La Gazzetta del Mezzogiorno
Martedì 25 marzo 2003
Penalizzati ulteriormente dalla
riforma Moratti anche gli insegnanti e le piccole classi dei
comuni montani della Basilicata
Scuola, le
ragioni dell'astensione
Contratto, organici, precariato: sono questi i
"nodi" dell'emergenza
POTENZA -Contratto, organici, precariato. Le tre note
dolenti della scuola pubblica, le tre emergenze che hanno portato
allo sciopero indetto ieri da Snals, Cgil scuola, Cisl scuola e
Uil scuola. Le ragioni dell'astensione sono state illustrate ieri,
in una conferenza stampa, e «recapitate» ai parlamentari lucani,
presenti e non. Un tris di fattori che, aggiunti alle modifiche
introdotte dalla legge Moratti, penalizzano molto il mondo
scolastico lucano. «La nuova Finanziaria -ha detto Saverio Lolaico
dello Snals -condiziona sia l'aspetto occupazionale sia quello
didattico. I contratti sono scaduti il 31 dicembre 2001 e non sono
stati ancora rinnovati. Ci sono 130 mila posti vacanti in Italia e
tuttavia i precari abbondano». Lo sciopero, che secondo Lolaico ha
avuto il50-60 per cento di adesioni, è arrivato dopo una settimana
di assemblee. «Bisogna difendere la qualità della scuola -ha
aggiunto Luciano Liscio della Cgil scuola -dall'attacco delle
politiche governative. Si cerca la smobilitazione e la
destrutturazione del sistema pubblico formativo, diminuendo del 10
per cento le ore di lezione e abbassando l'età dell'obbligo
scolastico». Luigi D'Errico (Cisl) ha individuato il motivo della
particolare modalità organizzativa nella necessità di un confronto
con i parlamentari e con la stampa, per mettere a fuoco
l'atteggiamento del Ministero della Pubblica Istruzione verso la
scuola, che vede il sistema scolastico come area di spreco, dove
bisogna «tagliare», invece che investire. Le Regioni più piccole
sono le più penalizzate: basti pensare che i tagli all'organico
raggiungono il 2,77 per cento, contro il - 1 per cento di media.
«Un accento particolare -ha dichiarato SaverioAliandrio (Uil
scuola) -va posto sui salari, fermi dal dicembre 2001, al
contrario dei prezzi e del valore della moneta. E' sempre più
difficile tirare avanti una famiglia». «Serve un'azione unitaria
per i problemi della scuola -ha proposto l'onorevole Antonio
Potenza -sia per quelli annosi come contratto, precariato e
organici, sia per quelli connessi alla riforma Moratti. Per quest'ultimo
problema, va detto che la legge è per adesso solo un momento
propagandistico, bisogna ancora reperire i fondi per attuarla. La
scuola deve restare libera -ha proseguito - pur con piccoli
accorgimenti, che tengano conto degli aspetti umani e sociali
delle singole realtà». Il riferimento è al rapporto
studenti-insegnanti e all'accorpamento di classi, difficile nei
piccoli centri montani lucani. Un problema sul quale è tornato
l'onorevole Giuseppe Molinari, auspicando una richiesta di deroga,
da parte dei sindacati e del presidente della Regione, in merito
al controverso «rapporto» numerico fra alunni e insegnanti. Sullo
sciopero di ieri si è espresso anche il senatore D' Andrea. «Non
si può che essere solidali -ha detto -con le organizzazioni
sindacali della scuola che hanno unitariamente promosso lo
sciopero di oggi e con il personale scolastico che vi ha aderito.
Il governo ha finito per rendere precaria tutta la vita della
scuola. La riforma per l'impianto complessivo contraddittorio,
passatista è destinata ad aggravare un quadro già molto negativo». |