spessore della
copertura, garantisce l'assenza di flussi significativi di acqua,
sia in orizzontale che in verticale, tali da permettere la
migrazione di eventuali radionuclidi verso falde idriche
superficiali sfruttabili dall'uomo, Naturalmente, tali
affermazioni in merito alle caratteristiche idrogeologiche e
geomeccaniche delle rocce inglobanti il deposito e la loro
stabilità nel tempo - in particolare, la capacità di isolamento a
lungo termine - dovranno essere verificate attraverso gli studi
previsti sul sito.
Un altro aspetto di particolare delicatezza è quello riguardante i
problemi della sismicità. I depositi miocenici di salgemma di
Scanzano sono fermi da almeno 600 mila anni, fatto che giustifica
come la costa ionica locale sia priva di sismicità di rilievo con
scuotimenti essenzialmente dovuti a risentimento locale di
terremoti distanti. Il sito di Scanzano ricade tra le aree
italiane a minore pericolosità sismica avendo un'accelerazione di
picco al suolo attesa compresa tra lo 0,08 e lo 0,12 g.
In merito al fatto che non sono state coinvolte le popolazioni e
gli enti locali posso fare presente che era previsto che il
commissario concordasse con i presidenti delle regioni i criteri
da seguire per l'individuazione del sito ma tale decisione si è
rivelata impossibile per comprensibili ragioni di ordine locale.
Quando dai 200 siti originari, attraverso una selezione di tipo
scientifico e relativa alle caratteristiche geologiche e
morfologiche dei siti stessi, si è andati ad individuare un numero
sempre minore degli stessi siti fino a individuarne 15, a quel
punto c'è stato da parte delle regioni un comprensibile senso,
diciamo, di smarrimento e una comprensibile difficoltà a
partecipare all'ulteriore selezione del sito. Evidentemente, si
trattava di arrivare poi ad una individuazione che coinvolgeva un
regione in particolare.
Quindi, la responsabilità è caduta, è ricaduta sul Governo da
parte del quale, negli interventi che intende fare d'ora in
avanti, nel momento in cui il decreto-legge verrà portato in
Parlamento - a partire proprio da questo ramo del Parlamento, qui
alla Camera -, non vi sarà la disponibilità a ritirarlo. Infatti,
sapete benissimo che, ritirando questo decreto-legge, sarebbe
impossibile ipotizzare l'individuazione successiva di un altro
sito visto che questo è nella obbligatorietà di scelta di questo
Governo e comunque dello stesso Parlamento e dal momento che, tra
l'altro, al di là dei motivi di sicurezza e di necessità, ce lo
impone anche l'Europa: ricordo che solo la Grecia e l'Italia non
hanno ancora individuato un sito nazionale per il deposito delle
scorie nucleari.
Dicevo che nel percorso che questo decreto-legge avrà alla Camera
io credo che il Governo si renderà disponibile perlomeno a due
tipi di variazione dell'originario provvedimento. Ciò, in primo
luogo, per evitare, come appariva inizialmente, che si preveda da
subito lo stoccaggio temporaneo in Basilicata; credo, invece, sia
più corretto, anche per sensibilizzare tutto il paese al problema
che si intende affrontare, che le scorie rimangano dove sono, che
vengano messe in sicurezza ove previsto e che, eventualmente,
vengano trasportate nel sito nazionale definitivo, quando sarà
costruito, per essere allocate in profondità, come il sito stesso
prevede.
Il Governo, inoltre - è un altro aspetto che credo il medesimo
vorrà prendere in considerazione -, si intende garantire, mettendo
anche gli enti locali in condizione di farlo, lo svolgimento di
un'ulteriore verifica prima di attribuire validità al sito stesso.
Abbiamo onestamente la convinzione che il medesimo possa essere il
sito ideale per risolvere un problema che esiste e che deve essere
affrontato.
PRESIDENTE. L'onorevole
Boccia ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n.
2-00983.
ANTONIO BOCCIA.
Signor Presidente, penso che nessuna persona di buon senso possa
ritenersi soddisfatta della risposta tecnicistica del Governo, di
chi, evidentemente, è portavoce di visioni liberiste,
economicistiche e tecnicistiche.
Il sottosegretario, a nome del Governo, non ha minimamente fatto
cenno al fattore umano, vale a dire alle persone, al popolo che
vive in quella realtà, come se ciò non fosse uno dei problemi che
il Governo deve affrontare. È una questione che per il Governo non
esiste. Le persone non esistono! Esiste l'economia, esistono i
numeri, le tecniche, la necessità dello smaltimento, l'urgenza, le
difficoltà. Non esistono le persone!
