Iniziativa
dei Sindacati Scuola per la stabilizzazione del precariato ATA
Documento
unitario CGIL, CISL, UIL SCUOLA E SNALS
Il Miur, in una serie d’incontri con i
rappresentanti delle confederazioni, dei sindacati della scuola e
dei lavoratori degli appalti, ha illustrato alcuni provvedimenti
normativi e amministrativi che intenderebbe attuare a partire
dall’anno scolastico 2003 2004 per riorganizzare i servizi di
pulizia nelle scuole in una prospettiva di espansione
generalizzata degli appalti, come previsto dall’art. 35 della
Legge finanziaria 2003.
La riorganizzazione dei servizi, comporterà
anche una forte ristrutturazione occupazionale dei lavoratori
attualmente impegnati nelle imprese di pulizia che si andrà ad
aggiungere alla drastica riduzione dei posti di organico del
personale ATA avviata con la finanziaria 2003.
Il quadro dei principali interventi presentati
è il seguente:
-
applicazione, a partire dall’a.s. 2004-2005 della
Convenzione-quadro CONSIP di cui all’art.35 comma 9 della
finanziaria 2003, alla quale potranno aderire prioritariamente
le scuole interessate alla esternalizzazione dei servizi di
pulizia.
I sindacati scuola esprimono un netto dissenso
e forti perplessità rispetto al complesso delle proposte
presentate dal MIUR.
Siamo, infatti, in presenza di un quadro di
interventi molto contraddittorio che viene presentato come
necessario al fine di garantire efficacia e funzionalità dei
servizi di appalto e stabilità occupazionale. Ancora una volta,
invece, gli interventi proposti non garantiranno la funzionalità
della scuola dell’autonomia, accentueranno le mille contraddizioni
e tensioni già esistenti dovute alle gravi carenze di organico,
aumenteranno la precarizzazione dei lavoratori.
Infatti, con una operazione improvvisata si
vorrebbero razionalizzare le risorse e gli appalti, attuando una
forte ristrutturazione occupazionale e dare applicazione al parere
del Consiglio di Stato a favore degli ex LSU, le cui conseguenze
in termini di riduzione degli spazi occupazionali verranno
scaricate sui precari della scuola con il rischio di ingenerare
nei territori una vera e propria guerra tra poveri. I lavoratori
precari inseriti nelle graduatorie provinciali per le supplenze
sarebbero penalizzati doppiamente per effetto del congelamento dei
posti per il 25%, oggi base del finanziamento degli appalti, e per
effetto dalla riserva dei posti concessa agli altri lavoratori.
Una soluzione parziale contraddittoria che
contrasta con quanto i sindacati della scuola CGIL, CISL, UIL e
SNALS stanno sostenendo a sostegno della scuola dell’autonomia e
per la soluzione del precariato nella scuola.
Il sistema degli appalti delle pulizie si è
rivelato da tempo inadeguato. La funzionalità delle scuole ne ha
risentito fortemente ed in molti casi si sono determinati gravi
difficoltà organizzative e gestionali, la qualità delle
prestazioni del personale collaboratore scolastico è stata ridotta
a discapito del servizio ed in particolare per quel che riguarda
l’assistenza agli alunni in situazione di handicap e i servizi
alla persona.
Vengono messe in discussione anche le scelte
positive fatte con il contratto della scuola, recentemente
siglato, di rafforzare il modello organizzativo dei servizi
scolastici e di rivedere l’ordinamento professionale dei
lavoratori dei servizi.
Infine, tale proposta, in presenza di una legge
finanziaria che ha stabilito consistenti tagli all’organico dei
collaboratori scolastici, non assicura nemmeno ai lavoratori ex
LSU la prospettiva di stabilizzazione promessa. Non si tratta,
quindi, di mettere in discussione il diritto dei lavoratori ex LSU
ad essere stabilizzati ma di evitare contrapposizioni tra due
categorie che hanno in comune la precarietà del lavoro. Occorre,
invece, cercare una soluzione che garantisca i diritti dei precari
della scuola e quelli dei lavoratori ex LSU.
