EDILIZIA
SCOLASTICA
La
tragedia di San Giuliano di Puglia ha riproposto all’attenzione
dell’opinione pubblica e del dibattito politico la questione
relativa alla sicurezza degli edifici scolastici con particolare
riferimento all’edilizia scolastica.
Nelle
10.824 scuole statali dislocate in 41.328 edifici ogni giorno
studiano e lavorano circa 9 milioni di persone. Una recente
indagine, condotta dal MIUR, segnala che un numero impressionante di
edifici scolastici non è a norma per via delle carenze delle
strutture e dei laboratori, per deficit degli impianti
igienico-sanitari ed elettrici, per la presenza di agenti fisici
biologici e chimici interni ed esterni alla scuola. Se a ciò si
aggiungono i rischi imputabili alla particolarità geologica del
nostro territorio (rischio idrogeologico, sismico, vulcanico) e alla
ubicazione territoriale delle nostre scuole (vicinanza aree
industriali, antenne emittenti radio televisive, elettrodotti,
aeroporti, autostrade, polveriere, discariche ecc.), l’esposizione
al pericolo cresce in maniera smisurata.
Insomma
quotidianamente si studia e si lavora in un ambiente decisamente
insicuro!
Alcuni
dati emblematici: il 57% degli istituti non possiede il certificato
di agibilità statica, il 36,96% non ha scale di sicurezza, il 20,65%
è privo porte antipanico, gli impianti elettrici non sono a norma
nel 36,10% dei casi, esistono barriere architettoniche nel 29,67%
degli edifici che riguardano i servizi igienici, le scale, le porte,
gli ascensori.
E ancora
il 73,21% delle scuole non è in possesso del certificato di
prevenzione incendi, mentre il 20,59% delle scuole non ha fatto
prove di evacuazione.
Anche
sul versante degli infortuni non c’è da stare tranquilli; secondo
INAIL si registrano nelle scuole oltre 50 mila infortuni l’anno -il
dato è in crescita rispetto al passato- dovuti all’ambiente di
lavoro, all’uso di materiali, sostanze, attrezzature, macchine e
all’affollamento.
Dati
allarmanti che mettono a nudo una situazione insostenibile che in
alcune realtà territoriali diventa addirittura emergenza.
Nella passata legislatura, soprattutto dietro
l’iniziativa rivendicativa delle organizzazioni sindacali
confederali e di categoria, il Governo ha cercato di porre rimedio a
tale situazione. Vennero stanziati, legge 23/96, 3.150 mld di
vecchie lire a sostegno dell’edilizia scolastica; furono avviate le
procedure di applicazione delle norme relative al D.Lgs 626/94 nelle
scuole; furono finanziate le attività di formazione dei
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e degli addetti
interni al servizio di protezione e prevenzione per 40 mld di lire
per il 2001 e 40 mld di lire per il 2002; e con Carta 2000 vennero
poste le condizioni per l’affermazione nella scuola di quella
cultura della sicurezza indispensabile per una crescita civile di un
paese. In buona sostanza era stato dato l’avvio ad un processo di
progressiva “bonifica” che faceva ben sperare.
Il
nuovo Governo, nonostante che lo stesso MIUR fosse pienamente a
conoscenza della consistenza del fenomeno, ha di fatto effettuato
una radicale inversione di tendenza: nei capitoli di bilancio dello
Stato, nel DPEF e nella finanziaria le risorse per l’edilizia
scolastica sono scomparse, come pure sono scomparsi i finanziamenti
per la formazione di cui al D.Lgs 626/94 e qualsiasi riferimento
alla implementazione e al sostegno della sicurezza nelle scuole.
Inoltre con il taglio alle risorse per gli enti locali, il Governo
ha fatto finta di dimenticarsi quanto stabilito dal legislatore che,
in occasione dell’emanazione della L.265/99, ha imposto, ai
proprietari degli immobili ad uso scolastico ossia agli stessi enti
locali, la messa a norma di tutti gli edifici presenti nel
territorio nazionale entro il 31 dicembre 2004.
A fronte
dell’indifferenza del Governo che di fatto minimizza politicamente
l’emergenza edilizia scolastica attribuendone le responsabilità agli
Enti locali, noi siamo convinti che la scuola italiana, oltre agli
interventi di riforma, abbia bisogno di un ambiente di studio e di
lavoro più idoneo e più sicuro per i propri ragazzi e per
rassicurare le famiglie.
Ciò che
si chiede al Governo è un piano pluriennale di investimenti da
destinare alle scuole: per l’edilizia scolastica, per la
manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili, per la
realizzazione, con programmi vincolanti, di una mappatura dei rischi
interni ed esterni agli edifici scolastici presenti nel territorio
nazionale, per la realizzazione di processi di formazione e
informazione permanenti e ricorrenti in tema di igiene e sicurezza,
per garantire alle scuole tutta la strumentazione e il supporto per
una concreta applicazione delle norme sulla sicurezza. |