Ciò ci mette nella condizione di dichiarare la nostra
insoddisfazione; è, inoltre, questa la distinzione che vi è tra
noi e questo Governo e che, ovviamente, viene fuori da ogni
occasione. Signor Presidente, siamo insoddisfatti perché, ancora
una volta, al simpatico e apprezzato sottosegretario Tortoli è
stato detto di recarsi in aula per leggere un compitino (se ne è
guardato bene il ministro dal farlo). L'incontro svoltosi presso
la Presidenza del Consiglio dei ministri si è concluso con
l'impegno di riferire al Presidente Berlusconi, il quale,
tempestivamente, avrebbe assunto una decisione, ma se la decisione
è la seguente prendiamo atto che è stato partorito un imbroglio,
rispetto al quale non solo noi, ma il popolo lucano darà la
risposta che si merita il Governo Berlusconi.
Signor Presidente, non si è riscontrata una minima partecipazione
nell'assunzione, da parte del Governo, di questa aberrante
deliberazione. Non sono state sentite la Conferenza Stato-regioni,
le Commissioni parlamentari, non è stata organizzata alcuna
conferenza di partecipazione, non è stata sentita la provincia,
non è stato ascoltato nessuno. Il Governo, di imperio, con moto
autoritario, direi dispotico, ha deciso di fare questo regalo alla
Basilicata, senza che vi fossero condizioni di urgenza e, quindi,
vi sono rilievi anche sotto il profilo della costituzionalità del
provvedimento.
Che il Presidente della
Repubblica legga gli atti di questa interpellanza urgente e
registri che il sottosegretario ha dichiarato che non vi sarà più
- bontà loro: vedremo come lo scriveranno, perché non c'è da
fidarsi - il trasferimento domani, come era previsto, delle prime
scorie radioattive a cielo aperto, perché questo aveva previsto il
Governo: di trasferire immediatamente, magari domani, le scorie
radioattive a cielo aperto a Scanzano Jonico. Non essendoci più
questa urgenza, non si comprende per quale ragione si debba
adottare un decreto-legge.
Se dobbiamo trasferire le scorie tra cinque anni, quando il sito
sarà finito, non si comprende per quale ragione fosse necessario e
doveroso un provvedimento del genere. Si tratta di un pasticcio,
un imbroglio rispetto al quale noi reagiamo con forza.
Guardi, signor Presidente, questo imbroglio ha poi una ciliegina,
che è presente in uno degli articoli del decreto-legge nel quale è
previsto che si adotta una protezione militare sul sito. Come dire
che una notte furtivamente il genio andrà lì, solleverà delle alte
mura, impianterà delle garitte, eleverà delle torri, spianerà
l'esercito con i carri armati e vediamo la protesta quale esito
avrà. Berlusconi non conosce i lucani! Per questa strada non andrà
da nessuna parte, il Governo non andrà da nessuna parte! Noi siamo
un popolo ragionevole e qui lo rappresentiamo con ragionevolezza,
ma quando ci sono prepotenti che mettono la pistola alla tempia,
c'è poco da ragionare.
Signor rappresentante del Governo, lei è stato mandato qui e ha
fatto il suo dovere, ma l'impostazione con la quale ha proceduto
il Governo è autoritaria, dispotica, che è propria di un governo
di destra e fascista, come il suo ministro!
Venendo ora ai contenuti del provvedimento: si ignora che siamo in
area sismica, che vi è stato un terremoto a San Giuliano che ha
interessato direttamente Scanzano Jonico e che un decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri il 20 marzo - l'atto n. 3274
- ha dichiarato Scanzano Jonico area sismica.
Si ignora che lì vi è un dissesto idrogeologico spaventoso e che
vi sono state più volte, negli ultimi decenni, inondazioni da
parte del vicino fiume Cavone. Inondazioni! Si ignora che la costa
sullo Jonio arretra mediamente di dieci metri ed in quel punto di
2 o 3 metri.
Se è vero che le scorie devono stare lì 150 mila anni, tra
cinquant'anni quelle scorie saranno in mare, caro sottosegretario!
Chi ha fatto questo studio? Si informi dai dati del centro di
geodesia spaziale che misura l'arretramento delle coste!
Ancora: il rappresentante del Governo ha fatto riferimento a
studi, onorevole Mussi, del 1977! Questa è la base scientifica,
risalente a quarant'anni fa: lì probabilmente vi era ancora la
malaria perché il Metapontino era un'area malarica durante
l'ultima guerra e subito dopo. Sulla base di questi studi si
decide che quello è il sito migliore. È un'indecenza, una
vergogna! Lì oggi c'è una popolazione numerosa, consistente, è una
delle aree più popolate della Basilicata. La popolazione per voi
non è un elemento! Quell'area è attraversata da una grande
condotta idrica che porta acqua alla Puglia: passa cioè la più
grande condotta idrica d'Europa! Non si è posto questo problema?
Lì, a distanza di 50 metri, c'è una serie di stazioni balneari
finanziate dal Governo di centrosinistra - perché voi avete dato
solo attuazione alle scelte che noi avevamo fatto -, però stanno
lì, per migliaia di posti letto! Esiste un'area, un sito
archeologico, la vecchia scuola Pitagorica, Eraclea, tutte le
preesistenze della Magna Grecia, le Tavole Palatine... Ma vi
rendete conto o no dove siete andati a mettere questo sito?
