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IL 18 OTTOBRE LA SCUOLA HA SCIOPERATO PER L’ITALIA E L’ITALIA HA SCIOPERATO PER LA SCUOLA

Alta la partecipazione della Scuola allo sciopero del 18 ottobre anche in Basilicata.

 

Docenti

ATA

totale

Istituto Superiore “De Sarlo” di Lagonegro,

66,18

47,83

61,96

Istituto Magistrale “E.Gianturco” di Potenza

44,19

82,35

54,10

Liceo Scientifico “G.Peano” di Marsiconuovo

45,45

5,88

38,10

Liceo Scientifico “G.Galilei” di Potenza

36,61

44,83

38,03

 

Una partecipazione alta determinata dalle motivazioni dello sciopero:

· Contro l’attacco ai diritti delle lavoratrici o dei lavoratori;

· Per la difesa e la valorizzazione della scuola pubblica;

· Per il diritto alla tutela della salute e ad una previdenza equa;

· Per battere la politica economica del governo;

· Per il rinnovo dei contratti di lavoro.

Ma anche una partecipazione coraggiosa contro la quale nulla hanno potuto l’oscuramento mediatico dell’iniziativa della CGIL, le strumentalizzazioni, i ricatti sui luoghi di lavoro e le minacce di sanzioni economiche per gli aderenti allo sciopero.

Il tentativo di contrastare il lavoro della CGIL, per quanto accorto e subdolo, messo in piedi da quelle organizzazioni che hanno sottoscritto il Patto per l’Italia, è fallito! le adesioni allo sciopero sono risultate elevate.

La Scuola ha capito, non si è lasciata ingannare dalle manovre diversive e non è stata intimorita dal pericolo di inesistenti sanzioni pecuniarie: la Scuola è scesa in piazza il 18 ottobre a manifestare la sua confederalità.

I tagli contenuti nella proposta di Finanziaria derivano tutti dall’impostazione del DPEF che gli altri hanno dichiarato di condividere nel Patto da loro firmato a luglio.

Il risultato del “Patto per l’Italia” è una finanziaria che taglia sulla Scuola:

· Conferma dei tagli (oltre 34 mila) previsti dalla precedente finanziaria

· Nessuna assunzione in ruolo e diminuzione degli organici

· Tutte le cattedre sono ricondotte a 18 ore settimanali

· Riduzione del 6% della dotazione organica dei collaboratori scolastici

· Mobilità o licenziamento per il personale inidoneo alla propria funzione per motivi di salute

· Forte riduzione degli insegnanti di sostegno

· Affidamento in appalto delle pulizie e riduzione dei posti di collaboratore scolastico

· Messa in mobilità e possibile licenziamento dopo due anni del personale in esubero

· Una scuola che butta fuori: ragazzi difficili, handicappati e sulla base del reddito.

· Nessun investimento nella scuola.

La Scuola ha rifiutato i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria perché mirano a ridurre il ruolo del sistema pubblico di istruzione e a privatizzare i servizi della scuola.

La Scuola respinge la linea che il Governo intende adottare per il rinnovo contrattuale perché contrasta con la valorizzazione del sistema di istruzione pubblico e del lavoro nella scuola.

La Scuola lucana ha chiaramente respinto il piano strategico della Moratti e di Tremonti che prevede il taglio del quindici per cento della spesa scolastica, la chiusura di 42 scuole in Basilicata, la riduzione degli insegnati di sostegno, il maestro unico nelle elementari, la scelta precoce fra studio e lavoro.

Dopo lo sciopero, tenendo presenti le motivazioni condivise da chi vi ha aderito, credo che sia possibile ricostruire un rapporto unitario con gli altri sindacati confederali, proprio perché la rottura fra la CGIL e le altre organizzazioni è avvenuta sulle politiche scolastiche del governo e no sui tagli.

Occorre mettere in cantiere un’iniziativa unitaria su una piattaforma condivisa per contrastare interventi unilaterali del governo, che, pur in presenza di un tavolo di confronto permanente sugli Organici, ha approvato un decreto legge sul personale della scuola che prevede l’obbligo dei docenti in soprannumero di partecipare a corsi di riconversione professionale, pena il licenziamento.

I sindacati della Scuola confederali hanno presentato per il rinnovo del contratto 2002-2005 la Piattaforma e le trattative iniziano nella prossima settimana, il confronto con l’ARAN non si presenta semplice anche perché non sono disponibili risorse finanziarie sufficienti per garantire il recupero dell’inflazione e la valorizzazione delle professionalità.

Perché non predisporre iniziative unitarie di sostegno alla buona riuscita della trattativa e regole che evitino nuove divisioni fra i sindacati della Scuola?

Di quest’ultima esigenza si è fatta portavoce un’altra organizzazione sindacale proponendo che ciascuna organizzazione accetti autonomamente le seguenti regole:

  1. Nessuna sigla dichiara scioperi da sola;

  2. Nessuna sigla firma accordi separatamente;

  3. Dopo la discussione, le decisioni (senza diritti di veto di organizzazione) si prendono in un organismo unitario, costituito in base alla rappresentatività prevista dalla legge.

A mio avviso queste tre regole dovrà essere integrate dalla seguente:

  1. Le decisioni dell’organismo unitario saranno proposte alla ratifica dei lavoratori  che saranno invitati ad esprimersi mediante voto referendario.

Lo scontro in atto con il Governo si vince con l’unità delle organizzazioni sindacali e con l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’unità va ricostruita giorno per giorno sui posti di lavoro nel confronto democratico delle diverse proposte in campo.

Poiché il governo non da segni di cambiamento sulle scelte che riguardano la Scuola, rilancio alle altre organizzazioni sindacali di categoria l’invito già avanzato da Enrico Panini ad uno sciopero nazionale con manifestazione unitaria da tenersi nel mese di Novembre a Roma.

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