La Nuova Basilicata

martedì 25 marzo 2003

 

Allo sciopero avrebbe aderito il Sessanta per cento del personale docente e Ata

“Una scuola di qualità”

Potenza, manifestazione dei sindacati. Cobas in campo contro la guerra

 

POTENZA-Esponenti di Cigl, Cisl, Uil, Snals unitamente ad una rappresentanza di personalità della politica regionale (Giuseppe Molinari e Antonio Potenza) hanno ribadito, ieri nel corso d'una conferenza stampa, il loro no senza condizioni alla riforma Moratti della scuola.

Il numero delle adesioni allo sciopero generale regionale, indetto dalle quattro sigle sindacali per lo scorso 24 marzo, è stato - come emerso in sede di incontro - pari al 60% circa del personale docente ed Ata (Ausiliari, Tecnici e Amministrativi), le motivazioni dello sciopero hanno riguardato, invece, “la difesa e lo sviluppo della scuola pubblica, del suo carattere nazionale, la tutela dei diritti del personale impiegato, la pronta conclusione del contratto di lavoro, la difesa degli organici, la stabilità del personale e le immissioni in ruolo”.

Alle tre I di Berlusconi - ha detto Saverio Lolaico (Snals) -contrapponiamo la E di tre gravi emergenze concernenti il contratto, gli organici, il precariato. Il contratto di un milione di italiani - ha proseguito il sindacalista -è scaduto da circa 16 mesi. Abbiamo 130.000 posti disponibili non assegnati ed un totale di oltre 300.000 precari. Il solo beneficio apportato dalla riforma Moratti - ha concluso Lolaico -è stato quello di ricompattare attorno a queste tre emergenze tutte le sigle sindacali».

«Non difendiamo interessi di corporazione -ha aggiunto Luciano Liscio della Cigl -, ci battiamo per la qualità della scuola pubblica contro la sua smobilitazione prevista dalla riforma Moratti. Unitamente al rinnovo dei contratti quello che ci sta a cuore è la qualità del servizio scolastico pubblico che vogliamo continuare a garantire".

"Governo e Ministero della Pubblica Istruzione - come sostenuto da Luigi Errico (Cisl) -vedono ormai il sistema scuola come un campo di spreco sul quale intervenire per tagliare numericamente (meno 2,77%  il taglio del personale docente previsto per l'anno 2003-2004 in Basilicata) ed economicamente. Come al solito le regioni che ne trarranno maggiore danno saranno quelle meridionali della Basilicata, della Campania, della Calabria» .

Un appello ai parlamentari lucani è stato rivolto, infine, da Saverio Aliandro della Uil: «concertare uniti un intervento teso all'adeguamento salariale degli operatori scolastici ed al conseguimento della stabilità nel campo della scuola".

Allarmati pure gli interventi dei politici lucani presenti; Giuseppe Molinari ha condiviso «la protesta degli operatori scolastici. In Lucania -ha detto -rischiamo di perdere 300 posti di lavoro. Una questione questa che va sollevata al Presidente Bubbico e risolta in sede di incontro Stato- Regione». In merito alla riforma Moratti il parlamentare lucano ha aggiunto «è una riforma voluta esclusivamente dalla Confindustria che non tiene conto delle effettive esigenze del personale docente e utente della stessa» .

Antonio Potenza ha definito la riforma Moratti «incostituzionale e priva di copertura finanziaria. In definitiva -ha concluso l'onorevole Potenza -carta straccia».

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