Sono diffusissime fattispecie di un ecosistema unico di zone
naturalistiche! Pensi che lì c'è una pineta che è tra le più
antiche del mondo! Salteranno anche una serie di azioni che erano
state messe in campo.
Ma c'è di più. Quella è un'area interessata da un grande processo
di sviluppo agricolo e turistico. Vi sono produzioni agricole di
grande qualità: le fragole del metapontino, le arance del
metapontino, una serie di primizie! Saranno effetti psicologici?
Ma anche se fossero solo effetti psicologici, il Governo se lo
doveva porre o no questo problema? Dei danni che ha già fatto, non
di quelli che farà! Dei danni che ha già fatto! Noi non possiamo
che levare forte la nostra protesta: questa è una scelta
illegittima!
PRESIDENTE. Onorevole
Boccia, la prego di concludere.
ANTONIO BOCCIA.
Presidente, chiedo l'applicazione dell'ultimo periodo del primo
comma dell'articolo 138 del regolamento. Noi ci troviamo di fronte
ad una scelta illegittima, in contrasto con l'intero impianto di
valutazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo
dei rifiuti! Ci troviamo in contrasto con la legge regionale n. 59
del 31 agosto 1995, che - non perché porti la mia firma - è una
legge che impedisce questo misfatto! Ci troviamo in contrasto con
una legge approvata l'altro ieri dalla regione Basilicata. È una
legge illegittima! È una legge iniqua, perché colpisce una
popolazione ed un territorio che nel centro ricerche Trisaia di
Rotondella già paga da cinquant'anni il suo prezzo alla nazione!
Ci sono anche i danni tecnici. Ma vi siete resi conto che cosa
significhi trasportare in giro per il paese, lungo la stessa
arteria, la Ionica, da 140 siti d'Italia, scorie radioattive,
tutte nello stesso posto? È una soluzione sbagliata!
Il Governo si deve attivare sul piano internazionale, la comunità
mondiale deve essere interessata! Ci sono nazioni che hanno
centrali nucleari che smaltiscono ben altri rifiuti di quelli che
abbiamo noi come residui di vecchi esperienze nucleari di un
qualche conto. Ma è possibile che non si riesca a trovare
un'intesa? Non c'è la volontà, non c'è la capacità di trovare
un'intesa! Il Governo non ha la credibilità internazionale! È
bravo solo a mandare l'esercito in Iraq! È disdicevole! È
disdicevole, Presidente, perché al fondo c'è un'unica motivazione:
siccome è una regione di centrosinistra, pochi guai! Siccome sono
poche persone, pochi guai! Ma questo è un modo squallido di
ragionare da parte di un Governo!
ROBERTO TORTOLI,
Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del
territorio. Non siamo come voi!
ANTONIO BOCCIA.
È una decisione ingiusta, perché ancora una volta, tra leghisti e
fascisti, avete deciso di colpire il Mezzogiorno. Questa è la
verità! Vi faceva comodo, prima la Sardegna, poi la Puglia, adesso
la Basilicata. Per la miseria, ma è possibile che in tutta Italia,
da Roma in su, non sia mai stato preso in considerazione un altro
posto? Tutti laggiù?
Qual è il rapporto
produzione...
PRESIDENTE. Onorevole
Boccia, immagino che, riferendosi all'articolo 138 del
regolamento, lei voglia dire che, essendo insoddisfatto, si
riserva il diritto di presentare una mozione per prolungare la
discussione...
ANTONIO BOCCIA.
Presidente, parlo dell'ultimo periodo del primo comma.
MARCO BOATO. Si,
dell'ultimo periodo del primo comma!
ANTONIO BOCCIA.
Ora, di fronte a questa situazione, caro sottosegretario, si deve
rendere conto che i rifiuti tossici radioattivi sono prodotti
prevalentemente nelle aree del nord! Non possiamo pagare due volte
il prezzo! Prima siamo arretrati perché abbiamo aiutato il nord a
crescere e poi paghiamo lo scotto di questa accresciuta
produttività perché, in qualche modo, siamo arretrati. Non è
giusto! Non è serio!
L'altro giorno, i ministri Marzano, Giovanardi, Matteoli e Letta,
nel corso dell'incontro che abbiamo svolto, sono stati di
un'onestà unica. Hanno dichiarato la verità, ossia che ci dobbiamo
tenere questa scelta. Poi, si sono rimessi alla Madonna o al
Padreterno, in questo caso, a Berlusconi il quale avrebbe dovuto
prendere una decisione. Adesso, Presidente, apprendiamo questa
decisione vergognosa. Con una tattica che prende in giro,
ovviamente, giusto quelli che tali cose le immaginano, si adotta
un decreto-legge in cui si spara alto: domani mattina vi portiamo
le scorie! Dopodomani costruiamo un sito sulle palafitte! Fra
cinque anni, mettiamo tutto sotto!