CGIL, CISL, UIL Scuola e SNALS rivendicano
provvedimenti che segnino una netta inversione di tendenza
rispetto alle scelte di precarizzazione e di privatizzazione.
Occorre avviare un percorso di stabilizzazione generalizzata del
rapporto di lavoro per tutti i lavoratori precari in primo luogo,
degli ex LSU e dei lavoratori degli appalti storici.
I sindacati della scuola ritengono
irrinunciabili queste premesse per la soluzione del problema. Se
si vuole veramente affrontare la questione occorre agire in una
logica complessiva ponendo alla base delle soluzioni generali una
concreta proposta per il riassorbimento della quota di organico
oggi congelata per gli appalti (25%) e l’individuazione del
contingente necessario per le nomine in ruolo di tutti i
lavoratori precari.
Capo di Gabinetto MIUR
Capo Dipartimento MIUR
ROMA
Roma, 8 luglio 2003
oggetto: riserva del 30% dei posti
per le nomine a tempo determinato ai lavoratori ex LSU ora
dipendenti delle ditte di pulizia
Le Segreterie Nazionali della Scuola
CGIL CISL UIL e SNALS esprimono forte preoccupazione in ordine
alla ipotesi del MIUR che, per garantire interventi di
salvaguardia occupazionale dei lavoratori ex LSU impegnati negli
appalti delle pulizie nelle scuole, prevede di riservare loro il
30% dei posti per le nomine a tempo determinato dal prossimo anno
scolastico.
CGIL CISL UIL e SNALS ritengono
necessario, se si vogliono individuare soluzioni utili, l’adozione
di misure che avviino un processo di stabilizzazione dell’insieme
dei lavoratori precari della scuola e dei lavoratori ex LSU.
La soluzione proposta, se praticata,
risulterebbe insostenibile perché:
-
aprirebbe, soprattutto
nelle regioni in cui è forte la presenza di lavoratori ex LSU,
un conflitto insanabile tra due categorie di lavoratori che
vivono la condizione comune della precarietà del lavoro.
Infatti, in tale ipotesi si espelle
dal lavoro il 30% del personale che ha ottenuto la nomina annuale
per l’anno 2002-2003 e che lavora ormai da anni nelle scuole, per
effetto di regolari graduatorie permanenti (I e II fascia), non
considerando che l’organico di quelle scuole è decurtato del 25%
dei posti per finanziare il costo degli appalti.
Questi lavoratori sarebbero, così,
penalizzati doppiamente, per il congelamento dei posti e per la
riserva concessa agli altri lavoratori ex LSU, ora dipendenti
dalle ditte di pulizia.
Tale proposta, in presenza dei tagli
previsti all’organico dei collaboratori dalla legge finanziaria
2003, non assicura nemmeno ai lavoratori ex LSU la stabilizzazione
promessa.
Necessitano, invece, garanzie
occupazionali e di reddito per tutti coloro che operano nella
scuola, sia attraverso il sistema degli appalti, sia mediante le
graduatorie provinciali e di istituto, senza avventurarsi in
operazioni improvvisate che disattenderebbero le aspettative degli
stessi interessati.
Nell’immediato, per affrontare e
risolvere il problema occupazionale, nella contestualità dei vari
rapporti di lavoro, occorre prioritariamente:
-
recuperare in disponibilità la
quota di organici congelata per gli appalti (25%) al fine di
riequilibrare i livelli occupazionali dei lavoratori precari
rispetto al riconoscimento del 30% ai lavoratori ex LSU;
-
individuare un adeguato contingente
di posti per la stipula di rapporti di lavoro a tempo
indeterminato.
La scuola dell’autonomia necessita di
personale stabile e qualificato per l’ erogazione dei propri
servizi.
Le Segreterie Nazionali ritengono,
pertanto, che sia irrinunciabile partire da queste premesse per la
prosecuzione di un proficuo confronto di merito ed invitano
codesta Amministrazione a non procedere con provvedimenti
unilaterali senza, peraltro, averne attentamente valutato le
implicazioni giuridiche e i risvolti di carattere sociale delle
proprie determinazioni.
Distinti saluti
CGIL Scuola CISL Scuola UIL Scuola
SNALS |