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Che il 2003
sia l’anno della svolta e della Riforma
Ma siete ben miseri educatori voi che offrite
185 giorni di vacanza
contro 180 di scuola. Quattro ore di scuola
contro dodici senza scuola.
Un imbecille di preside che entra in classe e
dice:
"Il provveditore ha concesso vacanza anche il 3
novembre"
sente un urlo di gioia e ne sorride compiaciuto.
Avete presentato la scuola come un male e
dovevano riuscire ad amarla i ragazzi?".
Don Milani
L’inizio di un nuovo anno è sempre accompagnato dalla speranza di
un futuro migliore e dal desiderio di una svolta nella propria
vita che lasci indietro tutte le negatività dell’anno appena
trascorso.
Il mio
augurio a tutti coloro che leggeranno questa pagina è per un 2003
ricco di soddisfazioni personali, di pace e serenità famigliare.
Mi
auguro che il mondo superi le divisioni e le discordie, che nel
confronto delle idee le nazioni superino i conflitti, che i
governi sappiano garantire prosperità all’intera umanità.
Per
l’Italia, spero in un ripensamento della politica che voglia
adottare provvedimenti di interesse generale.
Purtroppo negli ultimi diciotto mesi il Paese è stato portato
indietro sia nel campo economico che nel campo sociale.
Molti
si chiedono come sia stato possibile in così poco tempo bruciare
quanto di buono era stato realizzato negli ultimi anni: l’Italia
che nel ’92 si era trovata sul baratro della Bancarotta aveva
saputo con il sacrificio di tutti (gli onesti cittadini)
raddrizzare la rotta ed intraprendere un percorso virtuoso che le
aveva permesso di entrare nell’euro e di vedere ridurre
costantemente la massa dei debiti accumulati nei decenni
precedenti.
Invece
il 2002 sarà ricordato come l’anno della svolta (all’indietro): il
debito pubblico, non solo non diminuisce, aumenta. Ogni bimbo che
nasce nel 2003 avrà un debito ulteriore di più di 500 euro!
La
fiducia dei consumatori e delle imprese è al minimo, la
competitività del sistema non regge la concorrenza internazionale,
l’inflazione ha ripreso a falcidiare il salario e aumenta la parte
di popolazione al di sotto della soglia di povertà.
La
diffidenza dei cittadini verso lo Stato torna ad aumentare, in
quanto l’onestà non paga visto che vengono premiati gli evasori
con un sistema di condoni mai visto, ma soprattutto per le
motivazioni che i politici esprimono a giustificare chi si è
sottratto agli obblighi verso il fisco.
Alcuni
sono giunti a parlare di legittima difesa nei confronti dello
Stato vessatore, altri hanno dichiarato ai giudici che non avevano
commesso un reato esportando capitali ingenti per non pagare le
tasse in Italia.
Per la
Scuola, le politiche scolastiche adottate dal governo sono state
finalizzate a penalizzare la Scuola pubblica a favore della scuola
privata e a ridurre l’offerta formativa garantita a tutti.
Il
Ministro ha dapprima bloccato la Riforma ispirata alla
Costituzione della Repubblica, ridotto l’insegnamento della lingua
straniera nelle elementari (vietandone l’attivazione nel primo
ciclo), chiuso le sperimentazioni in atto e soppresso i progetti
di recupero dell’abbandono e della dispersione scolastica,
tagliato 20 mila posti di collaboratore scolastico.
Ha, poi, predisposto un progetto di
restaurazione di una scuola elitaria e di classe, che propone:
il ritorno ai 180 giorni di scuola;
minor tempo scuola per gli alunni
(elementari 25 ore dalle attuali 30 - 40; medie 27 ore dalle
attuali 30 - 40);
il superamento del concetto di obbligo (non
è più obbligatoria l’istituzione della Scuola dell’infanzia e
l’obbligo formativo può essere svolto anche nella formazione
compreso l’apprendistato)
distinzione netta fra istruzione e
formazione, con percorsi temporali differenziati a favore
dell’istruzione;
scelta precoce (a 12 anni e mezzo) fra
istruzione e formazione al lavoro;
mantenimento delle attuali discipline e
aggiunta di altre attività, con la scissione delle classi di
insegnamento;
ore aggiuntive a pagamento;
superamento delle flessibilità a
disposizione di una didattica individualizzata e riduzione
dell’autonomia del collegio docenti;
ridefinizione dei profili professionali per
legge.
Nel
contempo la devolution propone che le competenze sulla scuola
vengano trasferite alle regioni che ne potranno definire anche gli
assetti culturali oltre che la riorganizzazione sul territorio.
Il governo propone, quindi, non uno bensì
venti sistemi scolastici differenziati!
I cittadini italiani non avranno uguali
diritti!
Avverrà
così che un bambino potrà frequentare la Scuola dell’infanzia se
le disponibilità finanziare degli enti locali ne permetteranno
l’istituzione, un ragazzo potrà seguire lezioni di musica, arte,
ginnastica …. se la famiglia potrà permettersi la spesa.
Il
personale passerà alle dipendenze delle regioni e gli stipendi non
saranno uguali sul territorio nazionale, come d'altronde già oggi
avviene in alcune regioni a statuto speciale come in Trentino-Alto
Adige.
Nel
2003 sono previsti nuovi tagli agli organici, che si tradurranno
nella mancata assunzione del personale con contratto a tempo
determinato.
La Cgil da sempre contrasta queste politiche
con scioperi e manifestazioni:
-
11 novembre 20001, sciopero della sola Cgil
contro la Finanziaria 2002;
-
23 marzo 2002, manifestazione nazionale a
Roma;
-
16 aprile 2002, sciopero con Cisl e Uil
sugli stessi contenuti del 23 marzo;
-
18 ottobre 2002, sciopero della sola Cgil
sempre sugli stessi temi.
A metà
di questo mese di gennaio la Cgil organizzerà una manifestazione
nazionale per rilanciare le sue proposte sulla Scuola.
A metà
febbraio è prevista una iniziativa unitaria con Cisl, Uil e Snals
per contrastare le politiche scolastiche del governo.
Ma la
nostra iniziativa continua! Occorre che in tutte le Scuole si
avvii una discussione sul futuro dell’intero sistema formativo che
veda coinvolti oltre agli operatori scolastici anche gli studenti,
le famiglie, le associazioni e le autonomie locali perché solo una
grande alleanza di forze riformiste può bloccare l’azione
regressiva del governo.
È
appunto questo l’augurio più sentito che mi sento di rivolgere a
Voi tutti: Che nel 2003 si manifesti un forte movimento popolare a
difesa della Scuola pubblica che chieda l’attuazione della Riforma
per una Scuola di qualità e per tutti.
AUGURI
Luciano Liscio |
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