Poi, si ritira questa prima parte: le scorie non ve le mandiamo
domani mattina! Non facciamo il sito a cielo aperto (immaginando
che la questione sia questa)!
La questione è che non si deve fare sito in Basilicata! Questa è
la questione! Se pensate di procedere con l'azione dei carri
armati e di imporre questa soluzione per quanto riguarda la scelta
del sito, avete sbagliato! Avete una sola strada, quella di non
convertire...
PRESIDENTE. Onorevole
Boccia, le ho concesso cinque minuti in più. Ora, la prego di
concludere.
ANTONIO BOCCIA.
Presidente, ho concluso. Avete solo una strada, vale a dire quella
di evitare che questo provvedimento sia convertito in legge.
Abbiamo chiesto al ministro Giovanardi di non insistere, ma -
ahimè - il provvedimento è stato trasferito in Commissione, la
quale, purtroppo, inizia l'esame.
Come lei vede, qui, siamo uniti e senza tante distinzioni. Tanti
sindaci, tanti consiglieri regionali e tanti parlamentari, di
tutte le parti politiche, anche di quelle del Governo (noi
facciamo onore a questi amici) hanno assunto una posizione, prima
in difesa degli interessi del popolo, poi della loro parte
politica.
Dovete rendervi conto che si può aprire un ragionamento, si può
discutere, insieme possiamo cercare le soluzioni, ma attraverso il
contraddittorio, come stabilisce la legge e la direttiva
comunitaria, alla nostra presenza e alla presenza del presidente
della regione (che oggi ci rappresenta tutti e sta guidando questa
battaglia), dell'università della Basilicata, in contraddittorio!
Poi vediamo! Proponeteci un altro sito! Dateci il tempo per
proporre una altro sito! Non sessanta giorni e con la pistola alla
tempia! È una scorrettezza! È una violenza! E la violenza chiama
violenza. Lo ripeto: la violenza chiama violenza.
Siete responsabili di quello che capiterà! Glielo vada a dire a
Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita,
DL-l'Ulivo. Dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione
comunista e Misto-Verdi-l'Ulivo)!
PRESIDENTE. L'onorevole
Pisicchio ha facoltà di
replicare per l'interpellanza Potenza n. 2-00985 di
cui è cofirmatario.
PINO PISICCHIO.
Signor Presidente, voglio tranquillizzare la Presidenza: non
invocherò l'ultimo periodo del primo comma dell'articolo 138.
Vorrei sottolineare brevemente un aspetto. L'energia, la foga e
anche la logica stringente che ha animato la replica del mio
collega, onorevole Boccia, mi esime dal prendere in considerazione
alcuni degli aspetti che, con molta pertinenza e con molto a cuore
(un cuore di lucano), sono stati posti all'attenzione.
Anch'io devo dichiarare
la mia insoddisfazione e rilevare una contraddizione - mi sia
consentito - alquanto marchiana (non so se sia ancora consentito
utilizzare questa locuzione; si è un po' consumata nel lessico
italiano).
Tuttavia, se il rappresentante del Governo mi ascoltasse,
probabilmente ...
PRESIDENTE. Onorevole
Vito, non distragga il sottosegretario.
PINO PISICCHIO.
...avrei anche la possibilità di sottoporgli la questione che
intendo sottolineare, in termini critici, rispetto alle cose che
sono state dette.
Il sottosegretario ha toccato un punto ripreso da un take
di agenzia che riporta un'intervista rilasciata dal ministro
Giovanardi intorno alle 16,30, mentre era già in atto questo
nostro dibattito. Il concetto è: per ora, scorie in siti già
esistenti; nel frattempo - continua il ministro - va avanti il
decreto; il commissario straordinario, che sarà incaricato di
occuparsi della questione, deciderà se Scanzano Jonico sia -
virgolettato, per cui la citazione è particolarmente importante -
il sito migliore possibile oppure, in alternativa alla cittadina
lucana, quale altra località possa essere indicata per un sito,
quale esso sia, che verrà realizzato in cinque o sei anni.
Allora, la domanda è: ma come, non avevate già realizzato tutte le
necessarie e preventive operazioni di analisi, di verifica, di
accertamento, per riscontrare se questo fosse il sito utile per
accogliere le scorie nucleari, decidendo così come avevate deciso?
L'onorevole sottosegretario ha impegnato buona parte della sua
risposta proprio per sottolineare tutte le precauzioni, le
cautele, le analisi scientifiche e gli impegni profusi in tale
direzione! Poi, invece, apprendiamo - oltre alle parole
pronunciate dal ministro, mi è parso, in qualche modo, che anche
il sottosegretario, nel suo articolato argomentare, abbia
ulteriormente toccato il tema - che bisognerà che queste verifiche
siano fatte!
Allora, voglio dire - se il collega Boccia me lo consente - che
ho, in parte, un'opinione politica differente dalla sua circa la
determinazione del Governo a colpire la Lucania, la Basilicata,
quale regione eterodossa rispetto al colore politico che
identifica il Governo (la Basilicata è governata dal
centrosinistra).
La mia idea è che,
invece, sia in atto una pericolosa sindrome da cupio dissolvi
da parte del Governo: questa è un'operazione che interessa, come
ricordavamo, non solo l'area della Basilicata, ma l'area della
Puglia e l'area calabrese.
ANTONIO BOCCIA.
Hai ragione!
PINO PISICCHIO.
Queste ultime sono aree che, purtroppo, per il momento, non sono -
non sono, non sono! - ascrivibili, mi pare, a quelle che sono le
regioni di colore politico sussumibili sotto gli stendardi del
centrosinistra. Allora, è davvero un cupio dissolvi! È
davvero, così come dicevo in apertura, nell'illustrazione,
un'azione che è stata compiuta con una buona dose di
inconsapevolezza!
Io spero - spero: voglio essere meno pessimista dei miei colleghi
- che vi sia un momento di resipiscenza. Questo gesto, queste
dichiarazioni, voglio interpretarle come un momento di
resipiscenza. Attenderò le dichiarazioni e gli atteggiamenti
concludenti del Governo, ma anche del Parlamento, a partire dalla
prossima settimana, quando giungerà in aula il provvedimento.
Dal 3 di dicembre sarà in discussione nell'aula di Montecitorio e
in quel contesto, in quella circostanza, io credo e spero che per
la prima volta, aprendosi la dialettica democratica, cari colleghi
- perché fino ad oggi dialettica democratica non c'è n'è potuta
essere essendo stato, come veniva ricordato, questo atto costruito
ed immaginato in una dimensione totalmente calata dall'alto -, le
popolazioni di queste terre, di queste regioni (a cominciare dalla
Basilicata, ma anche le altre due regioni meridionali), possano
avere finalmente ragione in questa brutta storia delle scorie
nucleari in Basilicata (Applausi dei deputati dei gruppi della
Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Verdi-l'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole
Adduce ha facoltà di
replicare per l'interpellanza urgente Violante n.
2-00986, di cui è cofirmatario.
SALVATORE ADDUCE.
Signor Presidente, io voglio replicare riferendomi esattamente a
quello che il sottosegretario ha detto. La mia profonda
insoddisfazione nasce proprio dalla non conseguenzialità delle
affermazioni del rappresentante del Governo, il quale tenta, anche
come ha fatto pubblicamente, arrampicandosi in verità un po' sugli
specchi, di rassicurare attraverso l'indicazione di un percorso
ancora da svolgere, di una verifica ancora da fare, persino
sottraendo la sostanza della motivazione d'urgenza alla
decretazione.
Signor rappresentante del Governo, il decreto si regge per ragioni
che hanno a che fare con la sicurezza nazionale; in altre parole,
per risolvere questo problema quel decreto prevede, all'articolo
2, che nel giro di pochi giorni vengano allocati lì i rifiuti
pericolosi, per evitare che ci possano essere attacchi
terroristici o perché questi attacchi siano indirizzati sulla
nostra terra, sulla nostra testa, quella nostra, di lucani,
pugliesi e calabresi. Se lei qui afferma che questo non sarà
perché farete un emendamento - e vedo alcuni dispacci di agenzia
che dicono la stessa cosa - , allora avete il dovere civico di
ritirare il decreto, di dire alla Commissione di chiudere questa
discussione, perché senza questo elemento fondante quel decreto
non regge; non regge giuridicamente e soprattutto non regge
politicamente.
Allora, a che gioco
giochiamo? Io devo pensare che invece le sue dichiarazioni, signor
rappresentante del Governo, anche le sue, per la responsabilità
che ha, sono una presa in giro, a cominciare da qui, da quest'aula;
una presa in giro di questi parlamentari che le hanno rivolto
interpellanze alle quali lei è venuto a rispondere un po'
inopinatamente, per la verità. Perché la conseguenza logica del
suo ragionamento doveva essere: sì, adesso scappiamo via da qua un
momento e vediamo che cosa fa il Consiglio dei ministri per
mettere riparo a questa vergogna.
Mi sarei aspettato, signor sottosegretario, al limite, pur nella
complicazione e in parte nella disperazione di questa discussione,
che lei tenesse la schiena dritta, invece lei non tiene neanche la
schiena dritta. Lei non è in grado di concludere il suo
ragionamento.
Io non mi appellerò soltanto alle ragioni che nella replica il
collega Boccia, molto opportunamente, ha sostenuto, ai riferimenti
che ha fatto lui, al problema di un'area di interesse nazionale,
di interesse europeo, dichiarata di interesse europeo, io ritengo
che ci siano elementi, come ho cercato di dimostrare anche
illustrando la nostra interpellanza, che, come giustamente ha
fatto la regione Basilicata, afferiscono alla legittimità
costituzionale, alla illegittimità di questo provvedimento, e a
maggior ragione dopo le sue dichiarazioni, quelle fatte sulla
stampa e quelle fatte qui, solennemente qui, in quest'aula.
Quindi, é vero che non ci sarà il trasferimento dei rifiuti nei
prossimi giorni e nelle prossime settimane, allora, a che serve il
decreto-legge? Si poteva allora procedere come dice esattamente la
legge che abbiamo approvato in questa sede il 16 luglio che
definisce tutta la procedura per giungere all'individuazione del
deposito nazionale. Sono convinto che siamo di fronte, ha ragione
quindi il collega Boccia, ad un imbroglio. Voi state mescolando e
arruffando le carte in modo tale che non si capirà più nulla.
Dovrete scontrarvi prima di tutto con la volontà del nostro popolo
tesa ad impedire che possano affacciarsi all'orizzonte le scorie
nucleari da collocare nella nostra regione. Noi siamo di fronte ad
un problema che era stato già ampiamente affrontato, e mi dispiace
sottosegretario Tortoli che nella sua risposta non siano contenuti
i cardini fondamentali entro i quali era stata inserita la scelta,
difficile e complessa - e in ciò da tutti compresa -, di un sito
nazionale.
Nel dicembre del 1999 la Conferenza Stato-regioni istituisce il
gruppo di lavoro previsto da un accordo affinché si produca un
documento che dia conto dello stato dell'arte sugli studi e le
ricerche relative alla localizzazione e alla realizzazione del
sito del deposito nazionale. Questo documento doveva contenere le
proposte inerenti alle iniziative di informazione, agli strumenti
di coinvolgimento delle popolazioni e degli enti locali, le
procedure per la scelta del sito e gli strumenti di collaborazione
tra Governo e amministrazioni locali, le soluzioni e gli strumenti
volti a promuovere le condizioni per l'armonico inserimento del
deposito nazionale nel contesto territoriale circostante.
Sottosegretario Tortoli, il gruppo di lavoro ha concluso la sua
attività a metà 2001 e all'inizio del 2002 la Conferenza
Stato-regioni ha approvato quel documento. Voi invece avete fatto
carta straccia di qualunque tipo di pronunciamento su questa
materia attraverso l'emanazione di questo decreto-legge. Noi siamo
convinti che le ragioni giuridico-formali, le ragioni democratiche
e di legalità, che voi avete barbaramente escluso, insieme alle
ragioni di carattere tecnico, e ai riferimenti e alle novità
geologiche dell'area, non sono un fatto indifferente.
Il territorio e le località di San Giuliano di Puglia, fino al
momento in cui c'è stato il terremoto, non erano inserite nella
carta sismica nazionale; poi è successo il disastro. Quel disastro
dimostra, carte alla mano, che siamo di fronte ad un'area che è
soggetta ad un movimento sismico definito oggi nelle nuove carte
dell'istituto nazionale. Voi quindi non potete fare riferimento
agli studi del '77, perché è anacronistico. Siete fuori dal mondo,
siete fuori dal tempo! Le carte vanno aggiornate.
Sottosegretario Tortoli, lei deve prendere atto che ha detto qui
cose tra loro in contraddizione. Lei quindi deve riprendersi le
carte, le nostre repliche, studiare la questione e domani mattina
cercare di porre rimedio a questo problema sulla base delle
considerazioni che lei ha fatto e non sulla base delle cose che
possono apparire, anche per i modi espressi, non usuali per
un'interpellanza.
Ma lei comprenderà le ragioni per le quali siamo a questo livello
di concitazione.
Lei deve prendersi le carte, deve andare a studiare rapidamente il
problema per porre rimedio nei rapporti con il Parlamento e nei
rapporti con la Commissione ambiente, che a partire dalla prossima
settimana esaminerà il problema. Lei deve porre rimedio, se vuole
fare riferimento alla partecipazione democratica, ad un vulnus
ulteriore: la Commissione ambiente non vuole ricevere il
presidente della regione Basilicata! Non capiamo perché, è
incomprensibile! Vi saranno richieste di audizioni da parte di
decine di associazioni, di organizzazioni e di istituzioni, a
cominciare dalle università.
A causa della procedura che avete scelto - ma non me la prendo con
il presidente della Commissione ambiente - tutti questi soggetti
potrebbero non essere ascoltati. Abbiamo bisogno di questo?
Abbiamo bisogno che questa operazione sia chiusa e conclusa con
l'iniziativa del generale Carlo Jean, che ha sostituito poco tempo
fa, presso la Sogin...
PRESIDENTE. Onorevole
Adduce...
SALVATORE ADDUCE.
Ho finito, signor Presidente - ha sostituito un onesto cittadino,
che svolgeva seriamente le sue funzioni - non ne ricordo il nome,
non fa niente -, probabilmente per ragioni non confessabili, ma
stranamente rintracciabili semplicemente digitando un sito
Internet nel quale i rapporti tra il generale Carlo Jean ed il
resto del mondo sono quasi di pubblico dominio.
Avete l'esigenza di concludere qualche cosa rapidamente con Carlo
Jean e qualcun altro? Perché se non fosse così, se probabilmente
non ci fosse anche qualche giro miliardario dietro questa
operazione, probabilmente le ragioni che lei, signor
sottosegretario, ha esposto qui consiglierebbero l'immediato
ritiro del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi dei
Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)!
NICHI VENDOLA.
Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha
facoltà.
NICHI VENDOLA.
La ringrazio, signor Presidente. Faccio appello alla cortesia del
sottosegretario Tortoli perché gli risparmierò il grosso delle
considerazioni politiche, che sono in qualche maniera in sintonia,
persino dal punto di vista dello stile e della passione, con gli
interventi testè svolti dai miei colleghi del centrosinistra.
Intendo intervenire per porre, con grande serietà, alcuni problemi
relativi alla questione della sicurezza, questione della quale chi
le sta parlando, signor sottosegretario, si occupa - naturalmente
da dilettante, perché in questa materia siamo tutti dilettanti -
da circa vent'anni. Dal punto di vista delle formulazioni
tecnico-scientifiche, infatti, il suo intervento mi ha ricordato
decenni di accademici discorsi a giustificazione della scelta
nucleare e del fatto che il rischio nucleare era frutto della
propaganda fondamentalista degli ambientalisti. A tutt'oggi, ci
troviamo di fronte alla durezza di quei quesiti drammatici, che
riguardano proprio il punto della sicurezza.
Signor sottosegretario, lei ha parlato, ad esempio, di
«smontaggio» delle centrali nucleari. Qui ne abbiamo poche,
tuttavia lei è in grado di dirmi in quale parte del mondo è mai
stato sperimentato quello che in inglese si chiama
decommissioning, vale a dire uno «smontaggio» di una centrale
atomica? È in grado di spiegarmi quali problemi di carattere
ambientale e sanitario comporti lo «smontaggio» e la
riorganizzazione per segmenti dei pezzi di materiale radioattivo?
È in grado di spiegare se il «taglio» di questi pezzi vada
effettuato in mare o per aria, e come si ponga il problema dello
smaltimento delle scorie che, anche in quel caso, si liberano?
Non dirò nulla del generale Jean (ne penso il peggio possibile e
immaginabile) e non dirò nulla del suo vicepresidente, che è anche
capo di gabinetto del ministro dell'ambiente (ne penso il peggio
possibile e immaginabile). Tuttavia, la Sogin è la società che
deve occuparsi, prima nel mondo, dello smontaggio delle centrali
atomiche, forse con l'intenzione di acquisire quel know how
che le consentirà di essere una sorta di centrale appaltante nel
mondo intero. Su questo problema dovremmo procedere ad un
approfondimento.
Signor sottosegretario, oggi continuate a fare riferimento al sito
del New Mexico, ma potremmo parlare anche del sito che si trova in
Nevada. Ebbene, signor sottosegretario, vorrei che si sfatasse il
mito di un sito tranquillo in cui si è realizzato un deposito,
perché non è così. Anzi, le consiglio di fare un gioco e di andare
su tutti i siti Internet del mondo, compreso quello della CIA che
è uno dei più aggiornati e dei più interessanti: scoprirà una cosa
straordinaria, ossia che si fa spesso riferimento ad alcuni
incidenti, ad esempio in miniere di salgemma che dovevano
diventare siti di depositi di scorie nucleari. Se si va a cliccare
sul link per capire dov'è il riferimento, l'articolo o lo
studio, ad esso non corrisponde nulla, perché vi è una
straordinaria capacità di soppressione delle fonti: siamo in un
campo di oscurità totale.
Sa che vi è stato un incidente nella miniera del sito del New
Mexico che non era stato previsto? Tanti scienziati avevano detto
che il sito aveva determinate caratteristiche geologiche e non
avevano previsto la presenza di un pozzo millenario di acqua che è
esplosa. Lei è al corrente del fatto che nessuno sa ancora dire
quali possano essere gli effetti di queste scorie, sia pure
imballate nel piombo, nel cemento, nella ceramica o nel vetro,
quando vengano poste in questi siti? Stiamo navigando in mare
aperto e non vi sono certezze: vi sono soltanto incognite.
La letteratura scientifica sul nucleare è piena di sicumera che
nasconde mistificazione. Prima di sapere dell'incidente alla
centrale di Three mile island, prima che questo incidente fosse
certificato nella letteratura scientifica ufficiale, sono passati
trent'anni di occultamenti e decine e decine di incidenti in
Francia ed in America sono stati nascosti. Ciò perché non si vuole
aprire il dibattito democratico e il confronto con le popolazioni
e con le comunità.
Signor sottosegretario, non mi fido di nessuno di questi
accademici; mi fido, intanto, di un approccio multidisciplinare.
Il suo schema tecnico-scientifico seleziona un approccio
monodisciplinare, quello di tipo stratigrafico-geologico, ma evita
un approccio multidisciplinare. Sono molte le cose che, invece,
andrebbero analizzate da questo punto di vista.
Si può avere del materiale sugli incidenti che si sono verificati
nel mondo, ad esempio, nelle miniere di salgemma destinate a
diventare cimiteri per scorie nucleari? Ciò è importante per
svolgere la nostra discussione.
Mi
avvio alla conclusione. È vero ciò che hanno detto i colleghi:
questa vicenda non è soltanto un pugno nello stomaco, anzi un
colpo alla nuca alla Basilicata, ma è un colpo alla nuca alla mia
regione, la Puglia, ed alla Calabria. Infatti, dove arriveranno le
scorie che abbiamo mandato a Sellafield, in Inghilterra, per
essere riprocessate, ora che dovranno tornare, come da contratto,
in Italia? Arriveranno nel porto di Taranto e nel porto di Taranto
vivremo l'ulteriore e più straordinaria militarizzazione di uno
degli snodi geopoliticamente più strategici.
Già è difficile stare in un'Italia dove comanda Berlusconi, ma in
un'Italia dove comanda il generale Carlo Jean è davvero difficile
immaginare di poter vivere (Applausi dei deputati dei gruppi di
Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e
della Margherita, DL-l'Ulivo).
GIANFRANCO BLASI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha
facoltà.
GIANFRANCO BLASI.
Signor Presidente, sto vivendo i giorni più difficili della mia
vita politica. Quel pugno nello stomaco a cui faceva riferimento
l'onorevole Vendola è un pugno diritto anche nel mio stomaco nel
senso che in questi momenti mi mancano anche le energie nervose
necessarie a reggere una sfida così alta. Tuttavia, sono un
parlamentare e ho dentro di me una formazione alla politica tale
che mi consente di assumere fino in fondo un alto senso di
responsabilità.
Ringrazio il sottosegretario per l'attenzione che ci ha dedicato
questa sera, anche se questa mattina sentendolo a Radio anch'io
avevo colto nelle sue parole alcune aperture che ho colto meno
nell'intervento svolto in quest'aula, forse perché tale intervento
è stato più tecnico. Mi pare che le considerazioni svolte oggi dal
Consiglio dei ministri ci portino a ridiscutere fino in fondo se
non in Basilicata, ma in Italia vi sia un sito idoneo e sicuro al
100 per cento per considerarlo un sito definitivo di stoccaggio
delle scorie nucleari. Le parole del ministro Buttiglione e del
ministro Giovanardi riportate nelle agenzie mi fanno credere che
la volontà del Governo sia proprio quella di verificare,
attraverso uno studio tecnico-scientifico, se tali condizioni
esistano e se vi sia in Italia, comprendendo anche Scanzano, un
sito idoneo. Bisogna coinvolgere gli enti locali e le regioni
all'interno di tale valutazione che deve essere scientifica e
politica insieme.
Ho anche letto nelle dichiarazioni del ministro Giovanardi la
volontà del Governo di depositare in Parlamento emendamenti
modificativi al decreto che non sono indifferenti al nostro
ragionamento. Infatti, la cassazione della lettera b)
dell'articolo 2 del decreto è un fatto straordinariamente
propedeutico a comprendere le buone intenzioni che oggi il
Consiglio dei ministri ha manifestato. Mi riferisco al fatto di
escludere a priori che a Scanzano Ionico, in superficie, si
possano portare transitoriamente le scorie degli altri siti. Mi
pare di capire che il Governo abbia intenzione di mettere in
sicurezza le scorie nei siti dove oggi sono e, poi, di aprire una
valutazione, un ragionamento. Se sarà così si creeranno le
condizioni ragionevoli per poter aprire un dibattito che ci faccia
recuperare un po' di serenità e mi tolga quel pugno dallo stomaco
restituendomi la possibilità di partecipare al dibattito
parlamentare nella convinzione che possiamo spiegare con calma le
nostre ragioni. Mi riferisco a quelle che tutta la comunità della
Basilicata sta descrivendo in queste ore che ci portano a dire che
il sito di Scanzano, per ragioni tecniche, geologiche e
scientifiche, non è idoneo allo stoccaggio definitivo delle scorie
nucleari.
Dunque, voglio interpretare questa giornata e quello che in essa è
accaduto nella maniera più positiva possibile e spero che
l'emendamento che il Governo presenterà sia tale da metterci nella
condizione di aprire una discussione serena, soprattutto per
restituire serenità alla mia comunità regionale, a quello che il
collega Boccia ha definito il popolo di Basilicata, che in questo
momento, credeteci, è in grandissima, straordinaria sofferenza
Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola anche in
deroga al regolamento.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Blasi. L'argomento mi pare fosse così
importante, che ho ritenuto opportuno che lei lo meritasse.
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